Capitolo 1

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Atterro in piedi a mezzo metro dall'agente che mi è stato dato come "nemico" per superare l'esame finale ed entrare nello SHIELD. Dopo due settimane di duro lavoro e perfezionamento delle mie tecniche già più che buone, il giorno del giudizio è finalmente arrivato. Lo sorprendo da dietro, saltandogli sulla schiena, bloccandogli un braccio e facendo fermare la lama del coltello che ho in mano a due millimetri dalla sua gola. Con il braccio libero tenta di liberarsi, ma con un mezzo giro lo costringo a cadere di schiena, e si ritrova con le braccia bloccate dalle mie ginocchia, il coltello che ho in mano è nuovamente su di lui, stavolta la lama tocca la pelle del collo.
Faccio per affondarla, ma una voce che ho imparato a riconoscere bene mi blocca.

"Può bastare agente Black. Non è il caso che uccida un'altra persona. Benvenuta nello SHIELD." Dice guardandomi Fury. L'ho convinto alla fine. Ha visto le mie capacità e le ha prese in considerazione. E mi ha punito quando ho ucciso un suo agente. Stava per cacciarmi ma l'ho implorato di darmi una seconda chance.

"Grazie direttore." Rispondo, senza staccare gli occhi dall'uomo imprigionato sotto di me. Ha un inizio di taglio dove fino a qualche secondo prima si trovava il mio coltello.

"Veda bene di essere puntuale domani mattina, le sarà affidata la sua prima missione." Dice, mentre mi allontano. Non rispondo, tanto sa che ho sentito.
Wow, neanche il tempo di far parte della sua squadra che ha già una missione per me.
Esco dalla stanza e attraverso il corridoio, diretta verso l'ascensore.

"Cosa?!" Sento esclamare poco lontano una voce maschile.

"Avete sentito bene, ora è dei nostri." Sento rispondere Fury. Mi avvicino alla grande vetrata che vedo poco più avanti, che dà su una stanza nera, dove sono seduti a un tavolo tutti gli Avengers. Ho sentito parlare tantissimo di loro, ma vederli è davvero fantastico. Una sensazione che per una come me, dura ben poco. Guardo Vedova Nera, la ragazza rossa di cui sono l'esatta copia, e penso che forse abbiamo più cose in comune del solo aspetto fisico, ma devo ancora scoprirle.

Mi riprendo dai miei pensieri appena in tempo per vedere Tony Stark sbattere il pugno contro il tavolo e con aria incavolata avviarsi verso la porta. Mi giro dall'altra parte e comincio lentamente a camminare, sentendo la porta sbattere violentemente. Non voglio che sappiano che ho origliato.
La cosa che succede dopo, però, è del tutto inaspettata.

Sento una mano fredda sulla mia spalla, e prima che possa rendermene conto sia io che chi ho dietro, gli ho già afferrato il braccio e girato dietro la schiena. Si accascia con un gemito di dolore, prima che possa rendermi conto di chi ho appena atterrato.

Tony Stark. Potevo anche immaginarlo, visto che era appena uscito dalla stanza.

"Hai intenzione di rompermi un braccio o di lasciarmi andare? Non è molto comoda questa posizione." Dice, e la sua voce mi sembra improvvisamente sovrannaturale. Possibile che sia la sua?
Che domande stupide ti fai, certo che è la sua, idiota! Stupida vocina nella mia testa. Però devo dire che la vocina ha ragione.
Lo lascio andare, arretrando di un passo. Lui si rialza e si spazzola la giacca bianca con le mani, nemmeno lo avessi buttato in mezzo ai rifiuti.

"Chiedo scusa signor Stark, non sapevo che fosse lei." Dico gentilmente.

"Molto gentile il tuo modo di fare." Dice, con tono arrabbiato. " E pensare che volevo conoscerti."

"Chiedo ancora scusa, non potevo sapere..."

"Ascoltami bene signorina " ribatte avvicinandosi a me e sovrastandomi con la sua figura. Attraverso gli occhiali da sole che ha addosso riesco a malapena a vedere il contorno dei suoi occhi, ma distinguo chiaramente la scintilla d'odio che li attraversa "se pensi di riuscire anche solo ad eguagliare le capacità di Romanoff ti sbagli di grosso. Se pensi di venire qui e di fare la furba solo perché la mammina non ti può più mantenere vedi bene di prendere la porta e uscire da qui."

Bene. Dunque adesso mi odia. Che gli avrò mai fatto di così grave? Non è stata colpa mia... stupido istinto.

"Tu non sarai mai come Natasha, anche se Fury ti considera la nuova Vedova Nera." Conclude, e fa per andarsene.

"È vero, non sarò mai come Natasha." Rispondo, continuando a guardare la sua schiena mentre si avvia verso l'ascensore. Penso bene a cosa dire dopo, ma non ci vuole molto. "Ma almeno io i genitori li ho ancora." Sorrido, perfida.

Lo vedo irrigidirsi sulla porta dell'ascensore, e il suo viso comparire da dietro la spalla. La mia frase l'ha sicuramente ferito.

"Come se fosse stata colpa mia." Risponde tra i denti. La porta dell'ascensore si chiude dietro di lui.

Scendo le scale di corsa e mi precipito in strada, correndo a perdifiato verso casa mia. Le parole di Stark continuano a rimbombarmi nella testa.

La nuova Vedova Nera.

Io. Jess Black. Al posto, forse, di Natasha Romanoff.

Impossibile.

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Ecco il mio angolino...
Grazie a tutti voi che leggete la mia fanfiction, e scusatemi se il prologo faceva così tanta pena... T.T
Dovrete avere pazienza, perché per un po' di tempo non riuscirò a pubblicare ma tranquilli, ci sono sempre! ^-^

A presto, Jess ^-^

Frozen Heart {Tony Stark}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora