capitolo 8

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Draco's pov

Una voce mi risvegliò dal mio bellissimo sogno.

"Draco svegliati, devi allenarti" disse mia madre con le stesse parole che usava ogni mattina.

"Adesso scendo" risposi io con la faccia immersa nel cuscino.

Avrei preferito continuare il mio sogno che allenarmi nel combattimento.

Nel sogno Voldemort era stato battuto e tutti erano vivi.

Mi ero anche fidanzato, però non riuscivo a vedere il volto della ragazza, e di conseguenza non capivo chi fosse.

Insomma, era tutto perfetto.

Mi alzai di malavoglia, e, dopo essermi preparato, scesi a fare colazione.

Ero abbastanza stanco, mi allenavo tutti i giorni ed ero sfinito.

Dormivo poche ore, andavo a letto alle undici e mi alzavo alle quattro.

Verso le cinque mi diressi, insieme a mio padre, nel campo per allenarmi.

Iniziai con dei giri di campo e subito dopo con delle flessioni.

"Adesso ti allenerai fisicamente, dopo pranzo invece ti concentrerai sugli incantesimi" disse mio padre.

Io annuì mentre facevo la ventinovesima flessione.

Dopo passai al sollevamento pesi.

Quando dovemmo passare al combattimento la mia stanchezza si fece più forte.

Dopo qualche minuto all'incirca, Jack, il ragazzo con cui stavo combattendo mi tirò un calcio che mi fece accappottare.

"Alzati" mi disse mio padre.

"Tranquillo, sto bene" dissi, ero stanco e non sopportavo il fatto che non si preoccupasse per me.

Lui mi guardò storto e fece qualche passo indietro, fino ad uscire dalla spazio in cui si svolgeva il combattimento.

Jack era più grande di me di sei anni, quindi era piuttosto ovvio che sapesse combattere meglio.

Mio padre se ne andò e ci lasciò da soli, così continuammo e di tanto in tanto mi dava dei consigli su come dare i colpi o su che posizione avere dirante i combattimenti.

Quando si fecero le due andai a pranzare, e come al solito i miei genitori avevano già pranzato.

In tutti quei giorni non era mai successo che i miei genitori aspettassero la fine dei miei allenamenti mattutini, non che mi dispiacesse pranzare da solo, almeno non sentivo persone che mi criticavano e non mi tenevano in considerazione.

Ma comunque era meglio così.

Alle tre e mezza passai agli incantesimi con un altro ragazzo, Nick, questa volta di nove anni più grande di me.

Mi stavo esercitando per riuscire a compiere le Tre Maledizioni Senza Perdono.

L'unica che mi riusciva era Crucio.

Quel giorno mi sarei dovuto allenare con Imperio.

L'ulrima che avrei fatto sarebbe stato Avada Kedavra, che sarebbe stata anche quella che non avrei mai voluto usare.

Provai gli incantesimi su un manichino che ha subito una magia.

Subisce gli incantesimi che vengono lanciati come una qualsiasi altra persona.

Provai Imperio un paio di volte, ma non riuscivo a fare eseguire i miei ordini al manichino.

"Devi concentrarti su cosa vuoi fargli fare, visualizza nella tua mente quello che vuoi che faccia" disse Nick.

Io provai a fare quello quello che mi aveva detto e dopo diversi tentativi ce la feci.

Quando finimmo erano ormai le dieci, così andai a cenare, da solo.

Come tutti i giorni alle undici andai a dormire e mi addormentai con la speranza di continuare il sogno dell'altra volta.

Ero troppo curioso di scoprire chi era la ragazza.

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Ciao a tutti, spero che il libro vi stia piacendo.

Ciao

Ele ;)

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