Capitolo 21

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"So I could take the back road
But your eyes'll lead me straight back home
And if you know me like I know you
You should love me, you should know"
-per Gennaro

Gennaro pianse nel leggere quella frase. Era la frase della loro canzone. La canzone che li aveva uniti e che aveva fatto capire ad entrambi di non essere semplici amici. Uno, due, tre singhiozzi e Gennaro non potè fare a meno di far scendere delle lacrime piccole e pesanti su tutto il suo viso.

Respirò pesantemente rileggendo quella frase. Capì che Alessio amava i suoi occhi, e che gli mancava ancora prima di partire. Capì quanto amasse Alessio, con quella frase. Ricordò ogni momento passato assieme a lui e sorrise tra le lacrime nel ricordare quante ne avevano passate prima che tutti sapessero della loro relazione. Prese il telefono e lo collegò alle cuffiette che poi mise alle orecchie facendo partire la loro canzone. La voce di Ed rimbombò a tutto volume, fino ad arrivargli all'anima. Toccò ogni ricordo che conservava nei meandri del cervello e del cuore e lo fece piangere. Piangere dalla mancanza delle sue braccia, del suo profumo, dei suoi occhi, del suo sorriso, delle sue mani, della sua voce, dei suoi abbracci e di ogni cosa appartenesse ad Alessio.

Si sdraiò sul letto continuando a leggere ogni singola pagina di quel piccolo diario, non trovando nemmeno una frase che non fosse dedicata a lui. Si addormentò poche ore dopo, per le troppe lacrime, per le troppe sigarette e per le troppo birre. Si addormentò con le frasi, che Alessio gli aveva dedicato, nella testa.

Si svegliò a causa della luce del mattino che gli si infrangeva sul viso. Alzò il busto, strofinandosi le guance e gli occhi ormai secchi a causa delle lacrime del giorno prima. Si toccò le labbra, che erano screpolate a causa dei troppi morsi. Si alzò andando in bagno e lavando il viso stanco che si ritrovava. Lavò i denti e poi si osservò per pochi secondi allo specchio. Le occhiaie erano meno marcate rispetto al solito, forse perché aveva dormito un po' di più.

Le labbra erano gonfie e gli occhi e le guance erano arrossate. Spostò i capelli dagli occhi e si diresse in camera, dove mise una felpa di Alessio e una tuta. Raccolse da terra il diario di Alessio che aveva fatto cadere durante la notte, e dalle ultime pagine ne cadde una lettera. La aprì ma il telefono gli impedì di leggerla, perchè iniziò a squillare. Prese il telefono con la speranza di trovare il nome di Alessio sullo schermo. Così non fu e quando vide il nome di Antonio, sbuffò.

"Antò che c'è?" Gli chiese alzando gli occhi al cielo

"Oggi esci con noi, andiamo a pranzo fuori e poi andiamo al mare. Ti passo a prendere tra venti minuti" gli disse Antonio attaccando la telefonata.

Gennaro sbuffò, andando verso l'armadio prendendo un paio di jeans. Lasciò la felpa di Alessio per avere il suo profumo sempre con lui. Avrebbe letto quella lettera quando sarebbe tornato a casa. La ripose nel diario e mise quest'ultimo sotto il cuscino. Antonio arrivò veramente venti minuti dopo e Gennaro dovette sorridere per non creare polemiche.

Arrivarono al ristorante dove tutti presero una pizza e cominciarono a mangiare. Durante tutto il pranzo Gennaro non spiccicò parola, era troppo intento a pensare a quella dannatissima lettera. La carta era ingiallita leggermente, il che significava che non era una cosa che Alessio aveva scritto nei giorni precedenti. Mangiò in silenzio, ripensando alle frasi del diario e a tutto l'amore che Alessio aveva messo tra quelle pagine.

Dopo il pranzo si diressero al mare e tutti cominciarono a bere, a fumare e a baciarsi. Gennaro rimase in disparte con una birra nella mano destra e una sigaretta tra le dita. Osservò il mare, e pensò continuamente al sorriso di Alessio. Pensò a quanto Alessio amasse andare al mare senza fare il bagno, solo per sedersi su un asciugamano e osservare la bellezza di quella distesa d'acqua trasparente. La osservava con occhi lucidi come se volesse volarci sopra, come se volesse prendere il volo e poter andare via da quella monotonia.

Gennaro amava guardare gli occhi di Alessio mentre quest'ultimi guardavano il mare.  Si rilassava e, come se fosse una routine, dopo una mezz'ora gli prendeva il viso e lo baciava. Lo baciava dopo tutto quel tempo per godere delle labbra di Alessio scaldate dal sole. Lo baciava quasi sofferente per quanto amasse quelle labbra.

Lo amava così tanto da non riuscire a respirare e la sua boccata d'ossigeno era proprio baciarlo.

"Gennà che hai?" Gli chiese Cesare mettendosi seduto vicino a lui

"Secondo te?" Disse Gennaro, portando alle labbra la birra e bevendo l'ultimo sorso

"Lo troverai ok? Lo troveremo. Ti ama Genn, ti ama tanto" gli disse lasciandolo solo. 

Decise che sarebbe tornato a casa, di stare lì non aveva voglia. Salutò gli amici e prese un'altra birra per poi andarsene. Imboccò la strada per tornare a casa e prese il telefono dopo due giorni che non lo accendeva. Provò a richiamare Alessio, come minimo per tre volte, ma ogni volta gli attaccava in faccia. Era inutile continuare a cercarlo se non voleva parlare.

Aveva solo bisogno di lui in quel momento, aveva bisogno delle dolci parole e dei dolci abbracci. Aveva bisogno del calore del corpo di Alessio e di stare tra le sue braccia.

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"Alè vuoi mangiare qualcosa?" Gli chiese il riccio, portandogli il pranzo sul divano.

"No, non ho fame" disse Alessio alzando lo sguardo e mostrando il volto pieno di lacrime e occhiaie nere e evidenti

"Sei uno schifo, lasciatelo dire" gli disse il riccio posando il piatto sul tavolino davanti i loro piedi

"Che ne dici di uscire? Ti porto a fare un giro per la città"

"No, non voglio uscire" disse Alessio tornando sdraiato su quel divano

"Alè è da quando se arrivato che non ti alzi da questo divano. Non ti sei nemmeno lavato. Sei arrivato in lacrime e non mi sta bene questa cosa"

"Cosa posso farci? Mi manca come l'aria. E ora lui starà a ridere e scherzare con quel ragazzo e io sono qui ad amarlo. Mi manca così tanto che sento il cuore spezzarsi sempre di più. Sento il respiro farsi sempre più pesante e sento di non poter vivere un altro giorno senza di lui" disse ricominciando a piangere

"Scusa se te lo dico, ma te lo sei lasciato scivolare via dalle mani. Alla fine hai sentito solo una parte della conversazione, non sai cosa gli ha detto Gennaro dopo" disse il riccio, mettendo una mano attorno alle spalle di Alessio

"Devo fargli vivere la sua vita. Non ha bisogno di me" disse Alessio, più a se stesso che al riccio.

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Gennaro tornò a casa e si buttò sul letto, stanco di quella situazione. Era passato un solo giorno e già sentiva la mancanza di Alessio come se gli mancasse il respiro. Gli mancava ogni singola parte di lui e non poteva farci nulla.

Mise il pigiama e si mise sotto le coperte. Cercò di rilassarsi fumando una sigaretta e mentre faceva l'ultimo tiro si ricordò della lettera. Spense la sigaretta nel posacenere sul comodino e si affrettò a prendere il diario da sotto il cuscino. Ne estrasse poi la lettera, cominciando a leggere. Era una lettera che Alessio aveva scritto un mese prima che si mettessero insieme. Erano piccoli e ancora non avevano capito di amarsi, erano ingenui e senza problemi. Erano ancora uniti, senza troppe sofferenze. 

Me: allora, ciao a tutte❤️ innanzi tutto vorrei ringraziarvi di tutti i  commenti, le stelline e le visualizzazioni.

Un nuovo personaggio!! Provate ad indovinare chi è!🙈
Spero vi sia piaciuto questo capitolo!
Grazie ancora e un bacio❤️

Alex Jealous|| GennexDove le storie prendono vita. Scoprilo ora