14. it's time
Casa Jauregui non era mai stata cosi tanto popolata da poliziotti e carabinieri. Oramai erano lì ventiquattro ore su ventiquattro cosi da poter intercettare la posizione di Lauren nel caso avesse tentato di chiamare a casa.
Perché Lauren era stata furba, aveva lasciato il cellulare a casa cosi che nessuno avesse potuto sapere dove si trovasse, neanche il gps avrebbe aiutato gli sbirri. Lo aveva lasciato nell'armadio di Taylor, sua sorella, ed era lì che la polizia lo aveva trovato.
Erano le cinque e mezzo di pomeriggio, e Chris se ne stava sulla soglia della porta della camera di Lauren mentre fissava ogni cosa. Non era mai stato possibile a nessuno entrare nella sua stanza, era qualcosa che lei odiava, una sorta di violazione della privacy. Adesso, invece, era tutto a soqquadro e la madre non aveva nemmeno avuto il coraggio di sistemare. Le sarebbe mancato troppo il profumo della sua piccola esploratrice.
Sarebbe stato meglio se fosse scappata come sempre, solo per voglia di libertà, invece che sparire per un delitto che Chris sapeva non aver compiuto.Entrò silenziosamente in quella stanza, posò una mano sulla sua scrivania quasi accarezzando lo strato bianco del mobilio, e il suo quaderno, e la sedia e poi venne il turno della ringhiera del letto. Della coperta viola, il colore che tanto amava. Chris si sedette su quel materasso che cigolò appena fissando l'armadio davanti a sè.
Improvvisamente si sentì solo in quella casa, incompreso.Lauren era l'unica persona con cui riuscisse a sentirsi accettato. La sua famiglia non riusciva mai a capirlo fino in fondo, nessuno ci provava. Nessuno tranne lei.
La sua sorella maggiore.La sua complice.
Istintivamente strinse le ginocchia al petto e portò le mani alla testa, fra i capelli bruni e nella mente gli tornarono le immagini di quella sera, al Liberty City.
Avrebbe voluto portarla indietro, farla tornare e convincerla a dire la verità. A spiegare come stavano veramente le cose, ma non ci era riuscito. Per paura, o forse perché convincere Lauren era qualcosa di impossibile.
Ma la verità era un'altra, e loro lo sapevano.
Eppure quell'uomo morto in quel villaggio, cosa c'entrava? Chris non poteva saperlo, ma sicuramente sua sorella si era infilata in qualche guaio davvero grosso. L'accusa pre-esistente del collega di suo padre facilitava l'ipotesi che fosse stata lei a uccidere quel vecchio; ma Lauren non avrebbe mai avuto il coraggio. Non avrebbe mai ucciso nessuno, mai.
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La fronte di Lauren era appoggiata al vetro freddo della finestra. Il vento spingeva i rami in una danza contorta e aggraziata che spingevano le emozioni di Lauren ad un nuovo livello. Le sentiva navigare dentro di lei, scorrerle nelle vene e arrivarle al cervello per poi scivolare nel suo stomaco.
Era tutto cosi strano, cosi diverso da come sarebbe dovuta andare. Mentre le sue dita continuavano a sfiorare quella dannata cicatrice sulla sua spalla, chiuse gli occhi sperando di trovare pace, ma le immagini di quella sera apparirono come tanti piccoli fotogrammi.
Trattenne il fiato quando ricordò l'accaduto, dopo quel colpo, e riaprì gli occhi.Un corvo era volato via assieme al suono spettrale da lui emanato. Faceva freddo, oramai si avvicinava dicembre, e la neve era caduta al suolo coprendo gli alberi e il terreno di un delicato strato bianco.
D'un tratto Camila entrò nella stanza distogliendola da quella visuale, si voltò verso di lei e per quanto volesse sorriderle, non ci riuscì. Abbassò lo sguardo sul tavolo di legno che occupava quella grande stanza che doveva essere la cucina, e si avvicinò ad esso sedendosi su di uno sgabello.
La mora si avvicinò lentamente a lei. Non voleva invadere i suoi spazi e sapeva che parlare con Lauren in momenti delicati poteva risultare nocivo. Insomma, l'aveva già colpita quella volta a casa di Normani e non voleva accadesse di nuovo. E poi aveva una pistola, aveva tenuto testa ad Alien, non era certo come lei. Anche se avrebbe voluto che lo fosse, sarebbe stato più semplice per lei approcciarsi. Non ci sarebbe stata tutta quella paura di dire continuamente la cosa sbagliata o fare qualcosa di sbagliato. E che le piacesse, per Camila ormai era qualcosa di scontato, di ovvio.
Lauren le piaceva, tanto, forse troppo perché per poter sopportare tutto quello senza scappare via o consegnarla alle autorità, doveva esserne davvero cotta. Se non qualcosa di più.
L'aveva praticamente aggredita, legata, imbavagliata e ammanettata in un letto di una casa nel bel mezzo di un bosco. Aveva portato sua sorella a Portland senza chiederle il permesso.
Era abbastanza per voler fuggire da lei, ma stavano già fuggendo da altro. Sarebbe stata una fuga dalla fuga il che non aveva senso.

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brave; camren
Fanfiction••completa•• "Volevo che lo sapesse cosi che almeno lei, il giorno in cui ci troveremo davanti a quel giudice, saprà la verità, o almeno una parte di essa. Si ricordi solo che le persone per amore trovano il coraggio di fare follie. Si abbandonano...