Capitolo 26

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Sono seduto sul letto quando sento il cellulare vibrare di nuovo: è ancora lei.

"Dimmi." rispondo.

"Mi apri?" posso sentire che sta sorridendo dal tono della voce.

Manca pochissimo a mezzanotte, e lei si presenta a casa mia come se fosse un suo diritto.
Sorrido: è un uragano, non la ferma nessuno.

"Si." mentre vado ad aprirla mi preparo mentalmente; è inutile, è sempre la stessa storia.

Apro la porta d'ingresso e la vedo salire le scale: ha ancora il vestito della festa e i capelli sono un po' scompigliati, ma è bellissima lo stesso.

Sembra così sfacciata ora. Non so decidere se mi piace piu' così o quando è timida. Penso che mi piace in tutti i modi e in tutti i lati che mi ha mostrato fino ad ora. Sembra sempre così perfetta e in ordine, ma so che non è così, e forse ho un po' paura, ho paura ad andare a fondo.

"Chi si rivede." dico, mentre le mie labbra formano un sorriso. Entro in casa, seguito subito da lei.

"Siamo inseparabili." il suo tono è completamente ironico "Ma vivi solo?" ora sembra intimorita, mentre ci dirigiamo in camera.

"No, i miei sono fuori casa la maggior parte del tempo, e questo weekend sono via. Tornano domani sera. " spiego.

"Bene, perchè sarebbe stato imbarazzante incrociarli e spiegargli che non sono la tua ragazza."

"Esistono anche le amiche."

"Si, ma sembrerebbe piuttosto ambiguo, visto che mi sono intrufolata a casa tua a mezzanotte."

"I miei sono abituati a questo tipo di cose." sorrido.

"Mi stai dicendo che ti porti sempre le ragazze a casa?"

"Può darsi." amo provocarla.

"Non sei per niente credibile." ride.

Mi siedo sul letto, e lei fa lo stesso.

Questa situazione è talmente familiare che mi si stringe -ancora una volta- lo stomaco. Mi scruta ancora con quei suoi occhi giganti, e non so perchè, ma ci noto una punta di tristezza dentro.

"Quindi ti piace Elodie." lo sapevo.

"Elodie è... tutto un bel vedere." sorrido, e spero colga l'ironia nella mia voce.

"Beh, siamo molto diverse."

"Non possono piacermi il cioccolato e la pizza assieme?"

Ride della mia battuta stupida e abbassa la testa.

"Se è per questo anche io e Lele lo siamo." dico.

"Non ho mai detto che mi piaci." Mi fa la linguaccia, ed è dolce e sexy allo stesso tempo. Dio, l'effetto che mi fa.

"Non c'è bisogno di dirlo, è sottinteso." sorrido.

"Sei molto modesto Cristiano."

"Sono realista." La guardo e mi batte il cuore talmente forte che ho paura.

"Tu dici?" mi si avvicina, cosa sta facendo?

Abbasso lo sguardo, e noto solo ora che al polso ha il bracciale che le ho regalato questa sera.

"Sai che i miei pensano che resto a dormire da Lele?" cosa? "Invece no, non mi andava di stare con lui." ride, e i suoi occhi ora sono illeggibili.

"È per questo che sei venuta qui?"

"Sono venuta qui perchè ho voglia di stare con te." il mio cuore smette di battere, e dio, cosa ha appena detto? cosa vuol dire?

Impazzirò, lo so. Ne sono certo. Ma non posso illudermi. Respingo qualsiasi pensiero dalla mente e mi concentro su di lei e su quello che ho davanti ora. Ho davanti una ragazza bellissima che preferisce la mia compagnia a quella del suo ragazzo, e va bene così. Prenderò le cose così come verranno. Non voglio pensare a niente.

All'improvviso si alza, e va verso il piano.

Si siede,e dio, lei seduta al mio piano è la visione piu' bella che ho mai avuto nella mia vita. Suona dei tasti a caso, e scoppia a ridere. Sembra davvero ubriaca, ma so che non è così. È semplicemente lei, e ora sembra avere una maschera. Con me non è mai stata così, e capisco che c'è qualcosa che non va.

"Una pianista eccezionale." ride alla mia battuta, e amo, amo vederla ridere per causa mia.

"Ti voglio conquistare." dice, e oddio, stiamo flirtando o sto impazzendo?

La deve smettere, la deve fottutamente smettere. Non mi rende le cose facili in questo modo. Si diverte? si diverte a farmi impazzire?

Ricordo a me stesso ancora una volta che ho fatto una scelta, ho acconsentito ad essere solo suo amico, e anche se siamo tutto tranne quello, io non mi spingerò piu' oltre. È difficile, è dannatamente difficile con lei nella mia stanza, seduta al mio piano, mentre ride con me. Mi alzo per andarmi a sedere di fianco a lei, ma non mi accorgo che lei si è alzata, e ora mi sta guardando. Sembra terribilmente seria, ma è bellissima. Non l'ho mai vista così, ha uno sguardo strano, ma sono terribilmente attratto da questo sguardo, e so che non resisterò per molto.

"Cris..." mi si avvicina, pericolosamente.

Tutto smette di esistere quando mi bacia. Mi bacia, e -no. Non possiamo, non posso caderci ancora dentro, per quanto lo vorrei.

Mi allontano dolcemente da lei.

"Ale... non possiamo. Non voglio ritrovarti pentita di questo domani." il suo sguardo è ferito, terribilmente ferito.

"Non mi vuoi piu'?" distoglie lo sguardo e lo punta su un punto indefinito della stanza.

"Non è per questo." voglio spiegarle, deve capire, deve capire che non possiamo andare avanti e indietro.

"E per cosa? Dimmelo Cris, mi vuoi? mi vuoi ancora?"

non posso credere che la sto in qualche modo rifiutando, ma la verità è che ho solo paura, ho paura che domani torni tutto come sempre. Ho paura di un altro suo rifiuto, ma mi rendo conto che sto cercando di fermare l'inevitabile. Devo essere sincero.

"Ti voglio dalla prima volta che ti ho vista Ale, ma per te non è così."

"È così anche per me." che? il cuore mi scoppia nel petto e non posso fermarmi, non posso fermarmi davanti a questo. Non ora che l'ha ammesso.

"Dillo." ho bisogno di sentirlo.

"Ti voglio. Ti voglio anche io Cris."

La guardo, e posso sentire ogni parte di me, ogni parte di me che urla quanto la voglio, quanto sono attratto da lei.

Abbasso finalmente tutte le mie difese, quando poso di nuovo le mie labbra sulle sue.

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