12-Piumino verde

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CAPITOLO XII

"Davvero vuoi uccidermi?"
Will sorrise, mentre gli occhi di Thomas saettavano solo odio.
"Will voglio sapere tutto! Sono stanco dei tuoi giochi e delle tue menzogne!", gli sibillò, sbattendolo nuovamente di spalle al muro e provocando un rantolo di dolore.
"Non ti ho mai mentito. Ho sempre detto la verità! È solo, che alcune cose non potevo dirtele, non finché tu mi guardavi in quel modo... Ti assicuro che non ho mai giocato con te, non so neanche perché tu lo creda.", spiegò.
Thomas era più rosso di prima, sia per la rabbia e sia per la vergogna. Si sentiva preso in giro, ma secondo Will era stato lui a guardarlo in modo particolare, costringendolo a tacere.
"Parla! Cosa sai di quella notte di due anni fa? Tu mi hai visto? Sei stato tu ad uccidere Freeman?", non c'era più pazienza in lui.
Continuava a tenerlo fermo al muro e Will non si ribellava, aveva solo posato le mani sui suoi fianchi all'altezza della vita. Sorrideva, più per non mostrare il dolore che sentiva alla spalla, che non per altro.
"No, non ho ucciso Freeman. E no, non ti ho visto quella sera. Però, ero lì."
"Perché eri lì? Come mai non mi hai visto?", lo scosse con forza.
Will lo lasciò fare, poteva scrollarselo di dosso usando un solo braccio, ma in fondo quel contatto gli piaceva.
"Seguivo il GPS del cellulare di Freeman. Sapevo dov'era, ma non sapevo cosa stesse accadendo. Riuscii a rintracciarlo solo quando oramai era a terra, in una pozza di sangue. Se avessi immaginato cosa stesse accadendo in quel vicolo sarei intervenuto. Chiedi a Sif. Lei era con me pochi minuti prima che rintracciassi Freeman e l'ho chiamata non appena ho trovato il corpo. Ti dirà che non ho avuto il tempo per ucciderlo. Lei ha già indagato su di me, anche se quella sera mi mandò via dal luogo del delitto quasi subito, per protergermi. Ero il primo sospettato, ma non l'ho ucciso.", sospirò verso la fine della spiegazione, come se si fosse tolto un peso di dosso.
I suoi occhi supplicavano di crederlo e Thomas sembrò soddisfatto delle risposte di Will, avrebbe chiesto a Sif conferma.
"Devo sapere perché continui a occuparti del caso, se Freeman è morto e tu non puoi più vendicarti?"
Will sorrise, piego la testa per guardare verso il pavimento, poi tornò a puntare i suoi verdi occhi su quelli azzurro chiaro di Thomas.
"Tom, te l'ho già spiegato! Non è per vendetta, semplicemente amo cercare la verità. E poi c'eri tu... Era chiaro che cercassi di ricordare."
Thomas lo lasciò andare, ma Will non mollò la presa sui suoi fianchi, provocando un brivido lungo la schiena dell'attore.
Strinse di più.
"Mi credi?", voleva sapere se avesse ancora la sua fiducia.
"Questa volta non so se posso fidarmi di te.", rispose imbarazzato per quel tocco.
Will lasciò la presa e Thomas indietreggiò.
Erano entrambi nervosi di stare in quella camera e Will si affrettò a rompere il silenzio: "Se vuoi toglierti quel trucco dalla faccia, il bagno è in fondo al corridoio. Ti cerco dei vestiti più comodi.", suggerì massaggiandosi la spalla.
Thomas indossava ancora il completo con camicia e cravatta di Will. Il cappotto e la sciarpa verde-oro li aveva posati su una sedia della camera. Assecondò il consiglio di Will e si sfilò la giacca e la cavatta. I muscoli sotto la camicia esaltavano ad ogni suo movimento.
Will trattenne il fiato nel vedere quei fianchi tesi dal movimento, sotto la sottile camicia bianca.
Thomas tirò fuori dalla tasca dei pantaloni i documenti dell'agente e glieli passò, le loro dita si sfiorarono.
Will ripetè il gesto per porgere i suoi di documenti e un nuovo sfiorarsi fece rabbrividire Will. Stava perdendo il controllo e restare soli in camera da letto non aiutava.
Thomas lasciò la stanza diretto in bagno.
L'agente cercò di respirare normalmente, però non ci riusciva, un po' per il dolore alla spalla, un po' per altro.
Eve entrò nella stanza: "Hai combinato un bel casino! Tu e il dannato codice d'onore di papà. Quando smetterai di voler essere l'agente perfetto che risolve tutti i casi?", era una delle sue solite ramanzine.
Will la guardò, era l'unica della famiglia a comprenderlo, anche se a volte sapeva essere insopportabile.
"Non l'ho fatto per papà e le sue regole. L'ho fatto per Tom. Merita la verità, come la meritavate tu e Jenny quattro anni fa.", spiegò tranquillamente.
Eve fece un sorriso: "Lui ti piace!", e andò via.
Non lasciò il tempo al fratello di rispondere con un onesto: "Si"

Tom Hiddleston - OSSESSIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora