12 Ottobre, mercoledì- Oggi c'è il barbecue! - urla Caroline, entrando a casa nostra. Alzo gli occhi al cielo.
- Elena, ho un bellissimo vestito per te! Emma, ho trovato ciò che fa per te! - esclama, lanciando una busta a mia cugina e l'altra a me.
Io ed Elena rimaniamo coricate nel divano, ringraziandola almeno un centinaio di volte.
- Ragazze, alle cinque al parco. E sono le tre, andate a prepararvi - dice, dandoci un bacio nella guancia. Poi se ne va.
Vado al piano di sopra con la busta, e mi faccio la doccia.
- Oh dio, Emma, potevi avvisarmi che eri qui?! Mi avresti evitato la visione di te in mutande e reggiseno! - urla schifato Jeremy.
- Sta' zitto e passami la busta - dico, finendo di piastrare i capelli.
Una maglietta accollata nera corta, una gonna con i fiori e le cuciture nere, e delle scarpe col tacco nere.
Indosso gli abiti e mi trucco.
Jeremy ha una felpa e dei jeans larghi.
- Tu conciato così non vai da nessuna parte - sbotto, andando a frugare nel suo armadio.
Afferro una polo e dei jeans stretti (ma non troppo), e lo obbligo a metterli.
- - - - - - - - - - -
- Eccoci qui - farfuglio, sentendo cento paia di occhi addosso.
Caroline arriva sorridendoci.
- Cuginette, pronte per la foto? - prende il cellulare, e scatta.
- Emma, vieni, c'è Stefan lì - dice Elena, prendendomi a braccetto.
Dietro il fidanzato di mia cugina, c'è un ragazzo altrettanto bello: ha i capelli neri, e degli occhi color ghiaccio.
- Stefan, è veramente buono questo muffin.. - farfuglia, infilandosi il pollice in bocca sporco di panna.
Appena i nostri sguardi s'incrociano, il mio cuore perde un battito.
- E tu sei? - chiede, alzando un sopracciglio.
- È mia cugina, Damon, lasciala stare - sbotta Elena, guardandolo a dir poco male.
- Tranquilla, non la vedo come una sacca di sangue ambulante - ironizza lui, e se ne va.
- Era una battuta? - mormoro, mordendomi il labbro.
Elena alza gli occhi al cielo e prende Stefan per mano, portandolo lontano da me e parlando vivamente.
Mi guardo in giro, ma non conosco nessuno. Quindi mi butterò sul buffet.
Afferro un muffin e vado vicino al lago, a passeggiare.
- Che ci fai qui sola soletta, non hai paura di essere aggredita da un vampiro? - Damon.
- Se conoscessi un vampiro, penso lo sposerei - rispondo, pulendomi le mani con il fazzoletto.
- Tu credi ai vampiri? - domanda, assottigliando gli occhi.
- Sì, come credo alle streghe, ai licantropi, e agli ibridi - dico, guardandolo negli occhi.
- Hai molta fantasia, Emma -
La stessa cosa che dicono tutti. Se solo sapessero cosa sono davvero.
- Sarà - sorrido, e gli passo affianco, sfiorandogli la spalla.
Una sensazione strana m'invade il corpo, ma faccio l'indifferente e vado via da lì.13 Ottobre, giovedì; 01:03
Sono stata tutta la notte alla festa, sino ad essere l'ultima rimasta in quel giardino.
Mi godo il fresco, e osservo la luna.
Elena è scomparsa con Stefan e Damon, e io sono rimasta sola. Non so arrivare a casa di Elena: mi ritengo fottuta.
Incomincio a camminare per le stradine desolate di Mystic Falls, e incomincia a piovere.
Impreco a bassa voce, e incomincio a camminare un po' più veloce, anche se con i tacchi è impossibile. Tra una via e l'altra, arrivo davanti ad una villa, e decido di suonare il campanello.
- Ciao fanta-sconosciuta - esclama Damon, sorridendo.
- Ho perso Elena, non so arrivare a casa sua.. non è che avresti il telefono, così la chiamo? - gli domando, con i denti che tremano.
- Entra dentro, cambiati e poi riparliamo del telefono - dice, chiudendo la porta alle nostre spalle.
Appena entro, un senso di calore mi invade.
- Puoi rimanere in mutande se vuoi, ma se Elena dovesse scoprire una cosa del genere penso mi ucciderebbe - farfuglia dietro di me, salendo le scale.
Mi ricordo solo in quel momento che ho la gonna, e metto una mano dietro per coprire il più possibile.
Damon ride, e mi porta nel suo bagno, porgendomi un asciugamano.
- Mi hai dato l'asciugamano più corto! - mi lamento, sbuffando.
Entro nella vasca, e emetto un sospiro di sollievo.
Rimango dieci minuti lì dentro, e poi esco, avvolgendomi l'asciugamano attorno al corpo.
- Cosa potrei indossare? - chiedo, incrociando le braccia al petto.
Damon mi osserva dall'alto verso il basso, mordendosi poi il labbro e dandomi una sua maglietta, dicendo che dovrebbero esserci delle culotte di Elena nella camera di Stefan.
Appena me le porta le osservo: sono in pizzo, e fin troppo sgambate.
Appena indosso quella roba e finisco di asciugarmi i capelli, vado da Damon per ringraziarlo e gli tocco il braccio, avendo la sensazione di prima ma molto più potente.
Ciò che pensavo.
- Posso andare un attimo in cucina? - chiedo.
Lui annuisce e si toglie la camicia. Cerco di non guardarlo, e ce la faccio.
Dopo che bevo il mio bicchiere d'acqua, ritorno al piano di sopra.
- Dove vai fanta-ospite? - mi chiede, appoggiandosi allo stipite della porta.
- Cercavo la tua stanza, evidentemente mi sono persa - rido.
Entro nella sua camera, e mi siedo in una poltrona, accavallando le gambe.
- Bene, parliamo: dimmi un po' di te - dico, assottigliando gli occhi.
- Ho vent'anni, sono bello, e mi piace bere - dice, aprendo la finestra.
Scuoto la testa e mi avvicino a lui.
- Qualcosa che non hai mai detto a nessuno, qualche segreto - Porto l'indice sul suo petto e lo faccio scendere fino al bordo dei pantaloni.
- Carine queste unghie - ironizza, guardandomi negli occhi.
- Grazie, sono in gel - rispondo, avvicinandomi pericolosamente a lui.
- Io non ho segreti - dice, con voce strozzata.
- Sei sicuro, Damon Salvatore? - sussurro, sorridendo.
Glielo farò dire, con le buone o con le cattive.
- Emma, cosa pensi che nasconda? - sbotta, ad un tratto serio.
Lo spingo sul letto e mi siedo a cavalcioni su di lui.
- Non so, forse la tua vera identità... cosa mangi? Come mai indossi quell'anello? - dico, con voce seducente.
- Perchè.. perchè sono un vampiro - Sorrido, e interrompo il collegamento visivo.
In meno di un secondo, Damon mi sbatte al muro e mi blocca per le spalle.
- Come hai fatto? Che cosa sei? - Delle vene compaiono sotto i suoi occhi.
Lo guardo negli occhi e cade in terra urlando dolorante. Si porta le mani sulle tempie, cercando di far smettere quel dolore.
- Starai fermo? - chiedo.
Lui annuisce. Interrompo il mal di testa.
- Noi streghe Gilbert abbiamo un potere sopra la media, a differenza del resto delle streghe. Con un po' di allenamento, siamo in grado di usare la compulsione contro gli esseri soprannaturali - spiego, alzando le spalle.
- Hai solo diciott'anni, come fai ad avere tutto questo potere? - chiede, coricandosi nel letto per via del mal di testa residuo.
- Mia nonna, Emily Gilbert, si è suicidata per darmi il suo potere, e altrettanto aveva il potere di altre streghe -
- Come mai allora non mi odi? Sono un vampiro -
Alzo gli occhi al cielo e mi corico affianco a lui.
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Emma's diary
Fanfiction[Dal capitolo 3] " - Mh, se riesci a mandare via così in fretta le persone la mattina, penso ti rapirò e farò dormire sempre qui - farfuglia Damon, infilando la testa sotto il cuscino. " [COMPLETA] 15/09/2018: #2 in Damon Salvatore 05/10/2020: #2 in...