twenty-one

4.3K 295 8
                                        

21. due ancore.


Il giorno stava ormai per calare a picco e lasciare spazio a quella che aveva tutta l'aria di essere una notte fredda e umida. Camila continuava a chiedersi come avrebbero fatto a sopravvivere senza un tetto sotto la cui stare e ripararsi almeno dal gelo, eppure Lauren non traspariva alcuna preoccupazione. La sua espressione era rimasta la stessa da quando si era concessa quel breve sfogo; i suoi occhi erano ancora gonfi per le lacrime e, sebbene Camila sentisse che c'era ancora qualcosa che la tormentava, sapeva che indugiare oltre non avrebbe fatto che peggiorare la situazione. Lauren non le avrebbe mai detto la verità. 
-"Lauren...sta facendo buio", provò a farle notare. La  più grande si fermò voltando di poco il capo verso di lei; il gelo nei suoi occhi la fece rabbrividire. Camila deglutì a vuoto col timore di aver detto qualcosa di sbagliato; attese con ansia che Lauren proseguisse ma non lo fece. Voltò la testa inanzi a sé. -"Lo vedo, Camila. Non ho bisogno che me lo fai notare". Il disprezzo in quelle parole le fece male.
Cosa aveva fatto di male? Niente, non aveva fatto niente ma lei era cosi. Il suo umore vagava da una parte all'altra senza controllo, una molecola impazzita, e starle dietro era quasi impossibile.
Camila abbassò lo sguardo stringendo le braccia attorno a sè; il gelo le stava trapanando le ossa e ogni passo pesava come l'ultimo. -"Lauren, io non ce la faccio più". Si lamentò.
-"Dobbiamo attraversare il bosco..." replicò Lauren.
-"Andiamo, Lauren! Come puoi non capire, che se non troviamo un riparo, potremmo non sopravvivere al freddo?!"
Ma Lauren lo capiva, eccome se lo capiva. Forse allontanare quell'idea dalla sua mente era un modo per sentirsi meno impotente di fronte alla natura stessa delle cose. Niente poteva lei contro il tempo e questa consapevolezza la uccideva dentro. Ed era qualcosa di più profondo, intenso, viscerale.
Sapere di andare incontro a una fine che in realtà non è per tutti, ma solo per te. Lauren stava combattendo contro sè stessa e la sua libertà, perché aveva preso una decisione, la più difficile di tutta la sua vita, ma pur sempre giusta. E non poteva dirlo a Camila, non sarebbe stata d'accordo, non le avrebbe permesso di commettere quello che lei considerava un atto d'amore. Alla fine del bosco avrebbero trovato un'elicottero diretto verso Portland, ma Camila non sapeva che era riservato soltanto a lei.
Lauren invece sarebbe rimasta, aspettando che la polizia, l'FBI e chi di dovere, la portasse via. Un atto d' amore. Un atto di altruismo. Forse solo egoismo. Ma sentiva essere la cosa giusta perché quel viaggio per Camila era stato un modo per evadere da un presente buio e opprimente, mentre Lauren scappava alla cieca con la speranza di percorrere il suo ultimo viaggio realizzando un sogno. Un sogno che non si sarebbe avverato.
Era l'unico modo per salvarla davvero. Nessuno avrebbe saputo dove era andata. E lei non lo avrebbe detto.

-"Lauren...", il suo nome pronunciato come un sussurro, le fece rabbrividire la schiena di piccoli piaceri che non avrebbe mai ammesso. Cercò tutto il suo autocontrollo pregando che qualcuno le desse la forza di non voltarsi e baciarla d'un tratto. Camila era bellissima, più di qualsiasi dea o venere. Rappresentava una purezza d'animo difficile da trovare, una sensibilità che spesso le invidiava.
Strizzò gli occhi maledicendosi per quei pensieri. -"Troviamo un posto in cui dormire e all'alba ripartiremo, ok?" Chiese voltandosi di scorcio.
Camila annuì avvicinandosi a lei, ma senza sfiorarla o dire niente. Ripresero a camminare come due sconosciute che si trovano per caso; Camila non capiva se dietro a quei cambi di umore di Lauren, si nascondessero dei motivi. Se c'era qualcosa che aveva fatto o detto che aveva potuto ferirla. E più ci pensava, più non le veniva in mente niente.

Dopo quasi un'ora di cammino, il sole era ormai tramontato e in cielo splendeva una bellissima luna piena. Il tragitto era buio e l'unica cosa a dare luce era il cellulare che Lauren aveva rubato a Shawn prima di fuggire, e con cui aveva chiamato l'ambulanza. -"Credevo lo avessi lasciato lì", commentò la più piccola. Lauren sollevò le spalle come indifferente e continuò il tragitto, finchè non scorse una vecchia capanna abbandonata. Allungò un braccio in modo da intimare a Camila di stare dietro di lei, prese la pistola dallo zaino e la caricò puntandola inanzi a sè come difesa. Non poteva essere sicura che lì dentro non ci fosse nessuno. Capitava spesso che bandiniti andassero nelle foreste per scappare dalla polizia. E capitava spesso che cacciatori si rifugiassero per cacciare alle luci dell'alba.
Si avvicinò con cautela alla porta in legno che aprì con un calcio. Un alone di polvere si alzò in aria costringendo le due a tossire. L'odore acre perforava i polmoni e la polvere era cosi tanta da sembrare una catapecchia del medioevo, ma non c'era nessuno e questa era una bella notizia.
Camila entrò seguendo Lauren e si guardò attorno cercando di capire come avrebbero potuto fare per riscaldarsi. D'un tratto si accorse che in un angolino della stanza c'era una specie di camino coperto da varie cianfrusaglie e teli grigi. -"Lauren, guarda, un camino!" Eclamò.
La nera si voltò verso di lei e si avvicinò per constatare se dicesse la verità;  afferrò uno dei teli grigi e lo gettò sul pavimento alzando un altro alone di polvere. Poi, facendosi aiutare da Camila, spostò le varie casse piene di roba. Fu felice di scoprire che sotto tutta quella roba c'era ancora della legna da ardere.
Nel frattempo Camila camminò in cerca di qualcosa di caldo da tenere indosso; trovò una panca in cui c'erano custodite delle coperte calde per l'inverno e qualche scorta di cibo e acqua. -"Oh mio dio, Lauren! Del cibo!" Gridò afferrando un paio di barrette energetiche, ne lanciò qualcuna alla nera che subito le aprì mangiandole cosi come Camila.
-"Oddio, mi mancava il sapore della cioccolata", sorrise appena Lauren sedendosi a terra. Camila le sorrise di rimando, afferrò una bottiglietta d'acqua e la passò all'altra, poi prese le coperte e tornò davanti al camino stendendo una coperta sul pavimento e l'altra sopra. -"Almeno avremo un letto su cui dormire", ironizzò la piccola e Lauren sollevò lo sguardo verso di lei. Avrebbe voluto aprirle l'anima e leggerle dentro per capire cosa le passasse per la testa, cosa pensasse davvero di lei. Camila era sempre cosi gentile, mentre lei non faceva che comportarsi da stronza.
In quel momento, forse per eccitazione, o forse per l'adrenalina in circolo, sentì qualcosa nello stomaco bruciare. Una passione arderle dentro e infiammarle ogni cellula del corpo. Quelle labbra cosi ben definite e quel naso piccolo e delizioso, le sue ciglia lunghe e i suoi capelli mossi tanto da farle da corona. Camila era una principessa, la sua principessa.
Perfino lei notò quello sguardo strano che bruciava negli occhi di Lauren e che le fecero sentire un calore improvviso. Era come se volesse bruciarla con la forza del pensiero, e ci stava riuscendo. Sono quelle cose che accadono all'improvviso, d'impatto; arrivano come fulmini e ti colpiscono in pieno petto scaricando energia in ogni parte del corpo. E non puoi dormarlo, non puoi comandare qualcosa di innaturale nella sua complessità. Cosi difficile da non meritare di essere capito, ma solo vissuto. E Lauren e Camila, quella notte, lo vissero fino in fondo. In quei baci, in quei tocchi delicati, in quella pelle mista all'odore del sesso e di amore. Alla ricerca di un piccolo spazio di felicità in mezzo alla devastazione totale, in mezzo alla mancanza di speranza; loro si appigliavano l'una all'altra. Ancore, ecco cosa erano. La salvezza reciproca che non chiede niente in cambio se non amore.



brave; camrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora