Capitolo 30

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Quando esco da casa di Cristiano ho un grosso peso sullo stomaco e un nodo in gola. Devo stargli lontano, devo assolutamente farlo, non posso continuare così.

Sto per entrare in macchina quando mi squilla il cellulare: è Lele.

Il cuore inizia a battermi piu' forte.

E ora?

Vorrei ignorare la chiamata, non mi va per niente di sentirlo, ma il mio buonsenso la pensa diversamente.

"Pronto?"

"Ciao amore" sorrido mio malgrado, è sempre così dolce.

"Ciao anche a te." non voglio che percepisca la mia freddezza, ma non sto facendo nulla per impedirlo.

"Sto per venire a prenderti, ti porto a fare colazione fuori." Cosa? cazzo. No.

"Lele, in realtà non mi sento molto bene, possiamo vederci domani?" dio, non posso rischiare che mi scopra, non ora.

"Cos'hai?"

"Mal di testa, devo aver dormito male." la mia scusa è talmente patetica, io lo sono, e questa situazione lo è.

Lele non insiste per fortuna, e quando lo saluto mi sento inevitabilmente in colpa. Non so cosa farò da oggi in poi, non ne ho la minima idea. Sono così confusa, talmente confusa che potrei fare qualsiasi cazzata, e ne ho già fatte fin troppe per ora. Devo stare lontano da entrambi, ma non so se ho il coraggio di affrontare Lele e chiedergli una pausa. Il solo pensiero mi fa stare male, ma non posso far finta che vada tutto bene, non posso ignorarlo per sempre. Voglio capire se posso recuperare la mia relazione, e forse il modo migliore per farlo è stare lontana prima di tutto da Cristiano. Per quanto io lo voglia, non posso continuare a vederlo e a tradire Lele: devo prendere una posizione, e devo farlo in fretta. Da quando conosco Cristiano è come se ogni pezzo della mia vita fosse stato scaraventato via da una folata di vento, e ora, ora sono qui cercando di rimettere assieme ogni cosa. Mentre guido verso casa ripenso alla notte appena trascorsa: dormire tra le sue braccia mi ha fatta sentire bene, mi ha fatta sentire protetta, e ho paura di questo. Ho paura perchè mi fa provare mille cose diverse, cose che nemmeno mi aspettavo. Quando ho posato i miei occhi su di lui per la prima volta non mi sono resa conto che qualcosa stava cambiando. Avevo occhi solo per Lele, ma Cristiano si è fatto spazio piano piano dentro di me, e ora la sua presenza è talmente ingombrante. Potrei scrivere di lui: del suo sguardo, del modo in cui si muove e sorride, di quando mi fissa e mi sembra di andare a fuoco. Potrei scrivere delle sue dita che si muovono veloci e lente sul pianoforte, su quei tasti neri e bianchi che tanto ama. Vorrei trovare pace, ma non c'è niente che io possa fare per fermare l'uragano che è Cristiano. Vorrei di nuovo osservarlo in silenzio, vorrei sentirlo di nuovo cantare e suonare per me, ed è come se stessi facendo uno sforzo fisico ad allontanarmi da lui. È proprio così, ed è vero che ho perso me stessa, perchè non mi riconosco piu'.

Quando arrivo a casa mi strucco velocemente e mi butto sotto la doccia. Voglio rilassarmi, ma non posso bloccare il flusso dei miei pensieri, così prepotenti. Domani dovrò affrontare inevitabilmente Lele, e non mi va piu' di fingere. Devo parlargli, ma non ho idea di come cominciare, di cosa dire.

Vorrei tornare a dormire, la giornata davanti a me è ancora troppo lunga, e i miei pensieri rischierebbero di uccidermi, sul serio.

Mi butto sul letto e quando mi addormento, i miei sogni sono popolati da un ragazzo misterioso che suona al suo pianoforte, mentre mi sorride.

***

Sono le due e mezza di pomeriggio quando mi sveglio.

Dio, ho dormito per tanto tempo. Mi alzo dal letto e mi strofino gli occhi ancora incollati.

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