Capitolo 6

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3:00 p.m.

Arrivammo alla reception e mia madre appoggiò i gomiti sul bancone.

Mamma: Buongiorno

Disse con aria un po cafona.

Receptionist: B-buon giorno
Mamma: Vorremmo una camera, per due
Receptionist: Okay, nome?
Mamma: Francesca
Receptionist: cognome?
Mamma:
Receptionist: Carta d'identità?
Mamma: Un secondo

Mia mamma prese il suo grande portafoglio pieno di banconote. 10, 20, 50, e persino due da 100. I miei genitori erano ricchi, ed io dovevo convivere con qualcun'altro perché non riuscivo a pagare l'affitto. Mamma tirò fuori la carta d'identità. Nella foto era molto più giovane.

Receptionist: Grazie. Quanto tempo state quì?
Mamma: Una settimana

Coosaaa? Una settimana con loro? Sarebbe una tortura. Pensai allarmata.

Receptionist: Stanza n.102

La ragazza dietro il bancone allungò il braccio per darci la chiave e mamma la prese.

Mamma: Grazie
Receptionist: Non c'è di che, ma sapete dov'è la stanza?
Mamma: Beh, veramente no
Receptionist: Allora, gira a destra c'è l'ascensore, lo prende e va al terzo piano. Uscita dall'ascensore gira a destra e c'è la sua stanza
Mamma: Okay, grazie
Receptionist: Prego

La ragazza sorrise. Facemmo ciò che ci disse. Ci trovammo difronte ad una grande porta di legno bianco, con un numero scritto sopra una cornice verde, 102. Mamma prese la chiave e aprì la porta. Dietro di essa si trovava un corridoio, non troppo lungo, che dava alla camera da letto era tutto bianco e verde, a dirlo sembrava un orribile contrasto ma in verità era bellissimo. È meglio che lasci stare i miei genitori nella loro stanza dai colori strani. Pensai.

Io: Mamma io vado a casa, okay?
Mamma: Okay, ciao
Papà: Ciao piccola
Io: Ciao, a domani

Aprii la porta e tornai alla reception, Lorenzo era rimasto al bancone. Uscii dall'ascensore e vidi che Lorenzo e la receptionist si stavano baciando. Io tossii per portare l'attenzione su di me. Come previsto Lorenzo si staccò e mi guardò come se fosse una cosa forte quella che aveva fatto.

Lorenzo: Beh, andiamo?
Receptionist: Quando ci rivediamo?

Lorenzo si avvicinò al suo orecchio e le disse.

Lorenzo: Mai

La ragazza rimase stupita.

Receptionist: Perché?
Lorenzo: Beh, perché

Non trovò le parole.

Lorenzo: Perché lei è la mia ragazza

Mi prense per il polso, mi avvicinò a lui e mi abbracciò.

Receptionist: Ma non ti lascia se baci un'altra?
Lorenzo: Beh, sei stata tu a baciarmi

Mi diede una pacca sul sedere per assecondarlo.

Io: Ah si? Senti tu ragazza, lui è il mio ragazzo non il tuo

Mentre lo dicevo sembravo ubriaca.

Lorenzo: Visto? Meglio non approfondire la nostra situazione
Receptionist: Okay, ciao
Lorenzo: Ciao
Io: CIAO

Lo dissi con finta cattiveria.

Uscimmo dalla porta di vetro che divideva la strada gelida e l'aria consumata della reception.

Tornammo a casa a piedi. Nessuno aprì bocca per tutto il tragitto.

Coinquilini [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora