Capitolo 3

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"Melanie"una voce soave e infantile fu udita da Melanie che si sentì tirare la maglietta bianca "Melanie" ripeté la stessa vocina "Ho fame" concluse la piccola bambina riccioluta.Melanie sbuffò scocciata dalla piccola sorellina che, come sempre, aveva fame."Sarah" la chiamò Melanie" aspetta che viene mamma " la bambina sbuffò alzando gli occhi al cielo ed incrociando le braccia offesa. Nonostante era contro l'ordine della sorella maggiore, si lanciò di nuovo sul piccolo letto della stanza, un tempo di Melanie ma oggi del suo zio più giovane :Luke. All' improvviso Melanie si sentì pervadere da una brutta sensazione che le provocò dei brividi lungo la spina dorsale. "Mel ho una strana sensazione" disse la cugina Olga che aveva il respiro accelerato per l'ansia. "Hey Olga, sta tranquilla..a-andrà tutto bene" balbettò cercando di dare un po' di sollievo, ma con scarsi risultati . "Io ho fame e paura" Sarah tremò impaurita senz'altro per la sensazione che governava in quella piccola stanza. A Melanie cominciò a mancare il fiato, si sentiva così debole ma doveva fare qualcosa. Così prese per il polso la bruna e la piccola biondina e insieme uscirono dalla stanza. Nel soggiorno sembrava tutto tranquillo: i nonni materni erano intenti a chiacchierare, ma dei genitori delle tre ragazze neanche l'ombra.

"Dove sono i nostri genitori?" domandò Olga cercando di trattenere l'ansia

"Saranno qui a momenti" annunciò la donna di mezza età che era intenta a fare un cappello di lana ma, nel suo timbro di voce, si poteva sentire l'ansia familiare che circolava in quella casa fredda.

Melanie si senti il sangue al cervello"ora basta!" urlò catturando l'attenzione dei nonni,"cosa succede?!Eh?!" aggiunse accelerando il respiro. Le due ragazze affianco a lei le strinsero le mani, cercando protezione dalla più grande delle nipoti. "Melanie, calmati" biascicò l'uomo di mezza età.

"Ecco" affermò nonna Marie

"no nonna, qualcosa non va e voi non volete dirmelo!" intuì lei assottigliando gli occhi .Olga guardò spaesata il soggiorno in cerca di qualcosa o qualcuno.

"Nonna, dov'è Mick?" domandò Olga con gli occhi lucidi preoccupata per il fratello, la nonna sospirò "sta fuori " le tre ragazze alla risposta si recarono in fretta fuori , ma la voce di nonno Guy li fermò "Olga e Sarah rimanete qui voi" gli ordinò il nonno guardando Melanie e regalandole un incerto sorriso "Mick vuole parlare a quattr'occhi con te" aggiunse.

Melanie annuì e si chiuse la porta d'ingresso alle spalle e si recò correndo dietro la piccola casa, notando subito una sagoma nera familiare "Mick" sussurrò ma nonostante ciò Mick la sentì e si girò, indicandole lo spazio accanto a lui che era seduto sul basso muretto. Per alcuni minuti stette in silenzio guardando davanti a sé, provocando ancora più ansia alla dodicenne. Era teso e si poteva vedere dalla sua mascella serrata e dai suoi capelli disordinati dal suo smuoverli continuamente, cosa che faceva ogni volta che era nervoso.

"Cugina" sospirò "Vincent ci ha trovati" a quel nome Melanie sbiancò e cominciò a tremare
"C-cosa?! " balbettò portandosi una mano al cuore "si... " si alzò guardando davanti a sé "ma ti prometto che non vi toccherà " strinse i pugni e digrignò i denti, mentre la vena sul collo si gonfiò e le nocche divennero bianche dalla stretta forte del quindicenne. Nonostante la sua giovane età era già sicuro di sé come un vero uomo." Oh Mick..." sospirò la ragazza chiudendo gli occhi velati di lacrime. Si alzò e abbracciò il cugino che la strinse a sua volta. Rimasero così per svariati minuti, Melanie non pensava che sarebbe stato l'ultimo abbraccio del cugino prima della sua morte. La morte di un eroe, di un vero eroe.
Melanie si svegliò di soprassalto, ancora una volta aveva  sognato quell'orribile episodio, quell'episodio che le ha procurato quel forte trauma. Il suo viso era contornato dalle innumerevoli lacrime che non smettevano di cessare. Nel silenzio di quella stanza si udivano solo i suoi singhiozzi. La ragazza si alzò dal letto nonostante fossero solo le cinque di mattina, prese il suo pinguino di peluche e se lo portò al petto stringendolo con tutta la forza in corpo.Si recò sulla piccola poltroncina, rivolta alla lunga vetrata sedendosi sopra e portando le gambe al petto. Portò il capo indietro appoggiandosi allo schienale cacciando un forte sospirò che si udì per tutta la camera come un eco. Con il dorso della mano si asciugò il viso chiudendo gli occhi sognando Mick per l'ennesima volta.

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