Capitolo 5

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"Non si preoccupi signor Bieber, Melanie è nella mani giuste" disse con fare fiero la nuova maestra di Melanie, dando una stretta di mano al biondo che la accompagnò alla porta.

Rimasero lì a parlare per una buona mezz'ora, mentre Melanie era impegnata a girarsi i pollici pensierosa. Si sentiva in colpa di dover lasciar pagare una maestra a Justin per istruirla, ma lui voleva che studiasse e che si sentisse come i suoi coetanei, e no diversa. Ma Justin non sa che questo non le farà cambiare idea su ciò che si sentiva. Si sentiva difettosa, inutile. Il suo sogno era diventare una ballerina mondiale o semplicemente una maestra di ballo. La danza è sempre stata la sua forma di esprimersi, il suo modo di farsi conoscere. Ma dopo la morte della sua famiglia, lei non volle sapere più della danza. Le immagini di quella sera ritornarono in mente, ma cacciò quel pensiero fisso e aspettò il ritorno del biondo.

Ecco lì che si aggiustava il suo bellissimo ciuffo, lasciandosi ammirare dalla piccola mora, la quale stava seduta sul divano a girarsi i pollici. Justin la guardò e si sedette vicino a lei. La mora sussultò quando lui le prese una mano, accarezzandola col pollice:"tutto bene?" le domandò, guardandola negli occhi per controllare se si poteva vedere ciò che la preoccupava. Lei si allungò verso il tavolino adiacente al divano, afferrando la lavagnetta e scrivendo la sua risposta:"Tutto bene"  dopo aver letto Justin la guardò di nuovo negli occhi e si avvicinò al suo viso. Melanie arrossì, ma non si mosse anzi, guardò le labbra del ragazzo. Erano carnose ed invitanti, quanto avrebbe voluto sentire la loro consistenza. Justin si avvicinò sempre di più, lasciandole un delicato e morbido bacio sulla guancia. Dire che ci rimase male era poco, si sentiva una stupida soltanto al pensiero che lui desiderasse baciarla. Cosa le saltava per la mente?! Nonostante il fastidio che provava non lasciò trasparire nulla anzi, gli regalò un accenno di sorriso. Justin le accarezzò la guancia lentamente, per paura di poterla spezzare. Era così piccola e delicata, una bambolina. 

Bambolina?! Bieber sveglia! Che cazzo ti succede?! la sua vocina lo richiamò facendogli ritrarre la mano, cosa che creò una fitta allo stomaco alla mora. Melanie lo odiò per un momento pensando:" se ti faccio schifo, perché mi hai adottata?" 
La mora si alzò volendo stare da sola, recandosi verso la sua camera per lasciarsi andare in un pianto disperato. Le mancava la sua famiglia, le carezze di suo cugino, suo zio quando la prendeva in giro e la risata di sua zia e... Sua mamma. Le mancava  l'Italia che ha dovuto abbandonare per colpa sua. Di quell'uomo che chiamava suo padre. Scene orribili si presentarono in un batti baleno e si morse il labbro per non urlare dall'esasperazione. " Hey, dove vai? " Melanie... " sussurrò il suo nome, quando lei lo ignorò. Una lacrima le solcò la morbida guancia e lei si affrettò ad asciugarla. Prima di poter fare un ennesimo passa, il biondo le afferrò il polso, facendola girare. La guardò nei teneri occhioni e gli si spezzò il cuore quando vide le sue iridi velate di lacrime. Dalle sue piccole labbra uscì uno singhiozzo e poi un altro e non ce la fece. La tirò a sé dai fianchi, circondandola con le sue possenti braccia tatuate. "Shhh... Piccola, non piangere" le accarezzò la schiena, facendola rabbrividire. E, come per magia, si calmò, la calmò. Che le aveva fatto? Quella era una sorta di magia? Le lacrime, però, non smettevano di sgorgare dai suoi meravigliosi occhioni castani. Con le sue piccole manine, strinse in pugni la sua maglietta, ormai bagnata dalle sue lacrime.
Dopo minuti, Melanie si allontanò dal ragazzo abbassando il capo. Si era mostrata debole a lui e si era promessa di non farlo davanti a gente sconosciuta. Si era mostrata debole solo a Maria, ma dopo tanto tempo, dopo che capì che di lei si poteva fidare. "Piccola, che succede? " le domandò Justin, asciugandogli le lacrime con i suoi enormi pollici. Quel contatto la fece arrossire e di conseguenza si morse il labbro. Justin, a quel gesto, distolse lo sguardo, ammaliato da quelle bellissime labbra. Si allontanò un po' voglioso di sentirne la consistenza. Melanie abbassò il viso per la seconda volta, non capendo il comportamento di quel ragazzo: prima è dolce, un attimo dopo sembra pentirsene. Afferrò la lavagnetta e gli scrisse che voleva riposare, lui annuì distrattamente. Melanie morse il suo interno guancia e aprì la porta della sua camera. Si stese sul letto e si addormentò.

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