Capitolo 35

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Sono trascorse due settimane senza vedere Lele, due settimane nelle quali non ho fatto altro che pensare alla situazione in cui mi sono cacciata.

Mi è mancato, ma non come mi aspettavo. Se mesi fa mi avessero detto che avremmo avuto una crisi, il solo pensarlo mi avrebbe fatto provare un dolore cieco. Invece ora, ora mi manca, ma non come vorrei. Ora lo penso, ma non come dovrei. Stargli lontano sembra piu' facile del previsto, e tutto quello che sto facendo è stare sola o passare del tempo con Michele, che mi sta aiutando come solo un vero amico può fare. Mentirei se dicessi che Lele è il primo pensiero che mi riempe la testa quando mi sveglio al mattino, perchè è tutt'altro che quello. Non lo avrei mai creduto possibile, ma i miei pensieri ora sono totalmente assorbiti da un ragazzo con lo sguardo di ghiaccio e l'anima piena di passione. I miei pensieri sono assorbiti dai suoi capelli ribelli e dalle sue dita lunghe e affusolate mentre suonano i tasti del pianoforte. La mia mente è invasa dai ricordi del suo corpo contro il mio e dalle sue labbra morbide che accarezzano le mie. Non l'ho piu' rivisto, e le sue parole dopo il bacio mi ronzano ancora in testa fastidiose.

"Quando ripeterai a te stessa che devi starmi lontano, ricordati di questo."

Ogni parte di me non vorrebbe ammetterlo, ma è così.

Cristiano ha ragione. Continuo a ripetermi che devo stargli lontano, che non devo pensarlo, ma il ricordo delle sue labbra sulle mie non svanisce e non sbiadisce mai. Vorrei poter dare un nome a quello che provo, ma ho capito che qualsiasi cosa che ruota attorno a Cristiano non si può catalogare: nemmeno il mio sentimento per lui.

Non posso semplicemente chiamarlo interesse, perchè è molto di piu'. Non posso chiamarla attrazione, perchè sarebbe riduttivo. Non voglio dare etichette a quello che sento e provo, e sono giorni che vorrei fare qualcosa, ma poi non riesco nemmeno a muovere un passo in quella direzione. Non mi ha cercata, e il pensiero di lui che mette da parte se stesso per darmi tempo e spazio, mi scalda il cuore. Se lo conosco almeno un po' so che vorrebbe vedermi e parlarmi, vorrebbe avere un confronto, ancora. Sto continuando ad andare contro me stessa, e la forza che sto avendo mi sorprende. La verità è che da quando Cristiano è entrato nella mia vita continuo ad indietreggiare, continuo a cercare di allontanarmi da lui, ma ottengo l'effetto opposto: piu' mi allontano, piu' lui si avvicina.

Ha toccato parti dentro di me sconosciute, e continuo a pensare che non posso sopportare tutto questo, non posso stargli vicino, perchè quello che lui mi fa è troppo grande persino per me. Quello che lui mi ha fatto va oltre ogni cosa. Avevo una relazione stabile, un ragazzo che amavo talmente tanto e che mi ricambiava, avevo tutto. Ora non ho piu' niente. Non sono sicura di niente, non ho certezze. È crollato tutto in così poco tempo, e mi chiedo se ne vale la pena. Sfioro il bracciale al mio polso, il regalo di Cristiano per il mio compleanno, e sorrido. Lo immagino seduto al suo pianoforte, perso in sè stesso e nella sua musica, e ogni cosa sembra ritrovare un senso. Mi dà pace e tormento. Mi dà dolore e gioia. È una continua altalena anche solo pensarlo. Oscilla tutto tra il senso di tranquillità e l'inquietudine piu' profonda, perchè ormai ho capito che ho bisogno di lui, e ora mi sento piu' fragile. Ho bisogno di lui piu' di quanto abbia avuto bisogno di chiunque altro in passato, e averne la consapevolezza è devastante per me. So che non posso continuare così, mi fa male stare lontano da entrambi, ma devo prendere una decisione. Quando penso a Lele penso alla certezza, alla tranquillità dello scorrere delle giornate, alla pace, alla serenità. Quando penso a Cristiano invece, sento come se mi stessero togliendo il respiro. Sento mille sensazioni diverse, talmente intense e profonde che non riesco a gestirle. Non riesco a gestire quello che provo per Cristiano, e mi sento in un tunnel senza uscita. Cristiano è un tunnel senza uscita, come ho potuto pensare di potergli stare lontano o poterlo ignorare? Mi ha sconvolto dalla prima volta che ho incontrato i suoi occhi,  ma semplicemente non ho voluto ammetterlo a me stessa, non ho voluto ammettere che le sensazioni che ho provato da quando l'ho visto erano diverse e importanti e non avrei dovuto sottovalutarle. Invece l'ho fatto, ho sottovalutato tutto e ora mi trovo a dover gestire un groviglio di emozioni insopportabile.
Voglio vederlo. È l'unica cosa che riesco a pensare da giorni e giorni, è l'unica cosa che mi continua a ronzare in testa, perchè ho bisogno di incontrare i suoi occhi e vederci di nuovo la passione che brucia. Voglio sentire ogni cosa di me andare a fuoco, perchè non mi basta piu' pensarlo e immaginarlo ovunque. Non mi basta piu' immaginare le sue dita sul pianoforte, ho bisogno di vederle muoversi su quei tasti. Non mi basta piu' immaginare il suo sorriso, ho bisogno di rivederlo. Non mi basta piu' ricordare la sua voce, ho bisogno di sentirla.
D'impulso prendo il cellulare e compongo il suo numero. Non mi importa di niente. Ho bisogno di sentire la sua voce, è tutto quello che riesco a pensare.

"Pronto?" il mio cuore fa un sussulto quando sento la sua voce roca.

"Ciao Cris."  un sorriso si forma sulle mie labbra, mentre la mente si svuota completamente.

"Ale..." quanto mi mancava sentire il mio nome pronunciato da lui.

"Ti va... ti va di vederci?" come sempre, è come se il mio petto scoppiasse. A volte solo parlargli mi fa sentire elettrica.

"Quando?" sono le sette di sera, ma ho urgente bisogno di vederlo, non posso piu' aspettare.

"Anche ora, se puoi ovviamente."

"Scrivimi l'indirizzo così ti passo a prendere fra mezz'ora e andiamo a cenare fuori, ti va?"

Se mi va? come fa a non rendersi conto che andrei anche in capo al mondo con lui?

Sorrido.

"Va bene, a fra poco Cris."

"A fra poco."

Non riesco a smettere di pensare alla sua voce mentre mi preparo velocemente. L'agitazione come sempre ha la meglio, ma cerco di metterla a tacere assieme alle mie ansie e paranoie. Mi è mancato, terribilmente. Mi è mancato e la voglia di vederlo mi consuma.
Sto per prendere la borsa ed uscire quando sento il cellulare vibrare. È arrivato, e diamine, il mio cuore batte troppo forte. Mentre scendo le scale mi rendo conto che sono diventata anche fin troppo ansiosa e paranoica, e dovrei davvero smetterla, non può ridurmi davvero così.
Quando finalmente lo vedo, capisco che combatterlo significherebbe solo autodistruggermi.

È bellissimo, con i suoi capelli scompligliati, i jeans neri strettissimi e la giacca di pelle.

È appoggiato al cofano della macchina e mi sorride del suo sorriso abbagliante.

Cristiano è così: abbagliante. Quando c'è lui non si può prestare attenzione a nulla, nient'altro che non sia la sua persona. Dio, quanto mi è mancato. Sono a pochi passi da lui ora, e mentre ancora mi sorride penso solo che vorrei baciarlo, quel sorriso.

Ed è ciò che faccio.
Non ho nient'altro che il mio desiderio per lui, mentre annullo ogni distanza, e poso di nuovo le mie labbra sulle sue.

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