CAPITOLO V
Thomas aprì gli occhi e si vide riflesso allo specchio, dopo qualche secondo, capì che non era lo specchio ma l'agente Will Laing seduto di fianco al letto. Era sbalordito da quanto l'uomo gli somigliasse.
"Thomas. Thomas, come si sente?", gli sussurrò.
Lui tentò di sollevare il busto, ma un dolore lancinante gli attraversò la testa.
"Non si muova troppo in fretta. Ha diversi punti sulla fronte. Aspetti l'aiuto. Lei si trova in ospedale da due giorni.", spiegò con molto tatto.
Thomas si sentiva disorientato e la testa gli pulsava. Will gli passò una mano sotto il collo e una sul fianco e lo accomodò meglio sui cuscini.
"Sua madre è di sotto. L'ho costretta ad andare a pranzo, visto che è rimasta qui tutto il tempo per vegliarla. Credo di averla innervosita con il mio aspetto.", appariva dispiaciuto, anche se non poteva aver colpa di ciò.
Thomas avrebbe voluto assistere all'espressione di sua madre nel vedere quell'uomo così simile a lui. Poi, ad un tratto ricordò, la voce ancora impastata dal lungo sonno: "Luke?"
"Mi dispiace. L'esplosione l'ha ucciso."
"Ma cos'è successo?", era sempre più confuso e gli occhi s'inumidirono al pensiero dell'amico ucciso così violentemente.
L'altro spiegò: "Un ordigno sotto l'auto. Per fortuna non ci sono altri morti o altri feriti, all'infuori di lei, Thomas."
Will l'aiuto a bere un sorso d'acqua e la sua voce tornò limpida: "Chi è stato?"
"Non lo so. Non stò seguendo il caso con la polizia locale. Come le ho detto i miei capi non sanno il perché della mia presenza qui. Però, credo sia legato al caso Freeman."
Entrambi si guardarono negli occhi consapevoli che quello era il momento della verità. "Thomas posso darle del tu?", domandò con cortesia, ma con un tono di voce da agente che non ammetteva sotterfugi.
"Gli amici mi chiamano solo Tom."
Oramai le distanze verbali erano da considerarsi nulle e anche quelle fisiche persero importanza. Will si sedette sul letto: "Non ti ho chiesto nulla prima, perché ero sicuro che non avresti parlato per paura. Ma ora è diverso, devi dirmi cos'è successo a Dublino..."
L'altro l'interruppe: "Non so, non ricordo nulla. Ho solo degli incubi. Sogno tanto sangue e un uomo morto ai miei piedi.", tremava, eppure per la prima volta sentiva di poter parlare senza temere ciò che l'altro poteva dire, gli aveva già precisato che non lo riteneva un assassino.
"Credo di saper il perché dei tuoi vuoti di memoria. Freeman era un paparazzo famoso qui a Londra per usare certi trucchetti, in modo da ottenere foto scandalose. Molti dei tuoi colleghi dopo averlo incontrato di sera, si sono svegliati il giorno dopo e non ricordavano nulla delle bravate delle notte. Scoprivano tutto solo dai giornali e dalle foto. Tu sei stato drogato con del GHB da Freeman solo per essere paparazzato e credo che anche qualcun altro dei tuoi colleghi, tipo Chris, abbiano ingerito la stessa droga. Non sono riuscito a parlare con lui, ma scommetto che ha avuto i tuoi stessi vuoti di memoria in riferimento a quella notte. Luke non mi ha voluto parlare l'altro giorno, forse lui sapeva qualcosa."
Thomas lo guardò stupefatto. Tutto iniziava ad avere un terrificante senso.
"Quindi potrei aver ucciso..."
"No, impossibile! Forse, eri presente con Chris, ma sei un brav'uomo ed il GHB non fa fare cose contro la propria natura!"
La spiegazione lo risollevò un po', ma l'idea di essere stato drogato non era piacevole.
"Benedict ha detto che quand'ero con Chris, Luke ci stava portando in albergo e forse c'era qualcun altro con noi. Chiedilo a Benedict lui ricorderà più particolari di..."
Venne interrotto da una mano dell'agente sul suo braccio, non era fastidiosa come quando l'aveva posata sulla sua spalla le altre due volte.
"Tom, non so come dirtelo. Benedict Cumberbatch si è buttato dal tetto di un palazzo questa mattina."
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Tom Hiddleston - OSSESSIONE
FanfictionThomas Hiddleston è perseguitato da qualcuno. Chi sarà? Potrebbe essere una minaccia? Una rocambolesca indagine che porterà l'attore Thomas e l'agente Will Laing a scoprire la verità su loro stessi e le persone che hanno accanto. Questa è la mia pr...