Capitolo tredici: Elijah

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- Io sto uscendo - urlo, cercando il mio cellulare.
- Cosa? No! Rischi di diventare un lupo Emma, no no no - dice Stefan, comparendo alle mie spalle.
Sussulto. Maledetta velocità dei succhiasangue.
- Stefan, non posso rinchiudermi dentro casa. Devo fare delle... commissioni - sorrido, e vado alla porta.
- Uccidi qualcuno, così sarai uguale al tuo amico pulcioso - mi urla Damon, coricato sul divano.
- Fottiti - gli rispondo, chiudendo la porta d'ingresso.
Prendo il bus e vado al centro commerciale.
Leggo la lista che abbiamo fatto io ed Elena:

"Crema per il viso; crema depilatoria; assorbenti; pasta; patatine fritte; hamburger; uova; pane"

Scendo alla fermata, e vado dentro il supermarket, dirigendomi nel reparto "femminile".
- Stavo pensando di sterminare i viaggiatori. Stanno dando troppi problemi - sussurra, una voce già conosciuta.
Lo guardo: è vestito in modo formale; ha una posizione composta e un piccolo sorriso si forma sul suo viso.
- Edaka? Elaka? - farfuglio, non ricordandomi il suo nome.
- Mi sento amareggiato. Non ricordi il mio nome, Emma? - sorride.
- Scusami.. sono successe così tante cose -
Afferro la crema depilatoria e la butto nel carrello.
- Mi permetteresti di aiutarti? - mormora, afferrando il carrello.
- Sei così gentile... sei gay? - farfuglio, osservandolo dalla testa ai piedi.
Ridacchia. - No, non lo sono... ti mancano le pietanze alimentari -
Annuisco, e pian piano cerco tutti i viveri mancanti.
- Se sei qui, ci sarà un motivo - mormoro alla fine, mettendo gli oggetti sul rullo.
- Conosci Klaus, giusto? - mi blocco, e lo guardo.
- Lo stronzo che si è per metà cibato di me? - ironizzo, cercando di pagare con i miei soldi.
Elijah mi blocca, e paga con i suoi soldi.
Lo ringrazio, e afferra la busta.
- Sì, quello stronzo è mio fratello -
- Penso tu sappia cosa sono io, cioè un Originale. Posso aiutarti ad appropriarti di nuovo della tua magia -
Mi offre un passaggio in macchina, e accetto.
- Come? - chiedo, incrociando le braccia al petto.
- Ti contatterò io. Ora ho degli affari di famiglia da risolvere -
Lo guardo negli occhi, e mi sorride cordialmente.
- Grazie Elijah - dico, sorridendogli.
Lui fa un cenno con il capo, come per dire "di nulla", ed entro a casa.
- Sono rientrata! -
Appoggio la spesa sul tavolo, e sospiro: se avessi la mia magia, avrei sistemato già tutto!

2 dicembre, sabato

- Finalmente la festa pre natale! - esclama Caroline, sistemandosi il cappellino da Babbo Natale.
- Diciamo che travestirci da aiutanti di Babbo Natale non è stata poi una grande idea - diciamo io e Elena, all'unisono.
Bonnie mi guarda divertita.
Ho aspettato per tanto tempo la chiamata di Elijah, ma non si è mai fatto vedere.
- Benvenuti alla festa! - esclamo, fingendo felicità. I ragazzi della scuola mi osservano famelici, ma io li ignoro.
Non appena tutti sono dentro e si divertono, vado a farmi una passeggiata nei corridoi.
- Finalmente sei un po' sola - esclama, una voce alle mie spalle.
- Elijah, ti sei fatto desiderare - dico, con un tono infastidito.
- Piccola Emma, ho scoperto di avere una seconda sorella, una strega, per precisare, e mio fratello Klaus non l'ha presa tanto bene - dice, affiancandomi in un secondo, con una tale compostezza che potrei scambiarlo per una statua.
- In questi momenti ringrazio di non avere una famiglia numerosa - ironizzo, continuando a camminare.
- Per quanto la mia famiglia litighi da secoli, farei di tutto per tenerla unita e proteggerla - sussurra, fermandosi poi davanti alla mensa.
- Hai trovato un modo? - gli chiedo, incrociando le braccia al petto.
- Rebekah, la mia prima sorella, ha trovato un pugnale che risucchia la magia. Dobbiamo solo individuare chi fra tutti i Viaggiatori ha incanalato la tua magia - dice, tutto d'un fiato.
- Mi hanno maledetto, Elijah. Se uccido qualcuno diventerò un lupo - sussurro, appoggiandomi al muro.
- Potresti uccidere qualcuno, bere il mio sangue, e poi quello di tua cugina. Che bisogno hai della magia se puoi diventare un ibrido? - esclama una voce alle nostre spalle.
Alzo gli occhi al cielo.
- Anche se sono vestita di rosso non sono una sacca di sangue ambulante - ironizzo, alzando gli occhi al cielo.
- Non sono qui per nutrirmi di te, piccoletta - risponde, semplicemente.
Gli faccio il verso, e Klaus avvicina il viso al mio.
- Elijah può proteggerti sino ad un certo punto, porta rispetto - ringhia.
- Quando avrò di nuovo la mia magia ne riparleremo, sporco bastardo - rispondo, alzando la voce.
L'ibrido mi afferra per il collo e mi fa sbattere contro alcuni armadietti, facendomi mancare l'aria dai polmoni.
- Prova a dirlo un'altra volta e giuro che ti - Elijah lo ferma.
- Fratello, è un umana - dice, raddrizzando la schiena.
Klaus ringhia, e mi lascia andare, facendomi cadere a terra.
- Prima o poi me la pagherai, ex streghetta - ringhia, poi se ne va.

Emma's diaryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora