Alex Jealous|| Gennex

Capitolo 22

"Caro Gennaro,
Vorrei partire con il dirti che in poco tempo sei diventata una delle persone più importanti della mia vita. Sembrerò banale ma è così. Poi devo dirti una cosa e non so come la prenderai. Ti prego di leggere tutta la lettera, indipendentemente da come la prenderai. Mi sto innamorando di te. Te lo posso assicurare, e non riesco ad immaginare un giorno senza di te. Mi piace tutto di te a partire dagli occhi, poi le labbra, i capelli, la pelle, il tuo profumo, il tuo tocco, i tuoi abbracci e la tua voce. Mi sto innamorando di ogni singola parte di te e di ogni tua singola sfaccettatura. Quando sorridi il mondo potrebbe anche finire per me. Quando mi abbracci mi sento in paradiso e non vorrei essere da nessun'altra parte. Con questa lettera, che non leggerai mai, non voglio assolutamente pretendere di diventare il tuo ragazzo, ma mi immagino con te ogni giorno. Immagino la mia vita con te. Immagino di svegliarmi nello stesso letto, abbracciato a te. Immagino di vivere il resto della mia vita  baciando la persona che amo. Io ti amo Genn, ne sono sicuro. E la cosa che mi piace di più immaginare sai qual è? Immaginare il giorno del nostro matrimonio. Immagino te in smoking, davanti all'altare con un sorriso sul volto. Immagino poi la nostra vita, nella nostra città. Londra. Immagino tutti i baci che ti darei, ogni singolo secondo. Ti amo e ti amo e non so proprio cosa aspettarmi. Ma voglio veramente andare a Londra e vivere con te per il resto della mia vita. Voglio passare il resto dei miei giorni con te e dire a tutti quanti che tu sei mio. Voglio poter dire che Gennaro Raia è mio marito e ci riuscirò un giorno, perchè ti amo.
Tuo, Alessio."

Gennaro si commosse nel leggere quella lettera. Era una lettera scritta da un Alessio piccolo e innamorato. Era una lettera che Alessio aveva scritto prima di tutto, prima di ogni bacio, prima di ogni sussurro e prima di ogni dimostrazione d'amore. Era una lettera di un Alessio che se ne stava in disparte, per paura di non essere ricambiato. Era una lettera di Alessio, e Gennaro, per pochi istanti, lo sentì parlare vicino a lui. Rilesse quella lettera non facendo caso all'immenso indizio che celava quest'ultima. Pianse un po', ricordando e ricordando ogni istante passato con Alessio.

Decise di andare a casa del moro, a riportare le sue cose. Si sarebbe tenuto le felpe, ma avrebbe riportato il cuscino e il resto delle cose. Quel diario gli aveva provocato solo dolore, senza risolvere nulla. Non appena arrivò, i genitori del moro lo accolsero con un abbraccio e con una richiesta di rimanere a cena, che il biondo rifiutò. Chiese il permesso di salire in camera di Alessio per posare le sue cose e, venti secondi dopo, era già alla porta. Entrò esitante perché entrare lì dentro gli dava sempre quel pizzico di dolore in più. Entrò nella stanza, iniziando a sistemare il tutto. Posò gli spartiti sulla scrivania e sul letto, dove li aveva trovati.

Osservò un po' la scrivania, trovando varie cose che appartenevano ad Alessio e che, di solito, lui portava con se. Guardò il computer e vide che era ancora acceso. Cliccò sull'icona di internet e si aprì una pagina di voli aerei. La pagina diceva che era stato effettuato un acquisto aereo. Gennaro tornò indietro, alla pagina precedente, e vide che il volo era diretto a Londra.

Alessio era a Londra.

Un sorriso si fece largo sul suo volto e corse dai genitori di Alessio per avvertirli. Dopodiché corse verso casa di Giò, di malavoglia, ma solo lui poteva aiutarlo. Bussò alla porta svariate volte e, non appena aprì, si fiondò dentro casa.

"Giorno anche a te Gennaro" disse Giò grattandosi la barba

"So dov'è Alessio, devi aiutarmi a trovarlo" disse Gennaro sedendosi sul divano. Giò lo raggiunse e prese il computer

"Dove sta?" Chiese Giò con un sussurrò, che però il biondo riuscì a sentire

"A Londra, devo trovare l'albergo" disse Gennaro iniziando ad accendersi una sigaretta