Sto letteralmente volando per la casa. Ho un disperato bisogno di qualcosa di carino da mettere stasera ma non trovo nulla. Mi guardo un istante intorno e sembra che qui dentro sia passato il tornado Catrina. Poi, quasi fosse il destino a volerlo, trovo un vestito nei meandri bui dell'armadio. A mio parere è molto elegante, di pizzo nero con una cerniera dorata al centro della scollatura a cuore, che scende fino alla pancia, dove comincia la gonna, lunga fino metà coscia. Me lo aveva regalato quella che un tempo era la mia migliore amica, che poi scoprii una traditrice, avendo tentato svariate volte di uccidermi giustificandosi con un "ti sei portata a letto il mio ragazzo, la pagherai puttana!" Ovviamente niente di tutto ciò che aveva detto era vero, ma sapendo com'era fatta non si sarebbe convinta facilmente del contrario. E se ve lo state chiedendo, si, dove sono cresciuta allenavano anche i ragazzi.
Come scarpe recupero un paio di decoltè, anch'esse nere, che ho comprato un po' di tempo fa in un mio viaggio a San Francisco.
Il mio sguardo vola sull'orologio: Nat verrà tra venti minuti.
Mi cambio alla velocità della luce e raccolgo i capelli in un morbido chignon, lasciando qualche ciuffo libero. Mi passo le mani sul vestito, per togliere eventuali pelucchi. Il trucco che scelgo è un leggero smokie eyes, che rende i miei occhi ancora più grandi e profondi. Prendo delicatamente la pochette nera di Gucci che ho lasciato sul tavolo, ci metto cellulare e chiavi di casa. Mi do' un'altra occhiata allo specchio, e valuto l'insieme. Carina, sembro una dark, ma può andare."Vestiti elegante, non andiamo mica a mangiare la pizza!"
Le parole di Nat mi avevano stupito... è un galà o un uscita tra amici? Probabilmente un'equa via di mezzo tra le due ipotesi.
Insomma, ecco come mi immagino la serata: cinque ragazzi vestiti perfettamente uguali, in giacca e cravatta, e una ragazza con un vestito lungo e un vertiginoso spacco lungo la gamba destra, Nat.
Il citofono suona, spengo le luci di casa e chiudo la porta. Fuori mi sta aspettando una lim....ou...sine....non riesco a formulare una mezza sillaba, è assolutamente incredibile, nessuno mi aveva mai fatto salire su una limousine, al massimo ne avevo viste di sfuggita girare per le strade.
L'autista, elegante che più di così si muore, mi apre la portiera e mi invita al salire. Mi accomodo sul sedile, qui dentro è tutto così strano...in penombra scorgo quello che credo sia un ripiano bar pieno di bottiglie. Poi mi accorgo di non essere sola. Un personaggio biondo cenere è seduto sui sedili laterali, ha una camicia scura e il chiodo di pelle, che secondo me gli sta benissimo. Comicio ad abituarmi al buio dell'abitacolo e riconosco il suo viso."Clint?" Chiedo.
"Indovinato." Risponde con un sorriso, si sposta sul sedile verso di me.
"E questa da dove arriva?" Chiedo, facendo un implicito riferimento all'auto.
"La manda Stark per recuperare tutti, ma stavolta sono due."
"Due limousine? E l'altra?" Mi volto indietro per vedere se ci sta seguendo, non mi sono nemmeno accorta che siamo partiti.
"È già arrivata."
"Quindi sono in ritardo." Rispondo, abbassando lo sguardo.
"No, non sei in ritardo, Nat ha detto di passare a prenderti più tardi perché ti ha dato poco preavviso, e mi ha rifilato questo compito."
"Quindi sono già tutti là?"
"Esatto, aspettano tutti te."
Non mi piace l'idea di essere al centro dell'attenzione in questo modo. Nemmeno se è una cosa tra amici. Mi fa infuriare. Per sbollire la rabbia guardo fuori dal finestrino, le luci della città mi affascinano con i loro colori brillanti.Il cinquantesimo piano della Torre Stark è stato adibito a festa, anche se siamo pochi, l'atmosfera è piacevole e accogliente, sono tutti seduti sui divani al centro del salone. Un coro di voci mi saluta. Evidentemente non è una cena, dovevo immaginarlo. Mi siedo dove c'è posto, tra Nat e Bruce entrambi a distanza di sicurezza.
"Ciao Jess."
"Ciao Nat, grazie di avermi invitata, solo non ne capisco il motivo."
"È una cosa tra amici, e poi voglio che tu conosca l'atmosfera che si respira tra gli Avengers."
Una cosa assolutamente senza senso.
Mi mettono in mano una bottiglia di birra, e senza pensarci ne bevo un sorso, mentre ne arriva una anche a Nat."Molto allegra direi." Rispondo sorridendo, mentre mi rendo conto che sul tavolino al centro della sala ci sono bottiglie e bicchieri di ogni genere, e qualcuno è già sul punto di ubriacarsi. Non parlo di Stark, ma di Steve e gli altri, che buttano giù bicchieri su bicchieri. Thor invece sembra non fare una piega.
Fiumi di alcol scorrono stasera, sono tutti troppo allegri, ma è una cosa che non mi dispiace. I discorsi si fanno più sciolti con tutti, li conosco meglio e mi hanno detto che in realtà alcuni di loro si conoscevano già da prima che nascesse il progetto Avengers, e che sono sempre stati ottimi amici.
E io invece? Beh, io ho sicuramente bevuto, ma sono molto più lucida di tutti gli altri, grazie al cielo nessuno guiderà per tornare a casa. Tony mi sta sempre così vicino, ma sembra temere qualsiasi forma di contatto con me. Alla fine ci alziamo tutti, e parte una musica in stile discoteca, e qui la testa comincia a farmi male, ma non voglio andarmene. Perdo di vista Tony solo un secondo, il tempo che Steve mi rapisca per un ballo. La musica diventa di genere hip-hop e ci riveliamo entrambi ottimi ballerini, scatenando gli applausi degli altri che poi decidono di unirsi alle danze.
Ma poi è proprio nel momento in cui finisco una piroetta che mi ritrovo tra le braccia di Tony, le sue mani salde sui miei fianchi, le mie sono già sulle sue spalle, in un gesto automatico."Ti diverti?" Chiede, provando a sovrastare il volume troppo alto della musica.
"Nessuno mi ha mai invitato a una festa del genere, è davvero bellissimo." Rispondo, avvicinandomi a lui in modo che mi senta.
"Sono contento che ti piaccia." Mi tira più vicino a se, la sua mano ben salda alla base della mia schiena, il tempo si ferma.
Non riesco più a respirare.
I nostri visi sono così vicini che potrei contargli le ciglia degli occhi. Provo a vedere se è ubriaco, no, è lucidissimo sebbene il suo alito sappia di alcol.
Ed è lì che accade. I nostri occhi si perdono un secondo gli uni negli altri, lui si avvicina e appoggia le sue labbra sulle mie, in un bacio che all'inizio è timido, poi si trasforma in qualcosa a cui ne io ne lui eravamo preparati.
Jessica. Stai sbagliando tutto. Innamorati di lui e soffrirai cento volte in più di quello che già non soffri.
E si, sto sbagliando tutto. E quando me ne accorgo le mie mani sono sul suo petto che cercano di allontanarlo, ma lui mi stringe ancora, costringendomi in quel bacio che ha tutto quello che ho sempre immaginato. Mi allontano, lo guardo di nuovo negli occhi e capisco che è stata la cavolata più grande di tutta la mia vita."Scusa." Dice guardandomi. Mi allontano in un nanosecondo di due metri da lui. Mi volto e entro in ascensore. Non mi guardo indietro per vedere se mi ha seguito, una volta nell'ingresso. La sua voce non arriva nemmeno a sfiorarmi le orecchie, tantomeno quella di Jarvis.
"Signorina Black, il signor Stark mi chiede se può fer..." i miei pensieri sovrastano il suono. Non mi guardo indietro finché non sono a casa mia, sotto le coperte, dove mi accorgo che ho le guance bagnate, chissà da quanto. Appoggio in pieno ciò che dice la mia vocina.
Hai fatto una grande cazzata.
È vero.
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Questo è per Kane_0042 che se non lo pubblico oggi mi muore XD
A parte gli scherzi, grazie che continui a leggere la mia ff, spero che sia decente HahahaEd è anche per la mia sis jove99 che non è mai stata così tanto curiosa per una cosa che riguarda gli Avengers XD
Tvb sis <3Btw, ci vediamo presto
~Jess
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Frozen Heart {Tony Stark}
FanfictionJessica "Jess" Black è uguale a Natasha Romanoff. Con la differenza che lei non è Nat. Ha i capelli rossi, gli occhi verdi, ed è una spietata assassina. A differenza di Natasha sa benissimo cos'è lo S.H.I.E.L.D., ci è andata di sua spontanea volontà...