CAPITOLO 17

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Edward
Esme era nel letto da due giorni.
La avevamo trovata in mezzo ad un prato. Era da sola.
Sulla mano sinistra aveva una cicatrice che conoscevo fin troppo bene.
Non volevo che a lei accadesse una cosa del genere.
Non avrei dovuto permetterlo.
Due giorni senza di lei..senza le sue paranoie da umana. Senza i suoi pensieri su Tris e su di me.
Ora lei era immortale. Se si fosse mai svegliata la avrei sposata. Subito.

*****

Una settimana dopo, Esme, dormiva ancora. Mi stavo abituando all'idea della sua morte. Non avrei mai dovuto pensare una cosa del genere.
Ma io continuo a pensare che lei si svegli..anche perché Tris è viva.
Ed Esme non può morire.

*****
Esme
Mi trovavo in una stanza buia.
Perché c'è tutto questo buio?
Mi sentivo sola e in pericolo.
Avevo paura per mia figlia.

Spesso sentivo la voce di Edward che sussurrava al mio orecchio cose dolci.
Lui stava soffrendo per me. Per noi.
Volevo alzarmi e abbracciarlo.
Volevo dirgli che lo amo..che lo amerò sempre.
Non so cosa sia successo..mi ricordo una donna, del buio e poi della luce.
Poi non ho sentito più nulla. Nulla.
Sto provando a chiamare Edward.
Devo parlargli..devo sopravvivere.
Per lui e per Tris.

*********

Non so quanto tempo fosse passato.
Non so come aprii gli occhi.
Ero in una stanza luminosa.
Davanti a me si estendeva una grande finestra. Era affacciata su un giardino.
Dove mi trovo?
Mi alzai lentamente e mi accorsi che la pancia era cresciuta tantissimo.
Quanto tempo è passato?!

"Edward.." dico in un sussurro.
Ma lui non c'è.
Mi metto in piedi e cammino lentamente verso la porta.
Quando mi avvicinò sento delle voci.
"Lei ha un potere.." Disse una voce maschile.
"Lo so. Infatti non posso leggerle nel pensiero" questo era Edward..lo avrei riconosciuto tra mille.
"Dobbiamo vedere se si sveglia.."
"Deve svegliarsi! Deve sopravvivere!" Edward sembrava disperato.
"La priorità ora è la bambina.." Disse la voce di prima. Sembrava un dottore.
"Non voglio rinunciare a nessuna delle due.." Disse Edward in un sussurro.
"Ne sono al corrente" Disse il dottore con tono fermo.
Più sentii dei passi allontanarsi.
Edward era rimasto fermo immobile.
Passavano i minutilui non si muoveva.
Iniziavo a pensare che se ne fosse andato via anche lui.
Decisi di aprire la porta.
Davanti a me trovai un lungo corridoio bianco.
Con tante poltroncine beige.
Iniziai a camminare per cercare qualcuno. Ormai era ovvio che mi trovassi in un ospedale.
Incontrai una donna che spingeva una carrozzina.
Aveva una divisa rosa.
"Scusi.." iniziai. Ma cosa le avrei chiesto?
"Mi dica!" Disse gentile.
"Io sono Esme Pattinson..e volevo sapere perché mi trovo qua.."
Ora mi trasferiranno direttamente in psichiatria.
"Mi faccia controllare un attimo..mi segua" Disse dolcemente.
Annuì e la seguì.
Questo corridoio non finiva più!

Posò la carrozzina in una stanza e poi si diresse in un ufficio.
"Allora..aspetta che cerco il tuo fascicolo.." Disse la donna mentre scavava nel cassetto di una scrivania.
"Eccoti!" Annunciò con entusiasmo.
"Allora..sei stata in coma per due mesi..cometa senti ora?"
Era stupita.
"Bene..due mesi? Così tanto?"
"Si..il tuo fidanzato sarà felice di vederti in piedi..Non sai quanto ha pianto!"
Edward aveva pianto per me.
"Devo andare da lui.." dissi aprendo la porta.
"Aspetta! Lui tra poco arriva e, tu non puoi andare da sola in giro..ti accompagno personalmente in camera tua" Disse prendendomi a braccetto.
A metà corridoi mi venne in mente Tris.
"E la bambina? " chiesi toccandomi la pancia..quanto mi è mancato questo semplice gesto.
"Sta bene...ma devi riposati. " Disse l'infermiera.

Dopo poco arrivammo nella mia stanza. Mi fece mettere a letto e mi disse di dormire.
Feci così..Ma non riuscì a dormire.

Era passata circa un'ora quando sentii la porta della camera aprirsi.
Si sentiva a mala pena lo spostamento d'aria causato dalla persona appena entrata.
Mi girai e lo vidi.
Lui sgranò gli occhi come se fosse una cosa impossibile.
In effetti lo era..dopo due mesi di coma, mi alzo tranquillamente.
Non è strano?
Lo abbracciai e lui mi strinse forte a se.
"Ti amo" mi Sussurrò all'orecchio.
Io iniziai a piangere.
"Perché piangi?" Chiese scostandomi dal suo abbraccio.
"perché pensavo di non vederti più.."
"Io pensavo di averti perso..di non poter mai più baciarti..o abbracciati o dirti che ti amo.." Disse mentre una lacrima gli rigava il volto.
"Cos'è successo?"
"Mia madre ti ha morso la mano e quindi..quindi.."
"Quindi sono immortale.." dissi sussurrando.
Sarei potuta rimanere per sempre con Edward.
Lo abbracciai nuovamente e lui continuò a piangere, insieme a me, per la felicità.
"La bambina sta bene..sta bene!" Dissi.
"Lo so..la nostra amata Tris.." mi accarezzò la guancia.
"Lo sapevi che fosse femmina?"
"certo.." rispose sorridendo.
Mi baciò di nuovo.
Cosa potevo desiderare di più dalla vita?
"Perché non rispondi alle mie domande mentali?" Chiesi curiosa.
"Ecco..il fatto è che non riesco! Hai un potere speciale..riesci a manipolare le menti..se non vuoi che io legga, non riesco a leggere! Se vuoi che io ora mi metta seduto e abbai lo farò..dipende tutto da te.." Disse infine.
Io avevo un potere.

*****

Era sera quando iniziai a sentire strani dolori alla pancia.
Non può essere..non sono psicologicamente pronta a partorire!
Chiamai Edward che era affianco a me. Si girò di scatto e mi guardò allarmato.
"Ci siamo" dissi a stento stringendo i denti.
"Chiamo qualcuno.." Disse Edward correndo fuori dalla stanza.

*****

EDWARD
Nella stanza affianco si sentiva la bambina che piangeva.
Era nata!
Ora sono ufficialmente un padre.
E Esme la madre.

Entro in camera sua e la vedo sdraiata sul letto che riposa.
Ovviamente non può dormire.
Si gira e mi guarda.
"Amore" dissi avvicinandomi.
Lei sorrise dolcemente.
"Come va?" Chiesi preoccupato.
"Bene..pensavo peggio!" Sospirò di sollievo.
"Ti amo..e non vedo l'ora di sposarti.." dissi baciandola a fior di labbra.
"Anche io" Sussurrò al mio orecchio.

"Buon giorno!" Disse una donna entrando.
Con se portava una piccola culla rosa.
Mi sporsi per vedere e dentro c'era mia figlia..c'era Tris.
"Che cognome metto?" Chiese gentilmente la donna.
"Hurt.." dissi sovrapensiero.
"Ok" Disse la donna sorridendo.
Esme mi guardò per un attimo.
In effetti non sapeva il mio cognome.
È una cosa assurda visto che ci sposiamo e abbiamo una figlia..ma non ne abbiamo mai parlato.
Ma Esme me lo ha già detto..io sono strano.



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