L'esplosione aveva spazzato via le strutture interne del capannone.
Le sottili pareti erano state dilaniate dalla forte onda d'urto e ora si levavano le fiamme, che stavano invadendo tutto il capannone e soprattutto gli archivi e i depositi.
Enormi scaffali erano caduti come tessere del domino.
Sif si era rifugiata sotto uno di quegli scaffali. Gli scatoloni per quanto pesanti fossero, avevano attutito l'esplosione. Si trovava ranicchiata contro un muro portante e lo scaffale metallico che si era tirata dietro inclinandolo contro il muro. Era sommersa dalle carte, ma non era ferita.
Le fiamme presero subito forza in ciò che restava dell'archivio.
Doveva uscire subito.
La porta era crollata insieme ad una porzione di parete. Era costretta a passare di lì, attraversare le macerie e sperare che le fiamme non la intrappolassero.
Si tolse con fatica gli scatoloni di dosso, erano incastrati fra loro, e strisciò fuori dal suo rifugio. Il fumo della carta incendiata era terribile, le bruciavano la gola e gli occhi.
Le fiamme si alzavano sempre più.
Corse il più velocemente possibile attraverso l'apertura, ma il fumo peggiorò, una volta fuori da quella stanza.
C'erano abiti di scena, fatti con tessuti di fibre sintetiche, che bruciavano e la sottile polvere nera proveniente da quella combustione era così appiccicosa da chiuderle la gola.
Annaspava, si costrinse a fare in apnea gli ultimi metri verso l'uscita.
Quando fu fuori, cadde a terra stremata. Cercò l'aria pulita, ma non la sentiva arrivare alla gola, tossì cercando di sputare il catrame delle particelle del fumo. Non capiva perché i soccorsi non fossero già arrivati.
Afferrò il cellulare, aveva bisogno d'aiuto e richiamò Andrews continuando a tossire. Lui già sapeva dove si trovasse perché l'aveva tenuto informato tramite sms.
Si accorse di non riuscire a parlare, la voce e l'ossigeno erano spariti dalla sua gola.
"Sif." La voce dell'uomo era calma, però alla mancata risposta della donna e al continuo tossire, cambiò in un tono preoccupato.
"Sif, Sif... Arrivo!"
Sif si arrese e crollo al suolo completamente. Nella sua mente aveva fatto il possibile per salvarsi, non c'era più nulla da fare se non aspettare i soccorsi.
Quando riaprì gli occhi era su un lettino rialzato in un'ambulanza ferma, con la mascherina dell'ossigeno sul viso.
Il detective Andrews era lì vicino e parlava con degli uomini in divisa.
Sif si levò la mascherina e lo chiamò, ma un colpo di tosse le fece infiammare ulteriormente la gola. Un paramedico accanto cercò di rinfilarle la mascherina, ma lei si rifiuto di metterla.
Andrews notò il movimento e le fu subito accanto.
"Non sforzare le corde vocali. Hai inalato troppo fumo. Ora ti portano in ospedale perché temono una crisi respiratoria. I polmoni sono messi male." usò il tono più rassicurante che possedeva.
Riuscì a rimetterle la mascherina, ma capì che Sif avesse qualcosa da dire.
Prese una penna e un blocchetto per appunti dalla sua giacca e li passo alla donna. Sif lo ringraziò mentalmente per essere così premuroso e iniziò a scrivere nel piccolo blocchetto: CAPANNONE 6 TERRORISTA DELL'IRA.
"L'abbiamo trovato. È morto! Era ammanettato."
Sif spalancò gli occhi: L'HO AMMANETTATO IO PER NON FARLO FUGGIRE! COME È MORTO?
"Colpo d'arma da fuoco alla testa. Cosa facevi nell'altro capannone?"
CERCAVO IL NOME DI UNO DEI DUE A CUI AVEVA INSEGNATO A COSTRUIRE LA BOMBA, L'ALTRO ERA CUMBERBATCH.
La mano di Sif tremava. Andrews la prese tra le sue per calmarla dallo shock.
"È meglio se ora vai in ospedale, qui continuo io." insistette facendo segno al paramedico di prepararsi ad andare via.
Non appena le lasciò la mano, lei riprese a scrivere: HAI BISOGNO DI PERSONE FIDATE. CHIAMA EVE. NESSUNO È AL SICURO!
Il detective vide l'ambulanza con Sif andare via. Sul suo taccuino rimanevano impresse quelle frasi preoccupanti. Tutta quella storia lo preoccupava.
Si chiese, perché fosse stato messo su quei casi così all'improvviso e chi era che andava in giro ad uccidere senza farsi scrupoli.
Era indietro con le indagini, non per colpa sua, semplicemente perché non trovava tutti i rapporti e ciò che gli arrivava in ufficio sembrava essere stato trattenuto o persino modificato.
Una delle prime regole non scritte che aveva imparato, era che non si doveva mai accettare un'indagine già avviata da un altro agente, soprattutto se questi era misteriosamente in malattia.
Telefonò a Eve Laing, perché aveva davvero bisogno di persone fidate accanto.
Le chiese di non mettere in agitazione Will raccontandogli di Sif.
Eve non ci mise molto ad arrivare.
Si erano incontrati un paio di volte, visto il lavoro d'investigatrice privata che svolgeva da quando era stata espulsa dall'INTERPOL. Si rispettavano molto, ma lei restava sempre una civile e Andrews doveva stare bene attento a come l'impiegava in quell'indagine.
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Tom Hiddleston - OSSESSIONE
FanfictionThomas Hiddleston è perseguitato da qualcuno. Chi sarà? Potrebbe essere una minaccia? Una rocambolesca indagine che porterà l'attore Thomas e l'agente Will Laing a scoprire la verità su loro stessi e le persone che hanno accanto. Questa è la mia pr...