Thomas osservò Will rivestirsi con grande fatica, la spalla gli doveva ancora far male, anche se non l'aveva dato a vedere mentre si godeva le attenzioni di Thomas a letto, sotto il piumone verde.
Sull'altra spalla aveva poggiato il cellulare.
Thomas trovò per un istante divertente vederlo ricomporsi, mentre parlava al telefono con la sorella. Alla fine decise di aiutarlo a rinfilarsi la felpa rendendosi conto che qualcosa non andava.
Subito dopo, Will gli aveva passato la sua maglia e pronunciato con le labbra un muto "Rivestiti".
Lo vide sistemarsi la pistola alla cintura e continuare la conversazione, dall'espressione c'era qualcosa che non andava. Dopo qualche secondo in cui il volto di Will era diventato un fascio di nervi, si ritrovò a infilarsi il proprio giaccone lanciatogli dall'uomo, mentre lui stava prendendo una giacca di pelle nera nell'armadio.
"Eve cosa vuol dire che non trovate i corpi?"
Thomas era sbiancato. Gli sussurò sconvolto: "Will cos'è successo? Corpi?"
Will gli si mise a fianco. "Aspetta Eve, inserisco il vivavoce."
"Will aspetta..."
Eve si accorse appena in tempo di essere ascoltata anche da Thomas. Aveva chiesto di tenere la conversazione per sé, ma il fratello doveva aver sentito odore d'inganno.
Will passò il cellulare a Thomas che sembrava aver molte domande da porre, nel frattempo riaprì la scatola della pistola e ne estrasse un caricatore pieno di proiettili e un coltellino a scatto.
Thomas iniziò con le domande: "Eve cosa sta accadendo?"
"Tom siamo in ospedale per via di Sif. Lei sta bene, deve solo restare in osservazione per via del troppo fumo che ha inalato durante l'incendio doloso, al capannone dove stava conducendo le indagini."
Will lanciò uno sguardo preoccupato verso Thomas, però si trattenne dal fare domande.
"Qui in ospedale abbiamo scoperto che i corpi di Benedict e Kenneth non ci sono e secondo Andrews, ricordi il detective che ti ha accompagnato in albergo? Adesso ha lui in mano le indagini. Beh, secondo Andrews mancano anche dei verbali e dei documenti riguardanti i tre omicidi. Tom, sospettiamo tutti che Kenneth e più probabilmente Benedict siano vivi.".
Thomas non capiva. Cercava di mettere insieme quelle informazioni, eppure gli suonavano irreali.
Will stava ancora armegiando in giro per la stanza. Vedendolo con lo sguardo perso nel vuoto, mentre Eve continuava a descrivere tutto l'accaduto a Sif, parlando anche di un certo ex terrorista morto, gli levò il cellulare di mano e disse alla sorella: "Eve sento dei rumori in casa. Ci sentiamo dopo."
Thomas sobbalzò a quella frase, perché non aveva sentito nulla.
"Will aspetta...", la chiamata fu interrotta e il cellulare buttato sul letto.
"Will chi c'è...", cercava di percepire qualche rumore, ma non ci riusciva.
"Calmo, non c'è nessuno. Non ancora."
L'uomo era sempre più confuso e agitato.
"Eve mi stava dando troppe informazioni e poi non avrebbe mai telefonato, sapendo che io sarei corso ad aiutarli nelle indagini. Se la conosco bene è un modo per trattenerci qui. Temo che Andrews abbia tirato le conclusioni sbagliate e voglia venire a prelevarci. Adesso ascolta Tom.", gli si avvicinò afferrandogli il viso fra le mani.
"Io non mi sento sicuro ad andare al distretto di polizia visto che sono arrivati a Kenneth in una prigione, non oso immaginare cosa possa accaderti in un commissariato. Quindi, ora scappiamo.", lo affermò con un sorriso sornione.
Thomas l'osservò incerto.
"Ma Will, saremo ricercati se ora fuggiamo."
"Ricercati, ma vivi!"
Will tirò fuori dalla tasca un coltello preso prima dalla scatola e lo fece scattare a pochi centimetri dal viso dell'uomo.
La lama era ondulata e sottile, e stranamente la vicinanza al suo viso non gli incuteva timore.
"Sai maneggiare uno di questi? Devi solo farlo scattare e piantarlo nel fianco di chi tenta di farti del male. Se lo giri farai maggiori danni e potrai fuggire."
"Will non credo di poterlo usare."
Will non ascoltò, era già tardi per perdersi in chiacchiere. Lo richiuse e glielo infilò nella tasca dei pantaloni, mentre gli dava un bacio veloce sulle labbra.
"Andiamo."
Will osservò la strada da dietro la tenda del salotto. Non c'erano auto sospette in vista. Osservò meglio e vide il riflesso di un'auto della polizia nella vetrina di un negozio. L'auto era parcheggiata dietro l'angolo.
"Di qui non si passa."
"Will come credi di fare a sfuggire alla polizia?"
Thomas era teso. Will lo prese per mano e lo condusse lungo il corridorio e invece di uscire dalla porta sul retro, scesero delle scale che portavano in cantina.
Will aprì un alto finestrone che dava su un giardino poco curato. La casa di fianco doveva essere abbandonata da più di un anno. Sembrava una buona via di fuga se non fosse stato per le sbarre alla finestra, pensò Thomas.
Will diede due colpi alle sbarre e caddero facilmente.
"Sono mesi che dico a Eve di farle fissare meglio. Poco male."
Thomas iniziò a pensare che la fuga fosse una cosa fattibile. Aiuto Will ad arrampicarsi per poi tirarsi su senza fare fatica. L'uomo sentiva ancora dolore alla spalla.
Dall'interno della casa provenivano rumori, Will sistemò le sbarre in modo da non far sospettare alla polizia da dove erano fuggiti, poi si allontanarono correndo dietro la casa vuota.
Thomas si era sentito prendere per il polso e condurre da Will. L'avrebbe seguito ovunque.
Si nascosero in un anfratto della casa vuota, ben lontani dalla visuale della polizia che stava circondando la casa di Eve. Thomas sentì il corpo di Will spingerlo al sicuro contro la parete, le sue mani lo stringevano in vita e sembrava divertito da tutta la situazione, mentre Thomas lo guardava con un finto sguardo di rimprovero.
Restarono fermi in attesa del momento più opportuno per correre verso la casa accanto.
Will gli fece notare che c'era da fare un salto e gli disse di restare il più basso possibile dopo aver oltrepassato lo steccato bianco.
Thomas aveva tutti i muscoli in tensione per l'adrenalina e l'ansia, l'altro se ne accorse e sorrise di più.
"Con te è più divertente darsi alla fuga."
L'attore si limitò a fare una faccia severa, ma si capiva che iniziasse a trovare la situazioni eccitante. Quando fu il momento in cui nessun poliziotto poteva notarli, si lanciarono verso lo steccato. Entrambi saltarono con estrema facilità e si accovacciarono oltre la bianca barriera.
Thomas si senti afferrare con violenza l'avanbraccio, ma questa volta non era Will.
Quando si voltò a guardare, si ritrovò faccia a muso con un grosso cane.
Prima che il cane potesse ritentare nell'affondo, si sentì tirare lontano dalla bestia che si impennò sulle zampe posteriori trattenuto dalla catena. Stava abbagliando.
"Buono Fufi! Sta buono Fufi.", lo sgridò Will.
"Potevi dirmelo del cane. E poi che razza di nome è Fufi per quella belva?"
Will sorrise, mentre lo portava lungo un vialetto, dove un'anziana donna, la padrona di Fufi, so affacciava dalla finestra.
"Will cosa succede?"
"Nulla signora Brown. Resti in casa, stiamo inseguendo un fugiasco."
Così dicendo riuscirono ad oltrepassare la casa e si ritrovarono vicino ad un capannone, forse un'officina.
Entrarono al suo interno; sembrava essere vuoto e abbandonato da tempo.
Il quartiere non era un posto dove restare a lungo.
"Come va il braccio? Scusami, mi ero dimenticato di Fufi." "Nulla di grave, ma rivedrei il nome del cane." affermò irritato.
Continuarono a correre, nell'intento di uscire dall'altra parte, ma arrivati alla fine dello stabile non trovarono un'uscita.
Era tutto bloccato e le sirene si stavano avvicinando, forse su indicazione della signora Brown.
Will trovò una lamiera che sembrava potersi aprire verso l'esterno, gli diede una spinta con le mani e poi una spallata con il lato sinistro del corpo, realizzando subito che era stata una pessima idea. Urlò di dolore per via della spalla.
Thomas prese l'iniziativa e usando il piede diede dei colpi per aprirla il più possibile. Aveva dei buoni muscoli nelle gambe.
Finì di aprirla infilandosi a fatica in mezzo alle lamiere.
Will lo aiutò spingendo il più possibile il pezzo di metallo.
Un'auto della polizia era entrata nel capannone. Le sirene rimbombavano lungo la struttura.
Thomas era riuscito ad uscire e stava tirando la lamiera con tutta la forza che aveva, graffiandosi i palmi delle mani, ma Will non riusciva a passare. La spalla lo stava uccidendo di dolore e la sua muscolatura era più imponente per potersi infilare tra le lamiere.
"Tom, va' via!"
Gli occhi di Will imploravano d'ascoltarlo.
"Tom, ti amo. Adesso corri."
Vide Will venir buttato a terra, mentre urlava di dolore. Una mano tentò di afferrare anche Thomas, ma lui scattò velocemente e iniziò a correre.
Correva senza sapere dove andare.
Nessuno lo stava ancora inseguendo.
Continuò a correre finchè non trovò la strada sbarrata da una rete metallica. Le sirene erano tutte molto lontane. Tentò di scavalcarla, ma una mano l'afferrò e sbattè di faccia al freddo metallo.
Le maglie di ferro gli graffiarono il volto e rupperò il labbro superiore.
Il corpo di un uomo lo schiacciò sempre più contro la rete, bloccandogli le braccia e la mano che tentava di cercare il coltello a scatto nella tasca dei pantaloni.
Il terrore lo investì.
Una voce al suo orecchio sussurrò: "Adesso noi due facciamo i conti."
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Tom Hiddleston - OSSESSIONE
FanficThomas Hiddleston è perseguitato da qualcuno. Chi sarà? Potrebbe essere una minaccia? Una rocambolesca indagine che porterà l'attore Thomas e l'agente Will Laing a scoprire la verità su loro stessi e le persone che hanno accanto. Questa è la mia pr...