Capitolo 21

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"Justin Bieber un membro degli Hidden?" mormorò Ian "È una cosa abbastanza strana!" esclamò guardando Mick. Quest'ultimo lo guardò torvo, quando diceva una cosa era quella. "Ti dico che è così bro" si portò le mani ai capelli nervosamente "è pericoloso ed è un nemico di Vincent". "Ma Justin Bieber Justin Bieber?" Steve,che scrutava con i suoi occhi nero pece il suo capo, parlò "Si, quello stupido cantante che ha mia cugina in affidamento" alzò gli occhi al cielo infastidito. La sua mente già lo riportava sempre a quel nome, non c'era bisogno che i suoi uomini ripetessero il nome del biondo. Schiacciando il mozzicone della Marlboro nel portacenere, Mick si alzò e prese la sua giacca di pelle. "Dove vai?" Jack, rimasto in silenzio lo guardò corrugando la fronte "Ho bisogno di un po' d'aria. Tutto ciò mi irrita fottutamente tanto" serrò la mascella ed uscì dal capannone. 

Melanie cercò di aprire gli occhi ma vedeva tutto sfocato, cercò di alzarsi ma un dolore lancinante si impossessò della parte posteriore della sua testa. Aveva sbattuto da qualche parte? Poi ricordò, ricordò cosa avevano detto i ragazzi. Mick è vivo. No, era impossibile. Lei lo aveva visto morire davanti ai suoi occhi, l'ha visto inalare l'ultimo respiro. Sospirò e ricordò cosa aveva detto Justin "Lui è il ragazzo della discoteca, colui che ha soccorso Melanie e l'ha portata nella sua auto". Le mancò il fiato e cominciò a tremare. Non se lo era immaginato quella volta in discoteca quando lo vide soccorrerla. Milioni di domande scorrevano nella sua mente e il cuore cominciò a battere troppo velocemente. Come ha fatto a sopravvivere allo strangolamento? Perché non è venuto a prenderla? Perché non si è ancora presentato da lei? Perché Justin e i ragazzi le avevano nascosto questo segreto di inevitabile importanza? Bloccò le lacrime che volevano scorrere insistentemente e, con la poca forza rimasta, si alzò gemendo per il dolore alla testa. 

Non era in camera sua, era quella di Justin. Justin... Non sapeva come comportarsi con lui, provava per lui una certa delusione. Ma per lei non era affatto una novità, tutti la deludevano. Ora anche Mick. Mick era vivo non c'era dubbio e ne era felice. Ma allo stesso tempo si sentiva presa in giro. Le ha fatto credere per anni che fosse morto mentre poteva semplicemente presentarsi e forse riuscire a salvarli tutti. Cercando di mettere a fuoco la porta, la aprì e si avviò verso la sua camera ma venne bloccata da una voce, la sua voce.

"Melanie? Come stai?" Justin era appoggiato accanto al muro della sua camera. Era lì a pensare cosa dirle e più importante come comportarsi con lei. Si sentiva uno schifo per averle nascosto l'apparizione di Mick quella notte e per non essere stato attento prima, quando parlava con i suoi amici. Mordendosi il labbro allungò una mano per toccarle il volto, ma lei si ritrasse bruscamente guardandolo con sguardo di fuoco. Non la doveva toccare, ma lui non era propenso a lasciarla andare, non prima di averle parlato e di aver chiarito. La guardò negli occhi e le budella si contorsero, erano lucidi e gonfi, grandi da esprimere tutto il suo dolore e tutta la sua rabbia. "Melanie.. io.. ti prego scusami" le lacrime le bagnarono il viso e strinse i pugni, non doveva farsi vedere vulnerabile. Le unghie scavarono nella sua pelle che cominciò a formicolare.

"Melanie" la voce fu un sussurro di dolore "Mi spiace tanto" fece un passo verso di lei e la abbracciò, ma lei si divincolò per liberarsi. Non era debole e non aveva bisogno di compassione. Vedendo che non avveniva nessuna reazione, cominciò a dargli pugni sul petto, ma Justin non la fermava né tanto meno era propenso a finire l'abbraccio. Melanie cominciò a singhiozzare più forte e a fare dei lamentii. Dopo qualche minuto si fermò, stanca fisicamente e sopratutto psicologicamente. Justin la strinse a sé, cullandola tra le  sue braccia. La mora si calmò e si rilassò al tocco della mani del cantante tra i suoi capelli. Prendendola in braccio a mo' di sposa, la portò in camera sua e l'adagiò sul letto. Poi, privandosi della maglietta, si sistemò accanto a lei facendole appoggiare il capo sul suo petto. Dopo qualche minuto Melanie si addormentò tra le sue braccia.
Adagiò la sua testa sul cuscino e uscì dalla sua camera. In salone lo aspettavano Adam e tutti i suoi uomini nervosi per lo stato d'animo della mora.
Il primo a vederlo fu Adam che, smettendo di girare intorno, gli si avvicinò appoggiando la mano sulla spalla.
"Come sta?"
"Non bene Adam"
"Quindi suo cugino defunto non è tanto defunto" Adam cercò di sdrammatizzare ma ebbe una semplice risata amara.
"Proprio così"
"Che hai intenzione di fare Justin?"  si fece subito serio
"Adam, ha bisogno di rilassarsi ora" rimproverando il marito, la moglie passò a quest'ultimo una tazza di tè
"Hai ragione Jocelyn" guardò Justin " devi rilassarti un po', raggiungi i ragazzi in giardino" dandogli una pacca sulla spalla scomparve dalla sua vista, probabilmente recandosi in camera insieme alla moglie.
"Bro finalmente! Come sta?" sedendosi sul prato catturò l'attenzione di tutti
"Non bene Ryan" strappò un filo di erba, ignorando gli sguardi dei suoi amici.
Ryan gli circondò con un braccio le sue spalla "Biebs se la caverà" lo rassicurò.
Il biondo, in risposta, annuì distrattamente "Ragazzi" si voltarono tutti e  tre verso di lui "Dobbiamo trovare Mick"

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