three

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3. Shawn.

Erano all'incirca le otto del mattino quando finalmente Lauren si svegliò, a causa del freddo che percepì colpendo l'altro lato del letto. Il materasso era vuoto, segno che la ragazza al suo fianco si era alzata da molto. Sbuffò sonoramente, e quando si alzò con la schiena la vide.
Era seduta in fondo al letto e le stava sorridendo con quell'aria da saputella che aveva già visto. Lo stesso sorrisetto che le solcava il volto in quello sporco locale.

"Mi stavi cercando?" -chiese Camila semplicemente.
Lauren non rispose e si lasciò cadere nuovamente sul cuscino, guardò altrove cercando di trattenere un sorriso che minacciava di farsi spazio. Quella ragazza riusciva a farla sorridere fin troppo, anche se non faceva niente per cui questo accadesse.
La sua sola bellezza la faceva sorridere e questo non era normale. La conosceva dopo tutto da una sera, e forse anche di meno.

"No, volevo solo accertarmi di avere il letto tutto per me."
Rispose Lauren trattenendosi dal ridere. Si alzò nuovamente rimanendo seduta sul materasso, il suo sguardo cadde improvvisamente sullo zaino che aveva lasciato sul pavimento affianco alla porta la sera prima. Lì dentro era nascosta la sua pistola e adesso lo zaino era aperto.

"Camila perc-"
Cercò di dire qualcosa, ma quando tornò a voltarsi davanti alla ragazza questa le stava puntando la sua pistola. Aveva uno sguardo strano, era come vuota della sua stessa anima. La stava guardando, ma non lo stava facendo davvero.
I suoi occhi erano come persi in qualcosa di troppo grande perché Lauren potesse capire cosa le stesse passando per la testa. Deglutì a vuoto sentendo il cuore cominciare a battere fin troppo veloce.

"Che cazzo stai facendo?" -le sue parole uscirono quasi in un sussurro mentre cercava di indietreggiare.

Camila continuò a guardarla senza battere ciglio; Lauren avrebbe giurato che non stesse respirando nemmeno mentre il braccio era teso verso di lei e la sua mano impugnava il manico della Glock 12.
D'un tratto la mora scoppiò in una risata isterica, quasi spettrale che fece sobbalzare Lauren assieme al suo cuore. Pensò per un istante che fosse la fine dei giochi, senza sapere che in realtà stavano solo iniziando.
La mora distolse la pistola dalla sua direzione e l'avvicinò a se cosi da poterla osservare da vicino. Lauren avrebbe potuto saltarle addosso e toglierla dalle sue mani ma avrebbe rischiato troppo; era carica e lo sapeva. Rimase immobile a fissare i movimenti di Camila che in quel momento non sembrava nemmeno essere in sé. Era come un'altra persona, estremamente fragile dal punto di vista psicologico. Lauren era convinta che la stesse guardando spezzarsi poco a poco proprio davanti ai suoi occhi.

"Hai mai ucciso prima?" -chiese e Lauren scosse il capo.

Camila non disse niente, la guardò stavolta con occhi seri e sembrò come tornare in sé. Posò la pistola sul materasso e si alzò allontanandosi da quell'arma. A Lauren parve di vedere paura nei suoi occhi, come se fosse tornata cosciente delle sue azioni, come se fino a un attimo prima non fosse capace di ragionare.
Lauren afferrò la pistola e con uno scatto tornò a posarla nel suo zaino. Adesso tutta la rabbia che prima non riusciva a sentire, stava facendosi spazio.

"L-Lauren, perdonami..." -cercò di scusarsi Camila, ma la ragazza le si avventò addosso facendo sbattere la sua schiena contro la parete. I suoi occhi verdi incastonati nel buio profondo di Camila.
Lauren era sempre stata coraggiosa, ma in quel momento si sentiva come se Camila potesse essere l'unica a farle paura. Strinse le dita attorno al collo della mora che tossì, le mancava il respiro ma Lauren non si fermò. "Non farlo mai più, sono stata chiara?" -sibilò a denti stretti.
Camila annuì e quando l'altra la lasciò andare, posò entrambe le mani sul suo collo cercando di respirare in maniera regolare.

brave; camrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora