Diciassettesimo capitolo

31 3 0
                                    


-"Lily..." Una voce mi chiamò, mi girai per vedere chi era, ma non vidi nessuno.
Corsi fino alla fine del corridoio. Dove si trovava la camera dei miei genitori, dove era partita la voce. Entrai, la camera era uguale a come la avevano lasciata. Il letto fatto, i loro pigiami posti sopra i cuscini, il letto a baldacchino con le tende legate, i loro vestiti dentro all'armadio.
Sentii di nuovo quella voce, quella voce così tanto famigliare quanto strana. Strana perché, aveva un tono di voce diverso... Mi girai ma non vidi nessuno. Ma, notai un biglietto sul letto, lo aprii ma non riuscii a leggere quello che c'era scritto, perché tutto diventò buio.

Mi svegliai tutta sudata, ogni notte, dopo Natale, faccio questo incubo. Mi fermo a quel biglietto posto su letto dei miei genitori, poi il buio totale.
Due braccia, mi cinsero da dietro. Posò la testa nell'incavo del mio collo.

-"Amore, è solo un incubo, ritorna a dormire è ancora troppo presto" mi girai verso il comodino, e appunto erano le cinque di mattina.
Mi distesi, vicino a Dylan e mi riaddormentai.

Mi svegliai con la pioggia che batteva sulla finestra. Guardai l'ora erano le nove di mattina. Dylan era già sceso. Così mi presi un minuto e pensai ancora all'incubo.
Cosa voleva significare il biglietto? C'era scritto qualcosa? Qualcosa che faceva parte della mia vita? Della vita di Charlotte? La causa del loro incidente?. Non riuscii a darmi delle risposte. Distrutta scesi dal letto e andai in bagno. Mi guardai allo specchio, i miei occhi erano di un azzurro spento, non come il solito. I miei capelli erano un disastro, le occhiaie si vedevano. Poi scesi con gli occhi, sulla mia pancia... Cresceva ogni giorno di più, ero al quarto mese di gravidanza. La pancia aveva già una forma arrotondata. L'ultima volta che sono stata dalla ginecologa mi disse che mio figlio, o mia figlia, era in ottima salute. Posai le mani sulla pancia e come ogni mattina parlai a quella creatura che nasceva dentro di me.

" Amore della mamma... Come stai questa mattina? Mamma è stanca, quando nascerai sarà peggio, ti sveglierai di notte, piangerai per la pappa. Ma io, come anche il papà, ci saremo sempre per te. Perché te sei la nostra ragione di vita" feci delle carezze, poi uscii dalla stanza.
Giù in sala da pranzo, c'erano tutti e tre, Dylan, Charlotte, e Derek.

-"Buongiorno amore, stai meglio ?" Andai verso di loro.

-"Sisi, scusami per averti svegliato" abbassai lo sguardo.

-"Incubo?" Mi chiese Charlotte.

-"Si sempre il solito." Le dissi guardandola negli occhi.

-"Mi dispiace..." Mi alzai dalla sedia e la abbracciai.

-"Non ti preoccupare, non è niente di che" le accarezzai i capelli.

-"Come sta il mio nipotino?" mi chiese Derek.

-"O nipotina" aggiunse Dylan.

-"Si sta bene, comunque la settimana prossima, sapremo il sesso del bambino"

-"Davvero? -Charlotte spalancò gli occhi e io scoppiai a ridere -NON VEDO L'ORAAAA"
Finimmo di fare colazione, poi tutti e quattro andammo a scuola. Quando entrammo, come ogni mattina, tutti gli sguardi erano puntati su di me, o sulla mia pancia. Dylan mi prese per mano e mi accompagnò dagli altri.
Salutai tutti e abbracciai le mie due migliori amiche.

-"Bene, noi dobbiamo andare -mi baciò- ragazze state attente alla mia ragazza chiaro?" Loro annuirono e andammo a lezione.
Le lezioni passarono velocemente, mi guardavano ancora tutti, o sussurravano, cosa che a me dava molto fastidio. Suonò la campanella della pausa pranzo, così io, Jen, e Domi, andammo in mensa, lìtrovai tutti. Mi avvicinai al tavolo con il vassoio in mano quando una voce mi blocco.

-"Ma guarda la troia... Si fa il mio ragazzo e poi rimane incinta" mi girai e vidi Violet venire verso di me.

-"Intanto non è il tuo ragazzo, e non sono una Troia, quella sei te... Ops" mi portai una mano sulla bocca.

-"La pagherai cara Evans" strinse gli occhi e mi lanciò uno sguardo di fuoco, per poi girare i tacchi e andandosene.
Jen e Domi cominciarono ad incamminarsi verso di lei, ma io le fermai.

-"Dai ragazze è solo una cretina, lasciatela stare, non sa nemmeno di essere al mondo." Scoppiammo a ridere tutte e tre e ci sedemmo al tavolo.

-"Amore, ma cosa voleva Violent?" Mi chiese dopo avermi baciato.

-"Mi ha detto di starti lontano, che sei suo, e che sono una troia -lo guardai- e poi io le ho risposto che non sei suo, e che è lei la troia " dissi ghignando.
I ragazzi scoppiarono a ridere e si congratularono con me per averle chiuso la bocca.
Dopo pranzo avremmo avuto educazione fisica, ma non potevo farla. Così avrei avuto tutto il tempo di fissare il mio ragazzo.
Infatti adesso sta venendo verso di me, tutto sudato e con la maglietta appiccicata al petto, dove si intravedeva il suo bellissimo fisico.

-"Ti piace quello che vedi amore?" Mi disse maliziosamente.

-"Oh beh, certo. Anche perché sei mio..." Mi alzai dalla panchina e passai il dito sul suo petto scolpito.

-"Oh beh... Pensa dopo puoi farci quello che vuoi" se ne andò lasciandomi con una voglia di toccarlo per ore e ore. Bastardo la pagherà cara.

*     *   *

Eccomi con un altro capitolo.
Adesso posto la foto di Mark e Derek
E Nathan.
A presto
Rose💚

A prestoRose💚

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Questo è Mark.

Questo è Derek

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Questo è Derek.

Questo è  Nathan

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Questo è  Nathan...🙈

The first time I met youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora