twenty-two

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22. piccola.

"and if you were my little girl
i'd do whatever i could do
i'd run away and hide with you"
-the neighbourhood

Quella notte Lauren non chiuse occhio, forse troppo felice per l'amore che finalmente si erano dichiarate, oppure il fatto che Camila riposasse proprio fra le sue braccia e il suo respiro le solleticasse la pelle, o il senso di colpa che cominciava a farsi avanti. Ma non chiuse occhio, come avrebbe potuto? Aveva appena mentito all'unica persona che sembrava amarla sul serio, l'aveva illusa con quei baci, con quelle parole, con quegli abbracci, non aveva fatto altro che darle speranze inutili perché lei sarebbe scappata mentre Lauren no. 
Si sarebbero separate, forse per anni e Camila non l'avrebbe mai aspettata, sarebbe andata avanti con la sua vita a Portland assieme a Sofia. Cominciò a fantasticare in un probabile incontro alla sua uscita dal carcere. Sarebbe stato bello rivederla e poterle dare ancora un bacio.
Ma per adesso poteva dire di averla ancora per sé, poteva godersi quegli ultimi momenti di felicità assieme alla sua piccola principessa. 
Essa si rannicchiò più vicino possibile al corpo della più grande, il fuoco si era quasi spento e, per quanto le coperte fossero calde, loro erano ancora nude cercando di scambiare il calore dei loro corpi riscaldandosi a vicenda. Lauren sorrise per ils gesto della più piccola, il suo respiro le solleticava il collo ma era un sensazione piacevole. Decise di ricambiare la 'carezza' facendo scorrere le dita sulla pelle nuda della sua schiena; non potè che notare quanto fosse morbida e liscia, delicata come un fiore. Il suo piccolo fiore.
Le baciò la testa chiudendo gli occhi e annusando l'odore dei suoi capelli, sapeva sarebbe stata l'ultima volta. Avrebbe sicuramente ricordato quell'odore e avrebbe ricordato quella pelle.
Camila si lasciò a un mugolio nascondendo il volto nell'incavo del collo di Lauren. -"Ehi, buongiorno", sussurrò di scherno quest'ultima.
La mora fece finta di non sentire e continuò a stringersi a lei a occhi chiusi. -"Camz, sai che siamo in ritardo?" la rimproverò Lauren. Camila però si accorse di quanto quella voce fosse troppo dolce per essere seria. Sentì la più grande sorridere e lasciare un bacio sulla sua spalla. -"Se questo è il tuo modo di svegliarmi, sappi che ho solo voglia di rimanere qui per sempre", sorrise Camila.
-"Per sempre?" sollevò un sopracciglio Lauren.
Camila annuì. -"Con te", disse. Alzò di poco il testa e avvicinò le labbra a quelle di Lauren lasciandole un bacio lento, straziante, intenso nella sua lentezza. Sembrava quasi più una piccola esplorazione di quelle labbra che erano riuscite a farle toccare il cielo con un dito.
Lauren non riuscì a trattenersi dal sorridere e quello stesso sorriso vibrò nella gola di Camila, che per una volta si sentiva davvero felice.
Essa si sollevò da terra mettendosi a cavalcioni sul corpo nudo di Lauren, questa non poté che osservarla bella com'era, con la luce del giorno che pian piano scopriva parti del suo corpo. Corpo che Lauren pensava fosse perfetto tanto da vergognarsi del proprio, ma Camila era cosi dolce e la faceva sentire cosi amata che le sue insicurezze svanivano d'un tratto. Come se la sua luce riuscisse a cancellare il buio che Lauren si portava dentro.
Camila era la sua luce-guida.
-"Sei bellissima", sussurrò Lauren. Lo aveva pensato cosi forte nella sua testa da non riuscire più a trattenersi. -"Sei davvero bella, Camz".
Camila rimase in silenzio a quelle parole, quasi scioccata, per poi arrossire man mano sempre di più. Lauren sapeva bene che Camila non era abituata a certi complimenti, ma questo rendeva il tutto ancora più bello, perché lei lo era davvero solo che non lo sapeva. -"Ruffiana", scherzò la piccola.
-"Dico la verità, piccola." Disse Lauren sorridendole di rimando.
-"Come?", chiese la mora con un filo di voce. Lauren sentì la ragazza irrigidirsi e la guardò stranita. -"Cosa?"
-"Cos' hai detto?" Chiese ancora Camila.
-"Che è la verità?" Domandò retoricamente Lauren, ma la piccola scosse il capo. -"No, dopo. Come mi hai chiamata?", stavolta sul volto di Camila si dipinse un sorriso enorme e un luccichio splendeva nei suoi occhi. Era felice.
-"Piccola", sorrise Lauren. -"Ho detto che sei la mia piccola".
-"E...lo sono?" Domandò titubante.
-"Certo che lo sei". Lauren sollevò la schiena cosi da potersi ritrovare faccia a faccia con la ragazza, spostò una ciocca di capelli dal suo viso e la baciò ancora una volta. Il sapore delle labbra di Camila era ormai un bisogno costante per Lauren, come quando provi una droga per la prima volta e dopo non puoi farne a meno. Ecco, Camila era la droga di Lauren.

Quando Lauren finì di vestirsi, Camila stava ancora abbottonando i suoi jeans. Si avvicinò a lei e la prese alla sprovvista distraendola da ciò che stava facendo, con un bacio che Camila ricambiò. Ormai era impossibile starle lontano eppure quelli erano i loro ultimi momenti. Lauren sapeva che una volta uscite da quella catapecchia, niente sarebbe stato come prima e quella notte sarebbe rimasta solo un bel ricordo a cui pensare una volta in carcere.
-"Muoviti, sei una lumaca". Ridacchiò sulle sue labbra Lauren. Camila le fece una smorfia e abbottonò i pantaloni senza togliere lo sguardo dagli occhi verdi della più grande. -"Sei tu quella che mi distrae".
-"Ti preferivo senza pantaloni", ammiccò Lauren allontanandosi da lei, e raccogliendo le sue cose per infilarle nello zaino.
-"Io avrei preferito che me lo togliessi, di nuovo", sospirò Camila imitando la più grande. Raccolse le sue cose, e alcune scorte di cibo che infilò nello zaino.
Lauren rise alla sua affermazione. -"Sarà per un'altra volta".
Improvvisamente un rumore strano si fece spazio con prepotenza alle loro orecchie. Un rumore che Lauren sapeva riconoscere: era un elicottero. -"Merda!" Sbraitò correndo verso una delle finestre, guardò fuori sollevando lo sguardo verso il cielo.
Aspettò che il rumore fosse di nuovo forte e finalmente ebbe la conferma: era un elicottero della polizia. Sbraitò ancora voltandosi verso la mora e portandosi una mano fra i capelli. -"Cazzo, ci stanno alle calcagne!"
Camila la guardava confusa non capendo a cosa si riferisse. Lauren lo capì e le fece cenno di avvicinarsi alla finestra. -"Quello è un elicottero della polizia". Disse Lauren indicandolo.
-"Come fai a sapere che è della polizia e non roba da paracadutisti? Qui intorno ci sono molte piste di atterraggio per cose del genere".
Ma Lauren scosse il capo. -"C'è lo stemma federale".
Camila tornò a osservare l'oggetto volante, ed era vero. Era della polizia.
-"Dobbiamo andarcene il prima possibile. Se è arrivato fino a qui vuol dire che sono molto vicini dal trovarci, dobbiamo partire immediatamente." Camila annuì alle parole di Lauren e si mise lo zaino in spalla così come la nera; aspettarono che l'elicottero scomparisse e tornarono a mettersi in viaggio.

***


L'investigatore Dummer aveva passato la notte a setacciare i dintorni della casa, ma delle ragazze non c'era traccia. Poi quella terribile notizia: due cadaveri trovati in un'auto non poco distante da lì.
Arrivato sul posto, fu difficile avere il coraggio di guardare le vittime negli occhi, ma è parte del lavoro e bisogna avere fegato. Troy Dummer ne aveva parecchio sebbene guardare due cadaveri gli facesse sempre un effetto di terrore, paura. Paura della morte, perché in quei volti si leggevano le urla strazianti dell'ultimo respiro, e in quei momenti ti rendi conto di quanto nella vita siamo solo di passaggio.
-"Si sa niente dei due cadaveri?" Chiese l'investigatore al suo collega. -"Mh, poco e niente, ma pare che il tizio con la barba lunga fosse un parente del ragazzo che abbiamo trovato nella casa".
-"Davvero?" Chiese stupito. L'amico annuì e tornò a sfogliare un paio di fogli. -"E non è tutto".
-"Che vuoi dire?"
Mike prende un paio di fogli e li passa all'amico. -"Il tizio si chiama Brendon Mendes,  detto Alien."
-"Alien? Quell'Alien?" L'investigatore era senza parole mentre sfogliava effettivamente i fogli e trovava riscontro delle parole delle dall'amico. -"Sì, proprio lui. È stato in carcere almeno una decina di volte e tutte per droga o prostituzione. Pare che il ragazzo che abbiamo trovato nella casa, mezzo morto, fosse suo nipote: si occupava del bar nel locale che gestiva Alien."
-"Oh..." Disse semplicemente Dummer. Tutte quelle informazioni lo stavano confondendo più di prima.
-"C'è ancora una cosa".
-"Cosa?" Chiese l'investigatore.
-"Camila Cabello, la ragazza che sta fuggendo con Jauregui, lavorava nel locale di Alien...e puoi immaginare cosa ci facesse".
Troy annuì e tornò a guardare i due cadaveri senza dire niente.
Erano vicini a completare quello che sembrava essere il puzzle più difficile nella storia dell' FBI.
Ma avrebbe scoperto presto il segreto di Lauren Jauregui.

brave; camrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora