Capitolo 7

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"Mick!" urlò a pieni polmoni mentre suo cugino era inerme, a terra. Gli si avvicinò prendendo la sua enorme mano, ormai fredda. Baciò le nocche tremando "Mick..." sussurrò mentre le lacrime scendevano lentamente, bagnandole le guance. "Non mi lasciare... " sussurrò.
Lui la guardó e riuscì ad accarezzarle il viso "Promettimi che ti salverai piccola" riuscì a dire respirando pesantemente "Ti voglio bene Melanie" le disse prima di abbandonarla, per sempre. "Ti voglio bene anche io".
Ennesimo incubo, ennesimo dolore al petto, ennesime lacrime. Uno dei tanti episodi crudeli le era tornato in mente, come ogni notte d'altronde. Quella notte aveva perso Mick, una notte terribile. Ricorda che fu sua madre ad allontanarla dal corpo senza di vita di suo cugino. Le urla della zia, madre di Mick, le ritornarono in mente e si coprì le orecchie sperando che cessassero. La zia, la sua bellissima zia era distrutta. La sua allegria non si era mai spenta prima di allora. Olga cercava di bloccarla piangendo anche lei, ma la mamma riuscì a sbloccarsi accasciandosi affianco al figlio, tenendolo tra le braccia e dondolandosi, piangendo disperatamente.
"Hey hey! Piccola, va tutto bene" il biondo l'affiancò prendendola a mo di sposa e stendendola sul letto. Era scioccato dalla scena che gli si presentò davanti agli occhi. Melanie era accasciata a terra addolorata tenendo una mano sul petto, sperando che il dolore finisse. Ora era lì, sul letto cercando di calmare le lacrime, mentre il biondo le accarezzava i capelli. La vide addormentarsi lentamente, tra un singhiozzo e un altro. Le accarezzò ancora i capelli e poi le lasciò un bacio sulla fronte prima di abbandonare la sua camera. Melanie sognò sua madre, il suo viso Candido che le prendeva la mano e la portava via da tutto il male.

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Era mattina e Melanie stava ancora dormendo. Il biondo, dal canto suo, non riuscì a prendere sonno, così rimase tutta la notte a suonare la chitarra, facendo attenzione a non svegliare la piccola mora nella stanza accanto. L'indomani chiamò Scooter per parlare di ciò che era accaduto quella notte. "Davvero?!" esclamò l'uomo affianco a Justin, mantenendo saldamente la tazza di caffè "Povera ragazza..." aggiunse sospirando. Il biondo serrò la mascella pensando a ciò che aveva fatto quel mostro "Dio, lo picchierei a sangue, Scooter" disse stringendo le mani in pugni, così da sbiancare le nocche. "Justin calmati" Scooter toccò la spalla di Justin per rassicurarlo "lei ha bisogno di qualcuno che la faccia sentire protetta, e l'unico che può farlo sei tu ora" gli diede una pacca sulla spalla" Lei ha bisogno di te, ragazzo" disse infine, alzandosi dal divano per prendere la giacca ed uscire di casa. Justin rimase lì, concentrandosi sulle parole del suo manager che si ripetevano nella sua mente incessantemente.

"Lei ha bisogno di te"

Si massaggiò le tempie cercando di eliminare l'immagine di poche ore prima della piccola Melanie, accasciata a terra che piangeva disperata. Strizzò gli occhi quando riapparì la scena per l'ennesima volta e imprecò. Si alzò dal comodo divano e si recò in cucina per prepararle la colazione. Mentre stava apparecchiando la tavola, il suo telefono cominciò a suonare e lo afferrò accettando la chiamata.

"Chaz, dimmi tutto" rispose il biondo, tenendo il telefono tra l'orecchio e la spalla per continuare a maneggiare tra i fornelli.

"Abbiamo un problema bro" disse con tono agitato e poteva giurare che si stesse torturando le punte dei capelli, come fa di solito quando è nervoso. "Che succede?" "Abbiamo un problema con il carico, non è arrivato ancora da ieri." disse Chaz, tutto d'un fiato. Sgranò gli occhi e digrignò i denti "Ci hanno fottuto" sussurrò il cantante arrabbiato. "immagino proprio di si, bro" sospirò l'amico. "Fanculo Russo! Se lo prendo, lo ammazzo!" urlò Justin "Bro calmati, non sappiamo se è stato lui a fare qualcosa o ci è stato fottuto da qualcun'altro" disse Chaz, cercando di calmarlo. Il biondo, dal canto suo, cercò di calmarsi e liquidò l'amico. Scagliò il cellulare sul divano, tirando le punte dei capelli e imprecando più volte.

Melanie stava per afferrare il pomello della porta quando sentì Justin urlare e sussultò mordendosi il labbro. Aveva paura di scendere ora, aveva paura che le mettesse le mani addosso. Era abituata a Vincent che quando urlava per lei non c'era via di scampo. Rabbrividii al ricordo degli schiaffi e i calci che le dava Vincent, ogni volta che ne trovava il bisogno. Ma si ricordò che si trattava di lui, Justin, e non di suo padre. Quindi prese un sospiro e aprì la porta incerta scendendo cautamente giù, in cucina. Lì trovò Justin che gli dava le spalle, cercando di calmarsi. Melanie cercò di farsi avanti dicendo qualcosa ma ricordò, ricordò che non poteva e, afflitta, si sedette procurando un fruscio che non passò indifferente al cantante, il quale si voltò e la guardò girarsi i pollici. Finse un sorriso e le si avvicinò, ma lei si alzò e si allontanò impaurita. Cercò di calmarsi, ma non ci era riuscita. Aveva paura, tanta paura. Lui fece un altro passo e lei, sperando di potersi salvare dall'ipotetica violenza, si inginocchiò a lui lasciandolo perplesso.
"Melanie... Cosa stai facendo?" le domandò mutando il suo sguardo da perplesso a meravigliato.
Solo una parola, Vincent. Quel lurido verme. Era stato avvertito dal suo avvocato che la docile ragazza era stata addestrata come una schiava, trattata come un animale e maltrattata.
La docile mora sussultò al suono della sua voce e cominciò a tremare per paura di essere punita. Il biondo si abbassò alla sua altezza e gli accarezzò il capo chino, per poi alzarlo mettendo due dita sotto al suo mento. I loro occhi si scontrarono. Gli occhi della mora erano lucidi e speranzosi e.. Impauriti. Gli si formò un nodo in gola e l'istinto di fare a pezzi il padre della ragazza gli attraversò la mente in un lampo. A distoglierlo dai suoi pensieri omicidi fu un quasi impercettibile singhiozzo.
"Piccola" sospirò "piccola, non voglio farti del male" le confessò.
Melanie mandò giù il groppo che si formò lungo la sua gola e lo guardò per vedere nei suoi occhi se dicesse la verità. Senza pensarci lasciò che la sua delicata mano accarezzasse il viso del ragazzo difronte a lei. Justin ne rimase sorpreso e rabbrividii a quel tocco soave e delicato. Il suo cuore cominciò a battere velocemente. Che le stava facendo quella piccola ragazza? Chiuse gli occhi appoggiando la guancia sulla piccola mano. Poi li riaprì trovandosi i suoi grandi occhi nei suoi. Lei arrossì violentemente e ritrasse la mano.
Il ragazzo lasciò che un sorriso illuminasse il suo volto "Dio, quanto sei bella" disse più a sé stesso che alla docile ragazza. Lei si morse il labbro catturando così il suo sguardo sul labbro che stava torturando "Dio, stai cercando di farti baciare?". Melanie sentì il cuore in gola e le gote che stavano andando a fuoco. Lui si avvicinò cercando di catturare le labbra della ragazza con le sue. Ma ciò non avvenne poiché qualcuno  bussò alla porta. Justin grugnì e si alzò per scoprire chi lo ha disturbato da ciò che stava accadendo.
Melanie lasciò un sospiro che non sapeva di aver trattenuto. Stava davvero per baciare il biondo? Si morse l'interno guancia imbarazzata e, alzandosi, si affacciò per vedere chi era alla porta. Pattie era tutta eccitata e un sorriso a trenta due denti le illuminava il viso.
"Figliolo, scusa il ritardo" squittì la donna guardandosi intorno "Drew, dov'è Melanie?" domandò. Melanie si presentò nel campo visivo della donna
"Eccotino Biscottino!" squittì lei avvicinandosi per circondarla in un abbraccio.
"Pronta per una giornata di shopping tra donne?" domandò saltellando come una bambina. Melanie rivolse un sguardo verso Justin, il quale le si avvicinò accarezzandole la guancia "Piccola, hai bisogno di una giornata di svago" maneggiò nelle sue tasche "Ecco" le porse un pezzo di plastica "La mia carta di credito" concluse. La ragazza, in risposta, lo guardo contrariato scuotendo la testa, in segno di disapprovazione.
"Hey, Melanie ne hai bisogno" chiuse nella sua mano la carta di credito "Vai e divertiti" le sorrise baciandolo la guancia. I due si guardarono negli occhi per alcuni istanti, finché la voce di Pattie non interrompere il loro contatto visivo.
"Forza Melanie! Vestiti che la giornata tra donne ci aspetta!" esclamò eccitata.

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