Nono capitolo

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Mi svegliai con i raggi del sole che entravano dalla finestra e illuminavano la camera...

Spostai il braccio ma il posto accanto a me era vuoto. Aprii gli occhi di scatto.
Scesi dal letto e indossai una camicia di Dylan che mi arrivava a metà coscia.

Dove era andato? Si era pentito?

Sono queste le domande che mi facevo mentre scendevo al piano di sotto, in cucina. Ieri sera eravamo a casa da soli, Jenny non so dove era andata, i suoi genitori erano partiti per festeggiare il loro anniversario di matrimonio.
Lo vidi. Era ai fornelli a preparare non so cosa.
Mi avvicinai a lui e lo abbracciai, posando la testa sulla sua schiena.

-"Buongiorno amore" gli dissi

-"Buongiorno piccola, volevo portarti la colazione a letto.." Si girò e mi baciò.

-"Oh scusami... Quando mi sono svegliata tu non c'eri è così avevo pensato che ti eri pentito,per aver fatto l'amore con me..." Dissi abbassando lo sguardo.

-"Stai scherzando? Io non mi pentirei mai, anzi lo rifarei anche adesso " mi sorrise maliziosamente.

-"Dai pervertito, Dylan la colazione!!!" Mi avvicinai ai fornelli e tolsi i pancake dalla pentola.

-"Ops non me ne ero accorto " mi sorrise.
Ci sedemmo a tavola e mangiammo.

-"Oggi io e te usciamo - alzò la mano, per non farmi parlare- È una sorpresa quindi non ti dico nulla"

-"Va bene amore " mi alzai gettando i piatti sul lavandino.

-"Vado a prepararmi" gli diedi un bacio sulla guancia e salii di sopra per vestirmi e andare a casa.

-"Amore vado a casa a prepararmi mi vieni a prendere?" Gli chiesi.

-"Si, vai piccola a dopo" mi prese tra le sue braccia e mi baciò.
Uscii di casa e mi vestii con un paio di jeans aderenti strappati, felpa verde e le all star bianche.
Scesi in cucina e trovai mia madre.

-"Ciao amore, non sei mai a casa... Dove vai?" Mi chiese mia madre abbracciandomi.

-"Ciao mamma, scusami se non sono  mai a casa... Esco con una persona, quando ritorno a casa ti racconterò tutto" baciai la sua guancia e la salutai.

Uscii di casa e rimasi senza fiato.
Era appoggiato alla sua macchina, vestito con una camicia bianca aperta e un giacchetta di pelle nera, e un paio di
Jeans attillati e stivaletti neri.
Gli andai incontro e gli gettai le braccia al collo.

-"Sei bellissimo " gli dissi a due centimetri dalle labbra.

-"E io devo difenderti da tutti quelli che ti vogliono" disse guardandomi dalla tasta ai piedi.

Mi prese per mano e mi aprì la portiera. Gli sorrisi e entrai.
Dopo 10 minuti si fermò nella corsia di emergenza. Vide il mio sguardo curioso ma allo stesso tempo preoccupante.

-"Siccome è una sorpresa ti devo bendare " mi disse accarezzandomi una guancia. Mi coprì gli occhi e continuo a guidare. Dopo dieci minuti arrivammo.
Aprì la portiera e mi prese per mano, mi tolse la benda...
Quello che vidi davanti a me era stupendo
L'oceano pacifico era immenso... C'erano navi e vele sotto di me, vedevo le onde sbattere contro i scogli alti su cui io e Dylan ci trovavamo. Mi girai verso di lui e lo guardai.
Il vesto spostava i suoi capelli... Le labbra erano disegnate da un sorriso, e le sue fossette non mancavano. Mi guardava con i suoi occhi azzurri illuminati, sorridenti.

Mi prese per mano e parlò
-"Vedi... Io e Jenny all'età di cinque anni siamo cresciuti da soli, è nostri genitori ci lasciarono... -la sua voce diventò strozzata- io presi in mano la situazione e come uomo di casa mi presi cura di Jenny, e di me stesso, ti ho portata qui... Perché questo posto è speciale per me. Io qui mi sfogo. Vengo qui, quando ho bisogno di stare da solo., a cambiare aria. Mi sento soffocare con tutte quelle persone che mi circondano. La prima volta che ti ho incontrato sono venuto qui, e ti ho pensato... Non riuscivo a dimenticarmi di te, delle tue labbra, del tuo sorriso, della tua dolcezza. Volevo dirti questo, volevo raccontarti la mia storia. Questa è una piccola parte, ma prima o poi la saprai tutta." Lo abbracciai posando la testa sul suo petto.

Alzai la testa per incrociare i suoi occhi -" Della mia vita non c'è tanto da raccontare ...i miei genitori e mia sorella si sono sempre comportati bene con me. Ma quando ebbi quindici anni... Mi sentii sola, imperfetta... Inutile. Tutti i miei amici e amiche mi dicevano: "tu non vali nulla" "fai schifo nessuno ti vorrà mai" così cominciai a tagliarmi... Il sangue che mi scorreva sui polsi, sulle gambe, sulla pancia, mi faceva stare bene. Un giorno i miei compagni vennero a scoprirlo, e una mia amica mi stette accanto. Mi disse che lei ci sarebbe sempre stata... Un anno dopo, arrivò Domi e Mark. Loro mi aiutarono molto a superare l'autolesionismo. Poco tempo dopo arrivò Liam... Sembrava quello giusto. Però un giorno lessi un messaggio nel suo telefono. Era una ragazza che non aveva mai visto. Da lì non ci vidi più, mi aveva spezzato il cuore. Volevo saperne di più... Così glielo feci leggere davanti a lui. Mi disse che si sentivano da mesi così ci lasciammo prima che partissi... Mi manca e lo ammetto, ma quello che mi ha fatto è stato veramente brutto. Ecco questa è la mia "piccola" storia... Ora ci sei te, che mi hai reso la vita felice. " lo guardai e lo baciai.

-"Ti amo Lily e mi prenderò cura di te" mi disse

-" Ti amo anch'io Dylan " lo baciai e stemmo a guardare l'oceano, lui che mi abbracciava da dietro e io la testa appoggiata sopra al suo cuore. E in quel momento capii che lui era indispensabile nella mia vita. Di qualsiasi cosa siano fatte le nostre anime,la mia e la sua erano uguali.

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HOLAAA
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto
A presto
Rose💚

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