CAPITOLO IX
Thomas si lasciò trascinare per un braccio dall'agente Sif, per mezzo albergo.
Nessuno alla reception notò la strana fretta dei due, perché Thomas indossava ancora il travestimento di Will Laing, futuro ex agente e attualmente possibile criminale.
L'attore non capiva dove volesse portarlo, dovevano raggiungere Will, però lui aveva troppe domande ad affollargli la mente e prima di rincontrare l'uomo che gli aveva provacato strane emozioni, doveva ottenere delle risposte.
Sif lo spinse in un'auto a noleggio e solo dopo qualche centinaio di metri, Thomas trovò il coraggio di chiedere spiegazioni.
"Per favore.", lei gli incuteva un certo rispetto dittatoriale: "Spiegami la storia di Will e Freeman. Non capisco, hai parlato di quattro anni, perché?"
Lei l'osservò, doveva avere pena per quel povero attore vittima degli eventi e di Will, immaginò l'attore. Lo sguardo fiero e duro di lei si rasserenò.
"Quattro anni fa, a Dublino, un presentatore televisivo molto famoso, ebbe un grave incidente d'auto. Dopo quell'incidente la sua carriera finì a causa delle foto pubblicate su una rivista scandalistica, in quelle foto si vedeva lui particolarmente fuori controllo, in un pub del centro città. Le foto erano state scattate da Martin Freeman."
Thomas iniziò a capire: "Era stato drogato dal paparazzo?", sospettò.
"Sì. Nello scontro dell'auto del presentatore con un'altra auto, una madre e sua figlia di dodici anni rimasero ferite. La donna si riprese presto, mentre la bambina, purtroppo, perse l'uso delle gambe!", disse con una punta di amarezza.
Thomas pensò a quante vittime Freeman avesse causato solo per puro guadagno. Era incredibile la poca considerazione che quel giornalista avesse per l'incolumità delle persone.
"Will all'epoca era giovane e molto imprudente. Si occupò del caso, anche se tutti glielo avevano sconsigliato, visto che si trattava della sua famiglia ad essere coinvolta nello scontro."
Thomas rimase di sasso.
Will gli aveva nascosto molte cose, troppe cose. Sua figlia era paralizzata su una sedia a rotelle e ciò era un buon motivo per fare tutto quello che stava facendo e forse anche di piu. Uccidere però, sembrava troppo anche per lui, non riusciva ancora a crederci.
Si era fidato completamente di lui senza saperne il motivo, anche se lo sospettava. Ora si sentiva tradito, eppure doveva immaginare che quell'agente avesse motivi precisi per occuparsi del caso Freeman e lui era solo una pedina nel suo gioco.
"Dopo aver parlato con il presentatore, scoprì che Freeman era anche un ricattatore, oltre ad essere un criminale per via delle droghe che somministrava. Aveva chiesto denaro all'uomo per non pubblicare le foto. Il presentatore si era rifiutato ed aveva avvisato la polizia, ma senza risultati. Will, invece, aveva scoperto casi simili ovunque Freeman fosse stato. In tutta questa storia aveva coinvolto anche la sorella, agente dell'INTERPOL, nelle indagini. Una volta capito tutto, Will aveva tentato di ottenere una confessione registrata del paparazzo, ma lui era troppo sveglio per cascare in certi trucchi. In seguito, preso dalla frustazione e dalla rabbia, decise di aspettarlo sotto casa al buio e lo massacrò di botte. Solo il fortuito intervento della sorella che aveva intuito il suo stato d'animo salvò la vita a Freeman. Lui sporse denuncia contro ignoti, non avendo visto il suo aggressore."
Thomas era a bocca aperta per quelle rivelazioni. Fissò Sif che continuava a guidare tra le strade londinesi. Non riusciva a vedere Will, mentre aspettava un uomo sotto casa e lo picchiava a sangue.
"Prima che la polizia arrivasse a Will, sua sorella si dichiarò colpevole. L'INTERPOL limitò i danni e non finì in prigione, ma perse il lavoro. Lui, però ha sempre continuato ad inseguire Freeman, fino a due anni fa, quando lo trovò morto in un vicolo di Dublino."
Thomas stava sudando freddo: "Cosa? L'ha trovato lui?", ora non sapeva più cosa pensare.
Nella sua mente la parola idiota riecheggiava. Si sarebbe preso a schiaffi.
"Sì, non te l'ha detto?", domandò Sif.
"No", il nervosismo lo stava assalendo.
Quando avevano parlato in ospedale, Will non gli aveva detto che era lì quella notte, nello stesso posto in cui forse, si trovava anche lui.
L'auto si fermò lungo una strada con diverse abitazioni, Sif scese e sollecitò Thomas a seguirla. Lui lo fece, iniziava a sentirsi un burattino nelle mani degli altri, incapace di opporre resistenza.
Bussarono ad un portone. Dopo qualche secondo si aprì.
Thomas vidè davanti a sè una ragazzina di sedici anni sulla sedia a rotelle, dai capelli neri e lunghi e dagli occhi verdi, doveva essere la figlia di Will. Dopo un po' una donna bionda la raggiunse, la moglie, pensò.
Si sentì a disagio.
L'osservarono, solo allora si rese conto di essere ancora conciato come Will.
La ragazza allargò un sorriso identico a quello del padre: "Tu sei Thomas, vero?"
Tutti lo riconoscevano, era un pessimo interprete di Will.
"Sì, come hai fatto...", venne interrotto.
"Non assomigli per niente a zio Will!"
"Zio Will?", fece un eco quasi silenzioso.
Thomas si sentì cedere le gambe a quell'informazione. Per famiglia, Sif intendeva sua nipote e sua sorella e lui che oramai si stava sentendo male per quelle sensazioni poco chiare provate negli ultimi giorni.
La donna aveva qualche tratto in comune con il fratello, ad iniziare dal pallore del viso e dall'altezza. Era anche molto bella, gli ricordava Will in qualche modo.
Sentì una fitta al cuore.
La donna l'invitò ad entrare con un cenno e con voce calma domandò: "Sif dov'è Will? Cosa stà combinando questa volta?"
Sif entrò in casa e si accostò alla donna dirette verso il salotto, la ragazza seguì le due, ma si voltò a guardare l'attore con un sorriso. Ai suoi occhi doveva sembrare ridicolo in quei panni, suppose Thomas.
"Eve, pensavo l'avessi visto?", restò sorpresa.
"Sì, fino a qualche giorno fa è stato qui, per via dei nuovi risultati medici. Ci sono buone possibilità che Jenny torni a camminare, ma dovrà affrontare un difficile intervento sperimentale molto costoso. Lui voleva essere qui per sapere la decisione dei medici."
Sif sembrava avere un certo rispetto per la donna, erano entrambe agenti, non contava se Eve Laing non lo fosse più.
"Sai cosa sta combinando?"
"No, perché? Cosa ci fa lui vestito così?", fece un cenno nella direzione di Thomas, ancora confuso per tutta quella situazione.
"Will si stà fingendo me, per poter parlare con Kenneth Branagh in prigione.", chiarì l'attore.
Sif lo guardò, non aveva avuto il tempo d'informarla, ma lei non avrebbe creduto ad una tale spiegazione, soprattutto perché considerava il collega un criminale.
Eve, invece, si agitò. Il suo sguardo andò velocemente agli occhi della figlia che sembrò spaventata a sua volta.
Thomas se ne accorse: "C'è qualcosa che non va?"
La donna rispose nervosamente: "Poco fa, il telegiornale ha annunciato la morte di Kenneth Branagh in prigione. Si parla di avvelenamento."La stanza era una vecchia sala registrazioni, lasciatagli da un amico cantante trasferitosi in America.
Le pareti, erano perfettamente isolate, con dei pannelli che impedivano ai rumori esterni della città di penetrare e sporcare le registrazioni, ma allo stesso tempo impedivano alla musica di uscire.
In quel momento quella stanza era utilissima per altre esigenze. Qualsiasi urlo, le due persone legate alle sedie avessero emesso, nessuno li avrebbe potuti sentire fuori.
"Sei completamente pazzo!", gridò l'uomo legato, mentre al suo fianco Wanda singhiozzava.
"Non sono pazzo. Quello che ho fatto e servito a proteggere Thomas.", rispose tranquillamente l'uomo in piedi davanti a loro.
"Tom stà soffrendo terribilmente a causa tua, come fai a dire che hai ucciso per lui?", lo riprese la donna con tutta la collera che quell'affermazione le aveva tirato fuori.
"Se nessuno si fosse intromesso, a quest'ora, sarebberò tutti vivi. Ma no...! Vogliono tutti fare gli investigatori ad iniziare da te.", puntò il dito verso l'uomo.
Lui fece un balzo sulla sedia, quanto i polsi legati dal nastro adesivo permettessero. Conosceva fin troppo bene come andavano a finire quelle situazioni.
"Vuoi ucciderci?", domandò con lo sguardo che lanciava lampi d'odio puro.
Wanda smise di piangere per poter meglio comprendere la risposta. Pendevano entrambi dalle sue labbra.
"Non vorrei, ma devo farlo."
Prese una delle due pistole che aveva temporaneamente poggiato su un piccolo tavolino, accanto c'erano i resti di un cellulare di colore viola fatto a pezzi. Optò per la pistola di Will Laing. Era più pesante della sua; quella con cui aveva minacciato Benedict sul tetto, sembrava passato un secolo.
La guardò, poi si voltò a guardare i due che stavano sudando dal terrore.
Riguardò l'arma, nessuno avrebbe sentito i due spari dall'estero.
Il traffico caotico delle vie cittadine copriva ogni sorta di rumore, anche senza che ci fossero le pareti rivestite.
Prese la sua decisione mentre riguardava Wanda.
Fuori non si sentirono gli spari.NOTE DELL'AUTRICE
Salve.
Perdonatemi se Thomas sembra poco sveglio finora, migliorerà!
Cosa ne pensate di Will? Buono o cattivo?
A presto. Un abbraccio
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Tom Hiddleston - OSSESSIONE
FanficThomas Hiddleston è perseguitato da qualcuno. Chi sarà? Potrebbe essere una minaccia? Una rocambolesca indagine che porterà l'attore Thomas e l'agente Will Laing a scoprire la verità su loro stessi e le persone che hanno accanto. Questa è la mia pr...