Will era seduto in una stanza del commissariato.
Un poliziotto lo teneva d'occhio, visto che il detective Andrews gli aveva tolto le manette per via del dolore alla spalla. Gli aveva anche fatto avere del ghiaccio da metterci sopra e una pillola di antidolorifici.
Will aveva infilato il ghiaccio sotto la felpa e ne sentiva le gocce d'acqua scivolargli lungo il petto e la schiena, dandogli solievo. Dopo un'ora andava già meglio, era solo in ansia per Thomas, nessuno gli diceva nulla.
Davanti a lui c'era il tavolo e oltre un vetro, il corridoio e un'altra stanza, le pareti in parte erano delle lunghe finestre dove non erano state tirate le persiane. Fu allora che notò passare due uomini lungo il corridoio, uno era un poliziotto, l'altro Thomas.
Andrews entrò nella stanza e Will lo degnò solo di un breve sguardo per poi tornare ad osservare Thomas, che era stato fatto accomodare nella stanza di fronte.
Ci mise un po', ma anche lui lo vide.
"Ora che l'hai visto ti senti più tranquillo?", disse serio il detective.
"Cosa ha fatto al viso?"
Dei graffi gli ricopriva la guancia destra, non davano l'impressione a Will d'essere profondi, visto che non sanguinavano.
"Colpa mia." si giustificò Andrews.
Will lo guardò furioso.
Oramai, era evidente la cotta che avevano l'uno per l'altro anche a Andrews che decise di non infierire più del necessario e volle spiegare la sua aggressione nei confronti di Thomas.
"Deve proprio piacerti un sacco? Questo è tuo? Stava per tirallo fuori, gli ho fatto un favore a ridurlo in quello stato, prima che i miei colleghi sparassero."
Gli mostrò il coltello a scatto, non appena il poliziotto di guardia fu uscito dalla stanza, voleva passare sopra al fatto che l'attore fosse armato.
"È in arresto?" domandò preoccupato.
"Non per il coltello e non ancora per il resto. Dipende da cosa avrà da dire." spiegò il detective, sedendosi accanto e lasciando la visuale libera ai due uomini.
Thomas fissava Will, non sembrava preoccupato e dopo un po' anche Will si tranquillizzò. Finchè restavano uno di fronte all'altro non c'erano pericoli.
"Will, tu non sei uno che abbassa la guardia in questo modo. Spiegami perché sei sicuro che sia innocente?"
L'uomo portò l'attenzione per un breve istante sul detective per poi ritornare a guardare Thomas.
"Perché lo è.", rispose sicuro.
"Tutto qui?"
Will lo guardò di traverso: "Cosa vuoi sapere?"
"Se può aver ucciso Freeman, Wilson e Branagh con la complicità di Cumberbatch?"
Sorrise: "Sempre affrettato nelle conclusioni Naveen. Quando imparerai che per arrivare alla verità bisogna avere tutte le informazioni? Ho sentito che ti sono spariti dei rapporti."
Andrews sembrò infastidito dal tono di Will. Erano amici, ma solo quando lavoravano dalla stessa parte. Ora c'era ben poco di amichevole tra di loro.
"Non sono solo i rapporti ad essere spariti. Dopo la morte di Branagh ti ho cercato e ho cercato il suo avvocato, perché eravate gli ultimi ad avergli fatto visita. Tu eri a casa del regista con la faccia di Thomas a combinare guai davanti la polizia e ai giornalisti, mentre l'avvocato è sparito nel nulla."
Will spalancò gli occhi nella sua direzione. Ricordava d'aver visto l'ultima volta l'avvocato entrare nella stanza colloqui del carcere. Era stato uno dei suoi primi sospettati per quell'omicidio.
"E non è l'unico ad essere sparito. Meno di un'ora fa è arrivata la denuncia di scomparsa di Wanda Fletcher. Se non sbaglio sei stato uno degli ultimi a vederla stamane in ospedale."
Will iniziò a temere che quello in arresto fosse lui e non Thomas.
"Dimmi cosa devo pensare, perché a me la verità sembra solo una." domandò nervoso per tutta quella situazione.
"Naveen, davvero vuoi credere ad una cosa simile?"
Will quasi gli sorrise ponendogli quella domanda.
Il detective si alzò e si diresse verso la porta, fermandosi con la mano sulla maniglia.
"Non so a cosa credere! So solo che qualcuno sta cercando di impedirmi di fare il mio lavoro e soprattutto sta facendo ricadere la colpa tutta su di te e il tuo ragazzo."
Will lo vide aprire la porta.
Da agente capiva i suoi dubbi e non l'avrebbe rimproverato se avesse rinchiuso entrambi in una cella. Tutto era contro di loro.
Riguardò verso Thomas, i suoi occhi azzurri erano fissi su di lui.
"Che fai? Non vieni?"
Guardò l'uomo senza capire.
"Non vuoi stare accanto al tuo bel attore."
Si ritrovò a pensare, mentre si dirigeva verso la stanza interrogatori di Thomas, che Andrews era un buon detective, costretto dalle circostanze a fare determinate scelte.
Entrato nella stanza, voleva solo correre ad esaminare ogni graffio, ma si trattenne.
Si sedettero anche loro al tavolo fissato al centro della stanza. Fu Thomas a rompere il silenzio: "Stai bene? "
Will aveva lasciato il ghiaccio nell'altra stanza per non far preoccupare ulteriormente l'uomo.
"Io sì. Tu?"
"Sì."
L'ho notò massaggiarsi i polsi senza manette.
Andrews era andato troppo sul pesante con lui.
"Il signor Hiddleston ed io abbiamo parlato un po' di tutto venendo qui. L'ho già informato di Wanda e dell'avvocato. Solo una cosa non mi torna..."
Il detective stava sfogliando delle carte portategli da un agente.
"Will non hai detto al tuo amico delle indagini approfondite svolte sul conto di Cumberbatch. Qui ho una copia di tutto il materiale riguardante l'attore che ti ho passato."
Will stava per rispondere, quando Thomas gli domandò: "Indagavi su Ben?", sembrava infastidito, Will non capiva il perché.
"Sì, hai visto le carte nella mia stanza. Era tutto scritto lì."
"No, non c'era scritto nulla d'importante su Ben.", ora era arrabbiato con Will e lui non capiva il perché.
"Tom erano tutte lì, c'erano diversi fascicoli, era per questo ti ho domandato se volessi spiegazioni."
"Ti ripeto, non c'era nulla."
Andrews intervenne: "Può averle prese Eve? Aspetta, le telefono. È rimasta con Sif in ospedale.", si allontanò dal tavolo.
Thomas aveva l'aria furente, ma restava composto.
"Tom sei sicuro che non ci fossero?"
Lui gli sibillò: "Sì, se ci fossero state ti avrei chiesto maggiori spiegazioni, non credi?"
"Sei arrabbiato solo perché non ti ho parlato delle indagini su Benedict?" domandò inarcando un sopracciglio.
"Ben era, anzi è, mio amico. Quando ero in lacrime per lui, nel salotto di Eve, avresti dovuto raccontarmi dei tuoi sospetti."
"Credevo sapessi già tutto. Comunque il tuo caro amico ti ha nascosto un bel po' di cose."
Ora anche Will era irritato. Stavano litigando a causa di un uomo e non era un bel inizio per una relazione.
Andrews si avvicino a loro.
"Eve sta arrivando. Sif si sente meglio, ma non può ancora lasciare l'ospedale. Per i documenti, tua sorella ha detto di non averli spostati. Sono scomparsi proprio come sono scomparsi i verbali e i rapporti qui in ufficio."
Will intuì: "Qualcuno è entrato in casa e l'ha presi. Forse, non volevano che collegassi Benedict a qualcosa o a qualcuno. Chiunque sia stato è capace di tutto."
Thomas continuava ad essere arrabbiato con lui, ma l'idea che qualcuno potesse fare del male alla nipote per delle stupide carte, lo faceva infuriare ancora di più.
"Mi dite cosa c'è di così importante su quei fogli?"
Andrews gli passo le fotocopie davanti a lui, le aveva fatte fare solo perché conoscendo Will e sapeva bene in quale tipo di guaio stava per cacciarsi. Aveva pensato, meglio essere previdenti e le aveva noscoste nel suo armadietto al commissariato.
"La vita di Benedict Cumberbatch. Solo che non è come l'ha sempre raccontata. Ci sono dei vuoti nella sua storia. Periodi in cui non risulta nei luoghi in cui a studiato e persino la famiglia sembra non essere mai esistita. È come se un giorno fosse apparso dal nulla. Tu ne sai niente?" domandò il detective.
Thomas era incredulo.
"No, so che aveva dei pessimi rapporti con la famiglia, non ne parlava mai e sinceramente non abbiamo mai parlato molto della nostra infanzia e adolescenza. Molti dei discorsi erano successivi al debutto in teatro."
Anche Thomas iniziava ad accorgersi della poca conoscenza riguardo alla vita di quello che chiamava amico. Will aveva ragione ad indagare su di lui, ma restava il fatto che non gliene aveva parlato chiaramente. Iniziava a rendersi conto di quanto poco conoscesse le persone della sua vita.
Mentre sfogliava le carte, senza sapere bene cosa guardare, Eve entrò nella stanza. Will si irrigidì, era arrabbiato con lei. In quella stanza tutti e tre l'avevano tradito in un modo o nell'altro, non riusciva più a fingere professionalità.
"Ho bisogno di un caffè."
Si alzò e uscì.
Andrews non fece nulla per fermarlo, ma fece intedere a Eve di chiarire.
Thomas continuava a tenere gli occhi sulle carte. Era giunto alla conclusione che Benedict gli avesse sempre mentito su tutto.
Eve raggiunse Will nel cucinino alla fine del corridoio.
"Perche mi hai tradito?", non le diede neanche il tempo di avvicinarsi.
"Tutta questa storia non ha senso. Ero preoccupata per te."
Eve non era il tipo di persona che si faceva dire cosa pensare o fare, se non per scelta sua.
"Dovevi fidarti di me e del mio giudizio. Davvero pensavi che Tom fosse un pericolo?"
Eve era certa d'aver fatto la cosa giusta, non sentiva di doversi giustificare.
Un telefono suonò, mentre Will la guardava con occhi severi e le mani tremanti su una tazza di caffè che non aveva voglia di bere. Era stato trattato nel peggiore dei modi da un amico, Andrews, da sua sorella e dal secondo uomo a cui aveva detto ti amo.
Chi poteva fargli più male di così, si domandò.
Eve rispose al cellulare: "Sì stiamo bene... Sì, è qui davanti a me!"
Will pensò che ci mancava solo lui per farlo sentire peggio. Eve gli passo il cellulare e lui lo afferrò.
Con tono sarcastico: "Vice capo."
"Will, non fare l'idiota adesso. Devi ascoltarmi. Sei finito in un bel casino..."
Will roteò gli occhi: "Sì papà. L'ho capito da un bel po'!"
"Dannazione Will, metti da parte i tuoi problemi con me e ascoltami! Kenneth Branagh è vivo."
"Questo l'avevamo intuito da un sacco di tempo. Il problema è trovarlo." ghignò.
La voce profonda è inflessibile dall'altra parte della linea disse semplicemente poche parole che fecero tremare Will.
"È qui, davanti a me!"
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Tom Hiddleston - OSSESSIONE
Hayran KurguThomas Hiddleston è perseguitato da qualcuno. Chi sarà? Potrebbe essere una minaccia? Una rocambolesca indagine che porterà l'attore Thomas e l'agente Will Laing a scoprire la verità su loro stessi e le persone che hanno accanto. Questa è la mia pr...