Epilogo

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Sono passati i giorni, le settimane, ma ce l'ho fatta ad alzarmi da quel pavimento. Certo, con le lacrime agli occhi, le gambe pesanti e il cuore rotto, ma mi sono rialzata. Non ho lasciato subito Milano e, nonostante la mia testa mi dicesse di farlo, sono rimasta. Ho aspettato che lui tornasse, che mi parlasse, che mi urlasse in faccia tutto ciò che pensava. E lo ha fatto. Due ore dopo si è presentato alla mia porta e abbiamo parlato. Ma quello che ci siamo detti non è piaciuto a nessuno dei due. Purtroppo bisognava allontanarsi, prendersi i propri spazi e tempi per riuscire a metabolizzare un po' tutto. Così, la mattina seguente, mi ha riaccompagnata in aeroporto, con la speranza che col tempo qualcosa si rimettesse a posto. Ci siamo sentiti, anche durante la loro pausa e, mentre loro si rilassavano, io continuo a lavorare per tenere impegnata la testa anche il giorno del mio compleanno nonostante la sorpresa che Dylan e mio padre mi avessero fatto. Non potevo, e non volevo, fermarmi altrimenti avrei sentito il cuore continuare a fare male. Avevamo deciso di prenderci una pausa, pausa che è durata due mesi. Poi, è come se si fosse accesa una lampadina e il mio cervello avesse cominciato a pensarla come il cuore. Niall doveva ritornare a fare parte della mia vita, perché senza di lui sembrava difficile perfino respirare. E così, con l'aiuto di Deb e, soprattutto di Ed, ho deciso che dovevo fargli capire, sentire tutto quello che provavo. Abbiamo deciso di approfittare del suo compleanno per mettere su una sorpresa e di rimettere insieme le cose. Ci siamo messi al lavoro e provato infinite volte per riuscire ad interpretare in maniera dignitosa la più bella canzone di "Buon Compleanno". Ma non la solita "Happy Birthday to you, Happy Birthday to you..."no, ma "Happy Birthday just for you" degli NSYNC. Ero decisa ad andare fino in fondo per provare a fargli capire che noi due dovevamo stare insieme. E l'ho fatto, costringendo Deb a tenere la bocca chiusa e Ed a prendere un aereo diretto in California. Ed ora che siamo qui, non sono più sicura di quello che sto per fare. Non mi sono sentita così nemmeno prima del mio primo concerto ed è forse questo a spaventarmi di più. Faccio respiri profondi, mi ripeto che tutto andrà bene ma questo peso sullo stomaco che sento da stamattina non vuole saperne di spostarsi da lì. Continuo a respirare, cerco conforto nelle parole che Ed, proprio ora sto pronunciando, cerco di prestargli attenzione ma ho appena sentito, il più forte della voce di Ed, il rumore del mio cuore rompersi definitivamente. "Lei" è qui. Colei che è stata il mio incubo per mesi, è qui. E sono sicura di non essere stata la sola ad averla vista, perché Deb e Ed, mi stanno fissando dispiaciuti. Per la prima volta in vita mia, però, voglio provare a non trarre subito conclusioni che potrebbero essere completamente sbagliate. Ma continuo a non spiegarmi la sua presenza.
"Se vuoi, possiamo anche andarcene, se non te la senti." Mi conforta Deb.
"Già, non dobbiamo per forza. Tanto comunque non sa nessuno che siamo qui." E lo stesso, cerca di fare Ed. Ma il problema è che io non voglio andarmene e non lo farò. Sono venuta per riprendermi il mio ragazzo e sarà quello che farò.
Prima che lo spettacolo giunga al momento dei festeggiamenti, io e Ed, ci prepariamo ad andare scena. Ci hanno concesso all'ultimo minuto, la possibilità di usare le piattaforme che, salendo, si uniscono al palcoscenico che i ragazzi stanno calcando. Controllati i microfoni e respirando a fondo, ci avviamo verso le strutture che ci porteranno al cospetto di migliaia di persone e soprattutto a quello degli One Direction. Deb ci lascia proseguire da soli, scortati solamente due ragazzi della sicurezza.
"Oh, aspettate! Ho dimenticato di dire a Deb una cosa importante. Torno subito!" Comincio a tornare indietro, sperando di trovarla velocemente. Sto per ritornare da Ed quando la vedo, incamminandomi nella sua direzione. Poco lontano da lei, il mio passo si arresta, assistendo ad una scena che mi lascia un enorme vuoto dentro.
"Allora, dopo il concerto, raggiungiamo quel locale? Niall mi ha detto che è fantastico. Non vedeva l'ora di portarmici."
Alle parole di Abby, rivolte a quello che credevo essere la mia migliore amica, comincio ad indietreggiare, per poi iniziare a correre per cercare di fermare Ed, e andarmene da qui. Non riesco a crederci, nonostante le parole ascoltate, non ci riesco. Durante questi mesi, si vedeva con Abby nonostante continuasse a sentirsi con me e aveva già scelto, e quella scelta non ero io. Ma la cosa che più mi distrugge è che tutti lo sapessero ma hanno preferito tenermi all'oscuro di tutto. Con le lacrime agli occhi e il viso rigato, non riesco a fermare Ed; la sua piattaforma è già in movimento. Non posso più, non ha più nessun senso adesso fare tutto questo. Ma quasi come se fossi in uno stato di trans, vengo spinta sulla mia piattaforma che comincia a raggiungere la superficie. Sto per sentirmi male, non riesco a muovermi e forse non sto nemmeno più respirando, ma ormai è tardi. Le note e la voce di Ed mi giungono chiaramente e io emergo proprio nel momento in cui dovrei iniziare a cantare. Chiudo gli occhi e cerco di riportare a galla i nostri più bei ricordi, cantando al loro; ai ricordi di me e di lui e ai momenti che non torneranno più. Inaspettatamente, le parole escono nel momento esatto e fluiscono da sole, come se avessero vita propria. Ma le lacrime non smettono di scendere e i miei occhi non vogliono saperne di aprirsi. E quando lo fanno, a malapena resisto al bisogno di buttarmi giù e correre, correre veloce. Vedere la sua espressione, il guardarsi intorno, mi ferisce ancora di più. È come se stesse cercando di nascondere qualcosa che ormai so già. È giunto il momento della canzone dove io e Ed lasciamo le piattaforme tornare giù per dirigerci da loro. E mentre vedo Ed iniziare a camminare, io resto immobile, puntando lo sguardo dritto nel suo, per l'ultima volta. Quando Ed raggiunge il palco e si volta a cercarmi, notando la mia assenza, anche lui si gira a guardarmi, immobile mentre aspetto che sullo sfumare della canzone la pedana venga calata. Cerco di sorridere a tutte le ragazze che urlano il mio nome e, con una mano, saluto tutti. E lui, definitivamente.
Arrivata giù, consegno tutto e velocemente mi dirigo verso l'uscita attenta a evitare chiunque. Prendo il telefono per poter chiamare un taxi, ma vengono raggiunta e fermata da una Deb confusa.
"Shay! Che ti è preso? Perché non hai raggiunto i ragazzi sul palco?"
E alla sua stupida domanda, perdo il controllo.
"Hai pure il coraggio di chiedermelo? Potevi, no anzi, dovevi dirmelo che si stava vedendo con Abby! Avrei evitato di essere, e sentirmi, umiliata davanti a migliaia di persone!"
"Ascolta..."
"No, non ascolto più. Per mesi non mi avete detto altro: Ascolta Shay! Non è quello che pensi! Mi avete solo presa in giro. Mi avete fatto credere che fossi continuamente io quella a sbagliare." La guardo arrabbiata e ferita e lei non replica, perché semplicemente, non può. "Solo ora ho capito che era tutta una farsa. Che mi avete solo usata per dare modo alle loro fans di parlare di altro. Ma non avete pensato a me. Diavolo, Deb! Hai sempre saputo quanto io avessi perso la testa per lui. Ci sono sempre stata per te e mi hai fatto tutto questo! Come hai potuto." Urlando tutto il dolore che sto provando. Piange e cerca di parlare, forse di scusarsi, ma non le do modo di farlo. Le urla di migliaia di ragazzi mi fanno capire che il concerto è giunto al termine, quindi devo sbrigarmi ad andare via. "Mi fidavo di te. Ti consideravo una sorella. Quanto mi sono sbagliata. "Asciugandomi frettolosamente il viso e riprendendo a camminare verso l'uscita. Sento un dolore al petto che non si può nemmeno spiegare. Sono stata tradita da tutti coloro che credevo mi volessero bene. E ho sbagliato. Sbaglio sempre. Questa volta, però, non tornerò indietro. Nemmeno ora che sento la sua voce, direi disperata, se solo gli credessi ancora, urlare il mio nome e farsi sempre più vicina. Continuo a camminare, senza titubanza, senza cercare di fermare le lacrime, quando per la seconda volta, vengo fermata ancora.
"Shay, ti prego! Non è come pensi!" Nell'esatto istante in cui le parole lasciano la sua bocca, il palmo della mia mano si scontra con il suo viso. Non riusciranno più a farmi sentire in colpa.
"Shay..."
"Non voglio più vederti. Non voglio più vedere nessuno di voi." E mi spavento da sola per la freddezza che ho usato nel pronunciare queste parole. Vedo nei suoi occhi la consapevolezza che non c'è più nulla da fare. Anche lui ha capito che questa volta è davvero giunta la fine.
Lascio che nostri occhi restino incollati ancora qualche altro istante, prima di oltrepassare l'uscita, chiamare un taxi e annegare nel mio dolore.
Ho chiuso. Ho chiuso con Niall, che mi ha fatto battere il cuore così forte da credere che prima o poi mi sarebbe uscito dal petto per poi romperlo, calpestarlo e ridurlo in infiniti pezzi.
Ho chiuso con Deb, la spalla su cui piangere e l'amica con cui gioire ma che si è dimostrata essere l'ennesimo abbaio della mia vita.
Ho chiuso con Louis, Liam, Harry e Zayn, coloro che credevo essere la mia famiglia in una città che non mi aveva ancora accettata. Ma appunto, credevo. La mia unica famiglia è divisa tra New York e Santa Barbara ed è proprio da loro che tornerò.
Ho chiuso con Londra, trampolino di lancio verso i miei sogni ma che adesso è diventato il posto dove abita, e ho intenzione di lasciare, il mio dolore.
Semplicemente, ho chiuso. La "piccola Shay" non esisterà più da questo preciso istante. Mi concentrerò solo sulla mia carriera. Ricomincerò daccapo, lontana da tutti loro, contando solo sulle mie forze, perché ho capito che ci si può fidare solo di se stessi.
E, a questo punto, credo davvero che si sia chiuso definitivamente un altro capitolo della mia vita e che non ci sia null'altro da dire.

FINE
KeyBrave  😘

Sulle note del cuore // Niall Horan //Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora