Mark è venuto a prenderci fuori ad un piccolo ristorante poco distante dall'aeroporto, senza risparmiarsi la prima, di una lunga serie, di rimproveri sull'aver fatto preoccupare Niall. Siamo diretti in hotel, dove sono stati già informati del mio arrivo e del fatto che, la mia permanenza, deve restare un segreto. I ragazzi sono allo stadio per il sound check quindi non posso chiamare Deb, ma tanto, fra un po' sarà lei a chiamare me. Ci fermiamo sul retro dell'albergo e, dall'uscita di sicurezza, entriamo dirigendoci agli ascensori di servizio. Tutto questo è talmente assurdo che sembra di essere in uno di quei film di spionaggio, dove il protagonista deve far di tutto per non farsi scoprire. Dopo essere stata scortata fino alla camera dove credo alloggi Niall, vengo lasciata sola dove, finalmente, posso dedicarmi ad una lunga doccia rigeneratrice, anche se sarei capace di addormentarmici, adesso. Non rimango meravigliata alla vista dell'enormità della camera, che per intenderci ha anche una cucina; non so per quale motivo, d'altronde. Lascio la mia piccola valigia ai piedi del grande letto, dentro la quale potremmo starci in sei, e mi dirigo verso quello che credo essere il bagno. E, dopo esserci entrata, sto proprio prendendo in considerazione di snobbare la doccia per un bellissimo e lungo bagno in questa immensa vasca. Ma non avendo molto tempo a mia disposizione, rimando a domani, fiondandomi immediatamente all'interno del box doccia. Lascio che queste ultime dodici ore, scorrano via dal mio corpo insieme all'acqua e al bagnoschiuma al profumo di cocco che istantaneamente rilassa tutti i miei muscoli. Troppo velocemente per i miei standard, esco dalla doccia, avvolgendomi in uno dei due accappatoi bianchi con il logo dell'albergo. Mi asciugo in fretta, prima di tornare in camera e svuotare la valigia sull'enorme letto e cercare qualcosa da mettere per stasera, ovvero adesso. Lancio uno sguardo al cellulare per vedere che ore si siano fatte e mi accorgo di essere tremendamente in ritardo. Tra mezz'ora avrà inizio il concerto e se non mi sbrigo mi perderò l'inizio. Metto le prime cose che mi capitano a tiro, ovvero una canotta bianca ed un jeans blu a zampa larga. Infilo le ballerine e corro ad asciugarmi i capelli. Al volo un po' di mascara e, in un attimo, sto praticamente volando giù nella hall per correre dai ragazzi. Ci affidiamo alla guida d'emergenza di Mark mentre rispondo ad una Deb, fin troppo preoccupata.
"Dove diavolo sei? Il concerto inizia tra quindici minuti!" bisbigliando.
"Tra dieci sono li. Vero ,Mark?" agitandomi sul sedile del SUV nero. Annuisce mentre svolta a destra per immettersi in una strada meno trafficata di quella che abbiamo appena lasciato. Sento qualcuno parlare con Deb e spero solo non sia uno dei ragazzi, rovinerebbe la mia sorpresa.
"Tranquilla Soph, è Shay... no, non è a Toronto, acqua in bocca ok?... Si, ma intendevo nemmeno urlare.... Shay, cazzo, muoviti!" mettendo giù. Adesso anche Sophia sa che mi trovo a meno di cinque minuti da tutti loro. Spero solo che Deb riesca a contenere la sua euforia. Continuo a torturarmi le mani fino a quando, nel mio campo visivo, si erge lo stadio in tutta la sua magnificenza. Ho il cuore in gola e la sudorazione ormai fuori controllo. La gola secca e sto per svenire tra le braccia di Scott, mentre seguiamo Mark verso l'entrata del backstage. Intravedo tra la folla una familiare chioma rossa mentre continua a guardarsi intorno e nella mia direzione, fin quando non vengo avvistata. Senza dare nell'occhio, si allontana dallo staff, raggiungendomi poco dopo per stritolarmi nel suo abbraccio. "Idiota! Toronto, eh? Qualcosa di più vicino, no?"
"E' la prima città che ho visto sul monitor in aeroporto. Dov'è adesso?"riferendomi al biondo e proprio nell'istante in cui le parole lasciano la mia bocca, un boato esplode dietro di noi segno che i ragazzi hanno fatto il loro ingresso. Le note di Midnight memories risuonano come mai le avevo sentite. Deb mi trascina non so dove ma non riesco a fare altro che concentrarmi sulla voce di Niall, la stessa voce che sento da settimane solo attraverso un telefono. Quasi piango per l'emozione di questi istanti e non oso immaginare quello che potrei fare da qui alla fine del concerto. Spintoniamo gente, sorpassiamo bodyguard, fino ad infilarci dietro a delle transenne praticamente sotto il palco. Ci avviciniamo alle altre ragazze che già si stanno scatenando e sbracciando per farsi vedere dai rispettivi ragazzi. Appena notano anche me, tutte insieme, mi circondano in un mega abbraccio facendomi scoppiare in una immensa risata, non smettendo nemmeno un attimo, però, di cantare. So che rischio di smascherare la mia messa in scena prima del dovuto, ma almeno posso provare a nascondermi dietro tutte loro nel caso Niall si avvicini troppo verso di noi. Si scatenano, ballano, saltano, incitano le loro fan e sprigionano un'energia mai vista prima. Mi sto divertendo tantissimo nel vederli divertirsi a loro volta. Niall mi sembra rilassato e Deb sembra avere la stessa opinione. Quello che so per certo che alla fine del concerto, avrò i timpani perforati per come le ragazze mi urlano nelle orecchie per parlarmi e sovrastare la musica. Ho tenuto sulla testa il berretto che Scott mi ha comprato in aeroporto sperando che mi nasconda alla vista di quei cinque ragazzi scatenati su quel palco. Ormai, trascinata da altrettante quattro scatenate ragazze, mi lascio travolgere da tutte le emozioni che ci stanno trasmettendo, cantando con loro queste bellissime canzoni.
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Sulle note del cuore // Niall Horan //
FanfictionA ventidue anni, ritrovarsi a fare il lavoro dei propri sogni, è qualcosa che renderebbe felice chiunque. Non dico che io non lo sia, ma è come se mancasse qualcosa. La fama, il successo, i soldi non contano nulla se ti senti sola anche quando sei c...