Non sento nessun rumore, nemmeno qui, all'interno del pub, dove so per certo che la musica sta suonando forte. Se non fossi stata qui dentro cinque minuti fa, penserei che non c'è ne mai stata. Cammino velocemente, spintonando parecchia gente, che mi lancia sguardi infuocati e anche qualche parolaccia. Ma devo raggiungere le mie cose e andare via da qui. Raggiungo il tavolo e fortunatamente, nessuno dei ragazzi e qui, saranno tutti in pista a ballare. Quando sto per ritornare ad immergermi in quella massa di gente sudata ed ubriaca, incrocio lo sguardo di Lou e, adesso, vorrei solo essere più veloce della luce. Indosso il giacchino di pelle e raggiungo l'uscita laterale. Tiro un sospiro di sollievo quando mi accorgo che Niall non è più qui e, senza indugiare oltre, cammino spedita verso la strada, pronta a fermare un taxi e tornarmene in albergo.
"Non lo fare!" la voce di Louis mi raggiunge come un pugno. Mi fermo istintivamente, non sapendo che altro fare. Cosa non dovrei fare? Resto ferma ed in silenzio, quando la sua mano mi afferra un braccio e mi costringe a voltarmi verso di lui. "Non scappare, non di nuovo." Con delusione? Non riesco a decifrare il suo sguardo, ma non mi piace. Lui non sa, loro non sanno che potrei solo ferirmi di nuovo se non lo faccio.
"Ti prego, lasciami andare." Lo supplico ma non sembra intenzionato a lasciare la presa.
"No, Shay. Perché puoi dirmi tutto quello che vuoi, ma sappi che non ti crederò se mi dirai di non amare più Niall!" altre lacrime lasciano i miei occhi. Ha ragione, non mi crederei nemmeno io se dicessi una cosa del genere, ma non posso. Non dopo aver scoperto che stavo per autodistruggermi, cadendo in quel maledettissimo buco nero, di nuovo, per una bugia.
"Tu non capisci!" liberandomi dalla sua presa e alzando il tono di voce.
"E allora spiegami! Dannazione Shay, sono qui, parlami." Avvicinandosi e portando le sue mani intorno al mio viso. Le lacrime continuano a scendere e non ne vogliono sapere di fermarsi, nonostante stia cercando di fare di tutto.
"Non posso!" abbassando la testa. Non ci riesco, anche solo parlarne mi rimanderebbe dalla psicologo per l'ennesima volta. Ho fatto di tutto per lasciarmi quel capitolo alle spalle, ma il mondo sembra avercela con me. Credevo di essere riuscita ad andare avanti e sono sicura di non voler più riprovare tutto quello che ho passato.
"Dio! Non posso aiutarti se non mi dici quello che ti prende!" sbotta Lou e io non faccio altro che continuare a piangere. Perché Deb non è qui? Solo lei sa e, se fosse qui, mi aiuterebbe a sfuggire dalle grinfie di Louis.
"Non puoi aiutarmi, Lou." Quasi sotto voce, tanto che ho sperato non sentisse.
"Perché?" continuando ad alzare la voce. Alzo di scatto la testa. Non può urlarmi contro, non può perché non sa che è stato un inferno quello che ho passato e che sono stati gli anni più difficili della mia vita.
"Perché se ci ricado, nessuno riuscirà a tirarmene fuori di nuovo!" usando il suo stesso tono di voce.
"Di cosa stai parlando?" mi mordo l'interno della guancia perché accidentalmente gli ho dato la possibilità di sapere.
"Non voglio più sentirmi inferiore a nessuno, meno bella di nessuno, nemmeno di una bugia. Per mesi mi sono ripetuta di non essere abbastanza, di non poter essere abbastanza, perché non ero come Abby. Ci stavo ricadendo e se non fosse stato per Deb, sarei di nuovo nello stesso stato di otto anni fa." Continua a guardarmi e a non capirci assolutamente nulla, ma a questo punto la fossa me la sono scavata, tanto vale seppellirmi. "Frequentavo uno dei più prestigiosi licei di New York. Mio padre ha sempre voluto il meglio per me e per Dylan. Avevo quindici anni quando persi la testa per un ragazzo più grande di me. Era all'ultimo anno e non sai cosa avrei dato perché si accorgesse di me." riprendo a singhiozzare al solo ricordo di quel periodo. Lou avanza e, ormai di fronte a me, mi abbraccia. Mi libero più che posso per riuscire ad andare avanti perché il peggio deve ancora venire. Mi accarezza dolcemente la schiena e mi sussurra di calmarmi mentre, piano, riesco a dargli ascolto. "Era costantemente circondato da ragazze bellissime ed è quando cominciai a desiderare di essere come loro che ebbe inizio il mio inferno. Quando cadi vittima prima dell'anoressia e poi della bulimia, niente ritorna più come prima." Si allontana leggermente da me per guardarmi negli occhi. Quello che vedo non è lo stesso sguardo che mi riservavano i miei compagni di scuola. Quelli erano pieni di pietà, il suo sguardo invece è pieno di dolore. Lo stesso dolore che vedevo nello sguardo dei miei genitori e di Dylan. "Non mi sentivo abbastanza per stargli accanto e desideravo sentirmi bella tanto quanto quelle ragazze." Le lacrime continuano a lasciare i miei occhi ma Louis è sempre qui, davanti a me.
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Sulle note del cuore // Niall Horan //
FanfictionA ventidue anni, ritrovarsi a fare il lavoro dei propri sogni, è qualcosa che renderebbe felice chiunque. Non dico che io non lo sia, ma è come se mancasse qualcosa. La fama, il successo, i soldi non contano nulla se ti senti sola anche quando sei c...