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Erano passati due giorni da quando aveva parlato con Morgan a proposito del viaggio a Holding e quando lui gli aveva dato la conferma ufficiale che sarebbe potuta partire era quasi impazzita per la felicità. Purtroppo era durata poco perché, subito dopo, Morgan gli aveva comunicato che anche Daniel sarebbe stato insieme a loro. Per quanto ne aveva capito anche lui aveva delle cose da fare a Holding ma era quasi del tutto sicura che suo fratello lo stesse facendo solo per sorvegliarla.
Il pensiero di dover condividere anche solo l'ossigeno con Daniel la mandava in bestia. Più cercava di allontanarsi da lui e più se lo ritrovava davanti. In tutta questa faccenda però c'erano anche dei lati positivi. Avrebbe potuto rivedere Robert e Maia, avrebbe potuto raccontarle che cosa era successo due giorni prima e soprattutto gli avrebbe potuto parlare del sogno. Non lo aveva ancora detto a Ethan o a Morgan perché in realtà non pensava che loro le avrebbero creduto e dopo quello che era successo due giorni prima nell'ascensore sicuramente suo fratello l'avrebbe presa per pazza. Un'altra cosa positiva era che, una volta tornati a New York, non si sarebbe dovuta più allenare con Daniel.
– Fatti coraggio Cassandra – disse a sé stessa mentre chiudeva la valigia – Solo tre giorni e poi non lo rivedrai più.
Ethan bussò piano alla porta della sua stanza. Sapeva che era la da qualche istante e che la stava fissando. Per quanto silenzioso, non poteva di certo nascondere il suo odore!
Gli fece cenno di entrare ma lui rimase lì dov'era, appoggiato allo stipite della porta. Ethan era quel tipo di persona che non amava invadere gli spazi altrui, proprio come lei. Negli ultimi tempi si era resa conto che Ethan aveva molte altre qualità oltre a quella di essere un bravo cacciatore.
– Sei pronta?
– Sono nata pronta – disse con un sorriso – E tu?
Alzò le spalle – Diciamo di si – Era molto turbato per via di questo viaggio ed era strano considerando che anche lui era cresciuto vicino Holding. Le venne da pensare che l'infanzia di Ethan non era tanto roseo quanto si aspettava, che anche lui aveva degli scheletri nell'armadio, cose del passato di cui non voleva parlare.
Prese la valigia e si avvicinò a lui – Andrà tutto bene Ethan – disse senza sapere a cosa si riferisse di preciso.
Lui sorrise e, senza dire una parola, le tolse la valigia dalle mani e si avviò verso l'uscita dell'appartamento. Prima di chiudersi la porta alle spalle, si guardò intorno rendendosi conto che stava provando un sorta di malinconia nel lasciare quel posto. Anche se si trattava solo di pochi giorni, quella era diventata la sua casa e non le piaceva tantissimo l'idea di doversi allontanare proprio ora che stava ricominciando a trovare la sua serenità.
– Cassie dobbiamo andare. Daniel ci aspetta all'entrata del palazzo – Il modo in cui pronunciò il nome del ragazzo le fece capire che neanche lui era tanto felice di passare i prossimi tre giorni in sua compagnia. Dopo la scazzottata non si erano più rivolti la parola, non si guardavano neanche.
Quando arrivarono all'entrata del palazzo, oltre a Daniel c'era anche Morgan. Non appena le vide quasi le corse incontro e la strinse forte a sé.
– Piano Morgan così soffoco!
Allentò un po' la presa ma non si staccò da lei – Sono solo un po' triste per la tua partenza.
– Sono solo tre giorni. Cosa mai potrebbe succedermi?
A quelle parole Morgan si ritrasse – Stai attenta – disse in tono gelido.
Rimase un po' perplessa di fronte a quello strano cambiamento improvviso d'umore. Guardò davanti a sé e vide Daniel, che le sorrideva in modo tutt'altro che strafottente, e Ethan che lo stava fulminando con lo sguardo.
– Spero di sopravvivere a quei due – disse a bassa voce.
Morgan, però, l'aveva sentita – Non preoccuparti per loro, andrà tutto bene.
Si voltò e gli sorrise – Ci vediamo fra tre giorni.
Morgan annuì e andò via.
Se prima era solo un dubbio, adesso aveva la conferma che il comportamento di suo fratello era davvero molto strano. Forse la situazione, tutte le responsabilità che gli erano state accollate, il fatto che le Famiglie ce l'avessero con lui per aver presentato loro la sorella ibrida, tutte queste cose lo stavano massacrando. Non poteva farcela da solo, aveva bisogno di una mano. Ma cosa poteva fare lei? Decise di non pensarci. Per ora voleva solo concentrarsi sul viaggio e su quello che doveva raccontare a Maia. Al resto ci avrebbe pensato quando sarebbe tornata.

La Cacciatrice Ibrida 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora