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Il telefono iniziò a suonare e Morgan aprì gli occhi di colpo. Era notte fonda e si chiese chi potesse chiamarlo in quel momento. Prese in considerazione l'idea di non rispondere, di lasciare che pensassero che si stesse godendo la sua tanto attesa notte di riposo, ma poi un pensiero si fece strada nella sua mente.
Cercò il telefono sul comodino e non appena lo trovò rispose subito alla chiamata pensando che forse era successo qualcosa sua sorella. Non si era perdonato il fatto che suo nonno l'avesse torturata e si era ripromesso che da quel momento in poi avrebbe fatto di tutto per proteggerla.
– Era ora! Temevo che stessi dormendo!
Riconobbe subito la voce dall'altro capo del telefono e sorrise – Allora sei vivo...
– Avevi qualche dubbio?
Morgan si schiarì la voce – Pensavo che fossi morto considerando che non dai notizie da tempo immemore!
– Ma perché mi dite tutti la stessa cosa?
– Probabilmente perché è così che sono andate le cose – Era felice di sapere che non gli fosse successo nulla. Nonostante tutto gli era grato per aver tratto in salvo Cassie in più di un'occasione – Posso sapere come mai mi hai chiamato? E soprattutto come mai hai scelto un orario del genere?
Ci furono attimi di silenzio, chiaro segno che non aveva buone notizie – Cassie è in pericolo – disse il ragazzo dall'altro capo del telefono.
– Questo lo sapevo già! Proprio per questo motivo l'ho fatta tornare a New York.
– Non basta Morgan... Non si tratta dei lupi. C'è qualcun altro, qualcuno oltre a loro che la vuole morta.
– Cosa ti fa pensare una cosa del genere?
Seguirono altri attimi di silenzio e l'ansia crebbe dentro di sé – Dobbiamo vederci.
– Quando?
– Posso venire anche domani.
Morgan rimase qualche secondo a riflettere. Se lui si fosse fatto vivo a palazzo Cassie lo avrebbe visto e non sarebbe stata una cosa positiva. Sapeva che sua sorella amava quel ragazzo ma allo stesso tempo era del parere che non faceva per lei. Si, le aveva salvato la vita, ma non era stato leale nei suoi confronti – Vieni domani mattina, non troppo presto e neanche troppo tardi.
Nathan non fece domande. Anzi, per la verità, non disse nulla.
Morgan rimase ancora per qualche secondo con il telefono attaccato all'orecchio. Chi poteva voler così male a sua sorella tanto da volerla morta?

Erano passati almeno dieci giorni da quel brutto incidente ma ancora non si sentiva a suo agio in compagnia di Daniel. Aveva chiesto esplicitamente di allenarsi in un luogo meno pericoloso in modo che non ci fossero altri incidenti e Morgan l'aveva accontentata. Che strano, una come lei, che non aveva paura di nulla, aveva fatto una richiesta simile.
Daniel era tranquillo. Non si era mai scusato con lei per averla quasi fatta cadere di sotto e aveva assunto uno strano comportamento dopo l'accaduto. Non flirtava più come quando si erano conosciuto, non tanto quanto allora. Manteneva un'espressione seria e stava provando a essere professionale, probabilmente per riacquistare la fiducia di Cassie. Peccato che lei non si era mai fidata di lui e che mai e poi mai si sarebbe fidata.
A parte il fatto di allenarsi in un posto meno esposto a rischi, aveva anche chiesto che Ethan assistesse agli allenamenti. In realtà era stato Ethan a proporsi e Morgan non aveva neanche lontanamente preso in considerazione l'idea di declinare l'offerta del ragazzo. Tutto questo le sembrava strano. Ethan era un cacciatore molto forte ed era una figura importante se non addirittura fondamentale per l'esercito di cacciatori del palazzo, eppure Morgan stava lasciando che sprecasse del tempo a fare da balia alla sua tanto amata sorellina.
Inizialmente a Cassie faceva piacere vedere quanto tenessero a lei sia Ethan che Morgan, ma ultimamente questa situazione stava iniziando a starle un po' stretta.
– Cassie? Ma mi stai ascoltando?
Si voltò e lo guardò ma senza incrociare il suo sguardo. L'ultima volta che lo aveva fatto era stato poco prima di cadere giù e non le era piaciuta la freddezza che c'aveva visto. Da quel momento aveva stabilito che Daniel era pericoloso, una persona da cui era meglio stare alla larga. Peccato che Morgan non la pensasse così.
– Sono il tuo maestro! – la incalzò il ragazzo – Dovresti starmi a sentire anziché pensare ai fatti tuoi! – Il tono in cui si era rivolto a lei la irritò.
– Ma vaffanculo! – Girò i tacchi e andò via. Suo fratello non sarebbe stato fiero e probabilmente anche Robert l'avrebbe rimproverata se fosse stato lì. A sua discolpa poteva dire che non riusciva più tollerare Daniel, neanche un po'. Era stanca e non aveva nessuna voglia di proseguire. Voltò le spalle al ragazzo e recuperò la sua bottiglietta d'acqua. Negli ultimi giorni si erano allenati in una sala del palazzo che era stata adibita proprio per l'allenamento ma che nessuno usava da quando erano nate le scuole per i cacciatori.
Poco dopo essere uscita dalla sala sentì dei passi alle sue spalle. Ethan l'aveva seguita e adesso stava sghignazzando, probabilmente per via della scena a cui aveva da poco assistito.
Lo guardò e tentò in tutti i modi di mantenere un'espressione seria ma con quel ragazzo era impossibile quindi sorrise anche lei.
– Sapevo che prima o poi lo avresti fatto! – disse Ethan sorridendo.
– Non lo sopporto più!
– Secondo me ha fatto abbastanza. Non hai più bisogno di allenarti con lui.
In effetti non aveva torto. Non era più caduta al tappeto da quando aveva ripreso l'allenamento e riusciva a colpire il suo avversario svariate volte. Sorrise e andò verso l'ascensore. Ethan, da buona guardia del corpo la seguì – Dove stiamo andando?
– Da Morgan – rispose lei con un sorrisetto.
– Non mi piace quel sorriso – disse il ragazzo guardandola con la coda degli occhi – Che cosa hai in mente?
Alzò le spalle – Come hai detto tu stesso non ho più bisogno di Daniel!
Il sorriso di Ethan si allargò ancora di più e insieme salirono le scale fino al piano in cui si trovava l'ufficio di Morgan. Non appena arrivarono, la prima cosa che notarono furono i cacciatori che facevano avanti e indietro.
– Forse è occupato – disse Ethan.
– Se fosse occupato la porta sarebbe chiusa – rispose lei notando la porta dell'ufficio aperta solo per metà.
Riusciva a percepire un leggero mormorio ma era troppo lontana per capire di chi si trattasse. Fece qualche passo avanti ma Ethan la blocco prendendole un braccio – Passiamo più tardi.
Guardò il suo amico e pensò che, una volta arrivati fin lì sarebbe stata una sfacchinata tornarsene indietro. Non sapeva spiegarsi il motivo ma c'era qualcosa che l'attirava a entrare nell'ufficio di suo fratello.
Sospirò e si liberò dalla stretta di Ethan – Forse hai ragione. Tornerò più tardi...
– Prendiamo l'ascensore per tornare giù?
Prese in considerazione la proposto e le venne in mente che, se avessero preso l'ascensore, sarebbero passati davanti alla stanza in cui si trovava suo fratello e così avrebbe potuto vedere con chi stava parlando di così importante.
Peccato che, proprio mentre passarono, la porta si chiuse di scatto, e lei non potè vedere chi c'era dentro né potè sentire cosa si dicessero visto che era calato il silenzio.
– Chissà chi c'è di così importante – disse Ethan come se le leggesse nel pensiero.
I due cacciatori che sorvegliavano il corridoio se ne andarono – Probabilmente non era nessuno di importante – disse facendo riferimento agli uomini che si erano appena allontanati.
Si voltò per premere il pulsante del piano in cui si trovava il loro appartamento e in quel momento la porta si aprì. Le porte dell'ascensore stavano per chiudersi ma questa volta vide la persona che era appena uscita dall'ufficio di Morgan.
Spalancò gli occhi e si coprì la bocca con la mano. Il cuore cominciò a batterle all'impazzata e le gambe tremavano così tanto che non riuscì a reggersi in piedi. Si appoggiò alle parete dell'ascensore e Ethan accorse in suo aiuto sostenendola. Lo guardò negli occhi e vide la preoccupazione nel suo sguardo. Anche lui lo aveva visto?
– Cassie! Mi senti? Stai tranquilla!
Ma come poteva stare tranquilla? – E' tornato Ethan! E' vivo!
– Ma di cosa stai parlando?
Continuava a tremare e a sudare freddo – George! George è qui!

La Cacciatrice Ibrida 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora