Bip...
Bip...
Bip...
"Dottor De Martino, cosa posso fare?" La voce di un uomo, lontana.
Bip...
Bip...
"Signor Stark, non può fare niente. Ci vuole solo tempo." Un altro uomo.
Bip...
Bip...
Bip...
"Si sveglierà?" Quello di prima.
Bip...
"Non lo sappiamo. Vede? Il battito è molto basso, non posso assicurarle che si svegli, d'altronde è in coma da una settimana."
Bip...
Bip...
Bi...
Il mio corpo comincia a risvegliarsi. Me ne accorgo perché sto pensando. Il mignolo della mano destra ha uno scatto involontario, non ho il controllo sui muscoli, non ancora. Inspiro profondamente e riprendo la sensibilità sulla pelle, grazie alla quale mi accorgo che nel naso ho un filo che corre giù per le mie guance e mi aiuta a respirare. Comincio ad aprire gli occhi, la luce nella stanza è forte, mi acceca. Alle orecchie mi giunge solo il suono del mio respiro, accompagnato a un bip continuo e regolare, probabilmente il battito del mio cuore. Finalmente riesco ad aprire gli occhi, il soffitto della stanza in cui mi trovo è di pannelli bianchi alternati a neon. Seguo le linee del soffitto alla mia sinistra fino a incontrare il muro, scendo con lo sguardo finché non incontro una figura maschile bionda, muscolosa e seduta su una sedia, con i gomiti sulle ginocchia e le dita intrecciate, lo sguardo basso. Il mio battito comincia ad accelerare e lui se ne accorge, alza lo sguardo e sul suo volto si dipinge un espressione stupita e felice. Si alza lentamente e viene verso di me.
"Jessica!" Dice, piano.
Jessica... questo nome dovrebbe dirmi qualcosa ma non mi dice nulla. La mia mente è una tabula rasa, un deserto, una tela bianca. Non ricordo nulla. Quindi Jessica è il mio nome. Una prima lampadina si accende.
Jess! Ma certo, Jessica è il mio nome e Jess il mio soprannome, ora ricordo!
Il viso del ragazzo biondo però mi è ancora sconosciuto. Si è avvicinato e si è chinato su di me."Come ti senti?" Alla sua domanda sussurrata una fitta mi prende alla testa.
"Ho mal di testa." La mia voce esce come da una grotta profonda, o da un vecchio giradischi arrugginito. Cerco di tirarmi su con i gomiti, ma lui me lo impedisce.
"Hei, hei, aspetta, fino a cinque minuti fa eri in coma, dove pensi di andare?" Così mi lascio ricadere sul letto. Mi accorgo che addosso ho una camicia da notte bianca, e ho la caviglia sinistra bloccata da un'ingessatura.
"Che diavolo mi è successo alla caviglia?"
"Non ricordi? Te la sei rotta mentre eri sott'acqua."
Okay, ecco un'altra delle tante cose che non ricordo."Scusami se te lo chiedo, ma tu chi sei?" Chiedo, guardandolo negli occhi. Il suo volto assume un'aria sorpresa e preoccupata.
"Non ricordi chi sono?"
"No, non ricordo assolutamente niente. Solo prima, quando hai detto il mio nome mi sono ricordata come mi chiamo. Jess. È così che mi chiamano tutti." Il suo sguardo si abbassa sul pavimento per un secondo, poi si ferma sulla macchina per monitorare i miei battiti e torna su di me. Ha l'aria stravolta.
"Io sono Steve."
"Non mi dice niente..."
"Steve Rogers... Captain America."
Captain America... Captain America... cerco di sforzarmi mettendo bene a fuoco i tratti del suo viso e i suoi bellissimi occhi blu.
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Frozen Heart {Tony Stark}
FanfictionJessica "Jess" Black è uguale a Natasha Romanoff. Con la differenza che lei non è Nat. Ha i capelli rossi, gli occhi verdi, ed è una spietata assassina. A differenza di Natasha sa benissimo cos'è lo S.H.I.E.L.D., ci è andata di sua spontanea volontà...