Tony's POV
Una luce spettrale illumina la stanza buia, sembra irradiarsi direttamente dalla pelle di Jessica, dal suo vestito bianco. È così bella e sembra così innocente, se non fosse per la pistola che ha in mano. Riesco a vederla anche da dove mi trovo, a una decina di metri di distanza. La tiene lungo il corpo, il braccio rilassato mentre si avvicina a me. Provo a indietreggiare, ma sono legato a qualcosa che dalla mia posizione sembrerebbe un palo. Un attimo dopo è di fronte a me. Sfoggia un sorriso bellissimo, disarmante, di quelli che solo lei sa fare. Desidera un contatto, lo so, ma sta ferma lì, a mezzo metro da me. Si allontana quanto basta perché distenda il braccio e appoggi la pistola sopra al mio reattore. La guardo negli occhi, i suoi bellissimi occhi verdi ormai pieni di lacrime.
"Mi dispiace tanto Tony..." dice, la voce rotta dal pianto, lontana, rimbomba nell'oscurità.
Il reattore non fermerà il proiettile. E se lo farà, la violenza con cui si pianterà nel metallo produrrà un onda d'urto tale da spedire le schegge di bomba che ho nel petto dritte nel cuore, uccidendomi all'istante.
Le lacrime scendono ormai copiose sul suo viso, distoglie lo sguardo. Anche io sento gli occhi umidi. Ha ucciso tante persone, ma di sicuro è la prima volta che non guarda in faccia la vittima.
Mi volto dall'altra parte anche io.
Preme il grilletto.Mi sveglio d'improvviso, quasi urlando, ho il respiro corto.
L'ho sognata di nuovo. È passata una settimana da quella sera, da quella festa, da quella mia cazzata. E Dio, non sono riuscito a togliermela dalla testa. Di giorno popola i miei pensieri, di notte i miei incubi, ogni volta sempre più strani.
La luce del mio reattore illumina pallidamente il lenzuolo che mi copre, mi volto verso il comodino: le quattro e mezza del mattino. A questo punto non riprenderò più sonno, quindi è meglio che faccia qualcosa. Alzarsi implicherebbe svegliare tutti quelli che lavorano qui dentro per il troppo casino che farei, non sono mai stato silenzioso di notte. E restare a letto di sicuro non mi farebbe smettere di pensare a Jess.
Alla fine ho trovato la soluzione. Mi alzo, indosso un paio di jeans e mi avvicino alla scrivania di fronte alla vetrata. Apro le tende, le luci di New York illuminano pallidamente la stanza, mi siedo alla scrivania e accendo la lampada. Apro un cassetto e sotto una consistente pila di fogli e scartoffie trovo il libro che avevo iniziato un anno fa e che poi non avevo più terminato: Il mastino dei Baskerville.Mi perdo talmente tanto nella lettura che si fa mattina, così decido di scendere per fare colazione. Mi fermo al piano dove c'è stata la festa, il tavolino è pieno di bottiglie di birra, Vodka e Martini che mi sono bevuto ieri, e la mia scatola di antidepressivi. E se ve lo state chiedendo, si, ho rischiato di andare in depressione per quanto è accaduto. Mi sono pentito non so quante volte in questi giorni di quel mio gesto e ho continuato a chiamarla tutti i giorni, nella speranza che rispondesse e che potessimo parlarne, invece non lo ha fatto.
Una fitta acuta mi prende alla testa, distogliendomi dai miei pensieri, la stanza comincia a girare.
Okay, troviamo degli antidolorifici.
Vado in bagno, dove di sicuro li troverò, prendo la pastiglia e torno di là, buttando la scatola sul tavolino noncurante del fatto che qualcuno possa vederla.
A chi diavolo può interessare se mi imbottisco di farmaci?
Scendo in cucina, dove Sarah, la mia cameriera, mi ha già servito la colazione. Pancakes e cappuccino, il solito.
No, non mi sono fatto anche lei. Strano vero? Vengo reputato così tanto playboy, ma evidentemente ne sapete poco di me, non vado a letto con tutte.
Mangio con poca convinzione, con la forchetta tormento l'ultimo pancake che è rimasto nel piatto, pensando a come farmi perdonare. Bevo il cappuccino e salgo di nuovo.
Torno in camera, recupero il libro dalla scrivania e mi infilo sotto le coperte, ricomincio a leggere. Continuo per quelle che mi sembrano due ore, finché l'antidolorifico comincia a fare effetto e mi sento stanco, probabilmente è un effetto collaterale, talmente forte che mi addormento con il libro sul petto.Vengo svegliato non so quanto tempo dopo, dalla voce di Jarvis e una mano fredda sul braccio.
"Signor Stark, ha visite." Sento Jarvis, sono ancora mezzo addormentato.
Apro gli occhi e sobbalzo, vedendo Jessica accanto a me inginocchiata per terra. Allontana la mano dal mio braccio, mi siedo su letto accanto a lei.
"Ciao." Dico, atono.
"Ciao Tony." Risponde, visibilmente turbata.
"Che succede?" Chiedo, mentre si rialza.
"Ho bisogno di parlarti." Risponde, avvicinandosi al mio viso e incrociando il mio sguardo. "Ma non solo di quello."
Mi alzo e vado verso l'armadio, mentre lei esce dalla stanza.
"Ti aspetto in sala." Dice, chiude la porta. Recupero una maglietta grigia degli AC-DC che avevo persino dimenticato di avere.
"Jarvis che ti avevo detto riguardo alle visite?" Chiedo, infuriato.
"Mi scusi signore, ma ha scoperto da sola la sua stanza, non mi è stato possibile fermarla."
"Cos'è, non hai più accesso alla serratura?"
"Mi ha minacciato di aprirle, altrimenti avrebbe trovato qualcosa per sfondare lei stessa la porta."
Dò un occhiata all'orologio, sono le sei e mezza di sera. Ho dormito così tanto? Strano che non abbia fame.
La mia pancia gorgoglia in risposta.
Okay, ho un po' fame. E devo anche affrontare la questione Jess.Pazienza, tanto non era quello che volevi? Non ti sei tormentato negli ultimi giorni per riuscire a parlarle?
Scendo in sala, le bottiglie ancora sul tavolino. E poi mi accorgo di essermi dimenticato di una cosa.La scatola di antidepressivi.
E lei l'ha vista.
~~~~~
Oggi sono cattiva e non dedico il capitolo a nessuno u.uNah, non è vero.
Il capitolo è dedicato a una persona fantastica che giusto oggi compie gli anni. Questa persona speciale è Robert Downey jr, che continua a essere sempre più figo nonostante gli anni che passano. E se non mi credete beh...Quindi, tesoro bello, questo e quello lassù (si gente, l'ho disegnato io quell'Iron Man in cima al capitolo) sono per te, Rob.
Auguri idolo.<3
E noi bella gente ci vediamo al prossimo capitolo :3
Ah! Volevo solo avvisare che il Tony POV finisce in questo capitolo, quando ce ne saranno (SE ce ne saranno) altri lo scriverò.
Ciau ^·^~Jess
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Frozen Heart {Tony Stark}
FanfictionJessica "Jess" Black è uguale a Natasha Romanoff. Con la differenza che lei non è Nat. Ha i capelli rossi, gli occhi verdi, ed è una spietata assassina. A differenza di Natasha sa benissimo cos'è lo S.H.I.E.L.D., ci è andata di sua spontanea volontà...