21-Morte

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La pioggia scendeva fitta e l'aria era fredda e cupa. L'odore della terra smossa riempiva le narici di Thomas.
Tutto gli dava l'idea di morte e non c'era da meravigliarsi visto che si trovava in un cimitero.
Guardava la tomba scavata di fresco davanti a sé, la bara era già stata posata al suo interno e una corona di fiori, rose rosse, copriva la lapide di pietra. Aveva una forma strana, non ne aveva mai viste a forma di cuore, con delle rose così rosse che la pioggia contribuiva a renderle di un colore più acceso, quasi sanguigno.
Non era rimasto nessuno con lui e con la bara. La pioggia aveva costretto tutti ad andare via, verso la fine erano rimasti solo lui, Jenny e Eve, ma anche loro erano state costrette a rinunciare ad assistere alla sepoltura, perché i viottoli del cimitero non erano adatti alla sedia a rotelle e l'acqua non aiutava.
Si era offerto di restare, ma l'uomo che doveva ricoprire la bara non si vedeva.
Sentiva freddo fin dentro le ossa ed era fradicio dalla testa ai piedi, eppure l'unico posto in cui voleva essere era quello.
Si sentiva in pace lì, come se tutto ciò che era successo non avesse più importanza. Neanche l'imbrunire lo spaventava, guardandosi intorno vedeva solo lapidi e costruzioni in marmo o mattoni con cancelli elaborati.
Non capiva perché l'uomo ci mettesse tanto a completare la sepoltura.
Una folata di vento fece cadere la corona a forma di cuore che finì nella fossa, appoggiandosi sulla bara. Thomas la guardò e una lacrima scese lungo le guance mescolandosi alla pioggia. Il dolore riesplose di nuovo nel suo cuore, come se stesse ricordando sensazioni che non credeva d'aver provato.
Guardò la lapide, ora visibile e il cuore iniziò a stringersi in petto. Il nome, quel nome, era la parola più dolorosa che riuscisse a pronunciare: "Will".
Scoppiò a piangere, portandosi una mano in viso, mentre qualcosa dietro ad un albero si muoveva. Ne avvertì la presenza prima ancora di vedere un lungo cappotto e la sciarpa verde-oro coperta in parte da dei lunghi capelli nero corvino.
Urlò quel nome: "Will?", ora sembrava meno doloroso, quasi un grido di speranza.
"Will!"
Corse verso la figura che si allontanava tra i cipressi.
Non lo vedeva bene, ma era certo di chi fosse quel corpo snello e con larghe spalle.
"Aspetta Will!"
Il cuore gli arrivò in gola, mentre l'inseguiva senza riuscirlo a vedere del tutto.
Quando sbucò in un viale del cimitero, dove si affacciavano centinaia di casette con i loro cancelli chiusi e aperti, capì d'averlo perso. Si girò a guardare in tutte le direzioni e non vide nessuno.
Riprese a piangere, mentre camminava lungo il viale.
Sentiva la disperazione soffocarlo. Voleva urlare al cielo e lo fece, ma una mano l'afferrò e tirò all'interno di una di quelle casette e contro il cancello aperto.
Sentì delle labbra calde e umide, molto famigliari, posarsi sulle sue e capì d'istinto chi fosse.
Non serviva neanche guardarlo. Si strinse a lui e lo baciò come non aveva mai fatto.
Quando si staccò dalla sua bocca, rivide gli occhi verdi di cui s'era innamorato.
"Will sei vivo?"
"Tom" sussurrò.
"Com'è possibile? Io c'ero, ti ho visto morire!" voleva delle risposte, ma lui continuava solo a dire il suo nome.
"Tom"
Al terzo: "Tom", Will svanì, mentre una forte luce gli invadeva la visuale.
Guardò davanti a sé e vide Jenny che lo chiamava.
"Tom, scusa se ti sveglio. Volevo solo dirti che il dottore è uscito dalla sala operatoria."
L'uomo si raddrizzò sulla scomoda sedia imbottita della sala d'attesa, dove aveva passato le ultime otto ore, tanto era durata l'operazione di Will.
Il sole che entrava dalla finestra l'accecava, ma poteva comunque vedere Eve parlare con il chirurgo.
Scattò in piedi e s'avvicinò ai due, affiancato da Jenny. Il medico smise di parlare in sua presenza, questioni di privacy, immaginò. Eve l'incalzò: "Dottore, lui è il compagno di Will. Può dirgli tutto sulle condizioni di mio fratello."
Era strano per Thomas sentirsi chiamare il compagno di Will, ma non gli creava imbarazzo in quel momento, solo una piacevole sensazione d'appartenenza.
"Come dicevo, abbiamo estratto il proiettile e ricucito tutto. Il polmone era perforato e l'arteria bucata, ci ha dato molti problemi. Abbiamo rischiato di perderlo per ben due volte, ma siamo riusciti a rianimarlo in entrambi i casi. Credo che non ci siano danni al cervello in conseguenza di tutto ciò. Per esserne sicuri dovremmo aspettare il suo risveglio e ci vorrà un po'. Adesso lo stiamo tenendo in coma farmacologico e gli stiamo facendo delle trasfusioni di sangue, visto che ne ha perso molto. Suo fratello è davvero attaccato alla vita, dobbiamo solo sperare che risponda bene al post-operazione. Non voglio essere precipitoso, ma credo che possa risvegliarsi a giorni."
"Possiamo vederlo?" domandò Eve.
"Sì, solo in due e per poco. È in rianimazione, non potete avvicinarvi. L'infermiera vi aiuterà."
"Grazie dottore."
Lo videro allontanarsi e tutti e tre ebbero la sensazione che in fin dei conti l'uomo non avesse dato un vero parere sulla ripresa del suo paziente.
"Vi aspetto qui." disse Thomas con l'aria abbattuta, mentre un'infermiera s'avvicinava.
Jenny lo osservò: "Tom, puoi andare tu al mio posto? Io non me la sento di vederlo in quello stato."
Thomas accennò un breve sorriso di ringraziamento. Voleva vederlo più di ogni cosa al mondo.
Eve non ebbe nulla da ridire. Lei sentiva di avere meno diritto di tutti di vederlo, dopo ciò che era successo il giorno prima.
Vennerò accompagnati in una stanza, indossarono delle protezioni sterili per non inquinare l'ambiente di microbi. Misero anche una mascherina in viso ed entrarono in un lungo corridoio, su cui si affacciavano delle stanze divise dal corridoio da pareti vetrate.
A Thomas quel luogo ricordava il cimitero con le casette e i cancelli, lungo il viale del suo sogno.
Come nel suo sogno, trovò Will in una di quelle stanze. Era circondato da tubicini e macchinari e stava subendo una trasfusione di sangue.
Lo guardò da dietro al vetro, era tutto ciò che gli era consentito.
Eve aveva l'aria distrutta. L'ultima volta che aveva parlato con lui era stato per litigare.
"Sai Tom, lui è sempre stato l'unico della famiglia a sostenermi ed ora potrei perderlo. Jenny lo considera più un padre che non uno zio. Non so come farà senza di lui se..."
"No, non accadrà nulla di brutto a Will. Hai sentito il dottore? È attaccato alla vita."
Le posò una mano sulla spalla, mentre lei si lasciava andare al pianto.
Doveva essere lui quello forte, anche se voleva piangere come un bambino.
"Senza di lui non so neanche come fare per l'operazione di Jenny. Lei non si lascerebbe mai operare senza poterlo avere accanto." disse, asciugandosi le lacrime.
"Per quando è fissata?"
"In questi giorni, in seguito l'equipe medica si sposterà. Non abbiamo neanche trovato la somma di denaro necessario..." venne interrotta.
"A quella ci penso io."
Eve lo guardò contrariata.
"No Tom, tu non devi. Non è una tua responsabilità."
Lui la guardò sicuro di sé.
"Lo è! Non posso stare fermo a guardare mentre la famiglia di Will affronta tutto questo. Lui sicuramente non me l'avrebbe permesso, ma ora non può farci nulla. Non mi costa nessun sacrificio, questo è vero, ma voglio prendermi cura delle persone che ama, perché tengo a lui e quando si sveglierà, non voglio vederlo triste, sapendo che c'era un modo per farlo felice."
Thomas abbassò lo sguardo, non aveva nessuna pretesa sulla famiglia di Will, ma si sentiva in dovere di fare il possibile in sua assenza per farli stare meglio.
"Ora capisco." disse vagamente Eve guardando verso il letto di Will.
"Cosa?", era curioso.
"Perchè è così felice da quando ti conosce."
"Ma se è stato ferito in tutti i modi possibili da quando mi conosce." sostenne con un mezzo sorriso amaro.
Eve lo guardò negli occhi: "Questo non importa! Ciò che importa è che lui è innamorato per la prima volta da tanto, troppo tempo."
Lo lasciò solo a guardare Will.
Si rividero nella sala d'attesa dopo qualche minuto, Eve stava parlando a Jenny dell'operazione.
Ci volle quasi mezz'ora per convincere la ragazza a sottoporsi all'intervento. Le sue opposizioni erano legate solo al fatto di non poter stare accanto allo zio, in quei giorni così incerti.
Alla fine Thomas l'aveva convinta promettendole di prendersi cura di Will ogni giorno.
Lasciate Eve e Jenny, si diresse in un'altra ala dell'ospedale.
Trovò un poliziotto nel corridoio e capì qual era la stanza di Wanda.
Bussò ed entrò, con lei c'era il detective Andrews.
La donna si trovava sul lettino ben coperta, aveva un aspetto stanco.
Quella stessa mattina dopo che Andrews l'aveva tirato via dal corpo, momentaneamente senza vita di Will, per fare in modo che i due paramedici potessero intervenire, gli aveva detto di Wanda e dell'avvocato, mentre lui costringeva il detective ad inseguire l'ambulanza.
Durante l'operazione di Will, aveva potuto raccontare ogni singola parola di Luke.
Andrews era riuscito a trovare i due quasi subito, ora che sapeva chi fosse il colpevole e di conseguenza dove cercare.
L'avvocato era già stato dimesso, mentre Wanda, a causa la disidratazione, doveva restare in ospedale.
"Ciao Wanda. Come ti senti?" le prese la mano tra le sue.
"Bene Tom, adesso sto bene. Non riesco ancora a credere a tutto quel che è successo."
Tremava.
"Adesso è tutto finito. Nessuno ti farà più del male." Thomas seppe essere molto convincente.
Uscì dalla stanza qualche minuto dopo con Andrews per lasciare lavorare il medico e l'infermiera.
Andrews si appoggiò al muro, erano soli.
"Notizie di Will?" domandò.
"Hanno detto che c'è da aspettare, più o meno. Ho avuto l'impressione che il medico non si volesse sbilanciare."
Anche Thomas si era appoggiato al bordo della finestra di fronte all'uomo.
"Tu come stai?"
"Non lo so."
Non sapeva bene come si dovesse sentire, sapeva solo che gli mancava un pezzo d'anima.
"Stiamo cercando il corpo di Luke. Solo che il Tamigi è immenso e non credo ci siano possibilità di ripescarlo."
L'altro non voleva parlarne e cambiò discorso.
"Hai notizie di Kenneth?"
"Si è svegliato poco fa. A quanto pare, avere amici influenti aiuta. Solo adesso sto iniziando a capirci qualcosa di questa storia. Per nascondere e proteggere Kenneth hanno modificato i verbali e allontanato il medico che stava effettuando anche l'autopsia sui resti di Luke. L'hanno fatto anche con il detective incaricato dei casi prima di me."
Thomas tirò un sospiro di solievo per Kenneth.
"Com'è possibile?"
"Come ti ho detto, amici influenti. Politici importanti, credo. I servizi segreti ne sapevano qualcosa, io preferisco tenermene fuori."
Thomas comprendeva la sua titubanza.
"E Ben? Cosa hanno fatto di lui?"
Aveva bisogno di sapere se aveva ancora un amico a questo mondo.
"Non sanno nulla di lui. È questo il problema. Loro non c'entrano nulla con la documentazione rubata in casa di Eve e sono preoccupati."
"Stamane, i servizi segreti volevano parlarci e anche il vice capo Laing, perché?"
Tralasciò il nome di Damian. Non l'aveva visto in ospedale con il padre di Will quella mattina. Non doveva tenerci poi così tanto a lui se non s'era precipitato in ospedale.
Persino suo padre sembrava preoccupato da quel poco che aveva potuto vedere. Su consiglio di Andrews, non si era avvicinato a lui, mentre era in sala d'attesa.
"Volevano maggiori informazioni su Benedict. Un attore così famoso non appare dal nulla e sparisce così all'improvviso. Sono in allerta e non è un bene. Tom, tu non sai nulla di utile su dove possa trovarsi, vero?"
Si guardarono negli occhi.
"No. So meno di te e Will, su di lui. Qualsiasi segreto avesse se l'è tenuto per sé." era a disagio, si sentiva uno sciocco.
"Se vuoi tornare a casa i miei hanno finito di togliere le cimici. Abbiamo trovato anche le registrazioni telefoniche e ambientali quando abbiamo liberato Wanda e l'avvocato. Una delle microspie era in camera da letto."
Andrews accennò un sorriso che Thomas ricambiò abbassando subito la testa.
"Che bello! Ora sapranno tutti i miei più intimi segreti, per non parlare della scorsa notte."
"Tranquillo, mi sono accorto subito di cosa si trattasse e ho preso la registrazione in custodia. Nè io, nè nessun altro l'ascolterà."
Con quella promessa, lo lasciò con Wanda.
Tornò nella sala d'attesa di terapia intensiva, ma non c'era nulla che potesse fare lì. Will era nelle mani dei medici e di Dio, lui non poteva neanche vederlo.
Decise di tornare a casa.
Erano già le sette quando varcò il portone. Un poliziotto era rimasto là per restituirgli le chiavi di casa e l'aveva anche aiutato con un paio di giornalisti che dovevano aver scoperto il suo indirizzo.
Entrò, chiuse la porta e cambiò il codice dell'allarme, come gli aveva insegnato Will.
Fece una telefonata a sua madre e poi controllò com'era stata ridotta casa sua dopo il passaggio della polizia.
C'era qualcosa di spostato, ma nulla di rotto. Trovò il letto tirato lontano dal muro e il materaso spostato e rimesso alla buona. Decise di rifarlo e cambiare le lenzuola, era quasi certo che non avrebbe visto una donna delle pulizie nel suo appartamento per molto tempo, dopo quella storia uscita su tutti i telegiornali.
Non gli andava neanche di cadere in depressione o lasciarsi accudire da sua madre.
Quando finì, scartò la frutta ancora sul tavolo in cucina, ma non mangiò nulla. Si guardò intorno, al resto avrebbe pensato il giorno dopo, voleva solo lavarsi e dormire.
Trovò il giubbotto di pelle di Will, era impregnato del suo odore, lo portò con sé in camera poggiandolo sul letto.
Fece una doccia e s'infilò a letto.
Osservò il giubbotto in penombra e non resistette all'impulso di afferrarlo.
Lo strinse al petto, lasciandosi invadere le narici dal dolce odore di Will e dopo qualche minuto si addormentò. I suoi sogni si trasformavano tutti in incubi.
La corona di fiori a forma di cuore era la peggiore delle immagini che la sua mente potesse partorire. Ogni volta vedeva quella corona cadere nella fossa, sulla tomba di Will.
Iniziava a temere che fosse un sogno premonitore. Will sarebbe morto e si sarebbe portato anche il suo cuore nella tomba.

NOTE DELL'AUTRICE
Eccoci qui! Finalmente sappiamo cos'è successo, chi è il colpevole e cos'è accaduto a tutti o quasi!?
Chi aveva indovinato il killer?
Comunque, spero di non aver mandato troppa gente in ospedale. Non era nei progetti.
I prossimi capitoli saranno un po' deliranti, spero vi piacciano.
Siamo quasi alla fine e sinceramente sono indecisa su cosa accadrà a Will...
Fatemi sapere cosa ne pensate e soprattutto se ci sono errori e sviste.
Grazie per essere arrivati fin qui.
Un abbraccio.

Tom Hiddleston - OSSESSIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora