Capitolo15

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DEDICO QUESTO CAPITOLO A: Giovi06 ( i tuoi commenti mandano in tilt il mio cervello)😂

Le giornate passano in fretta, e ci ritroviamo a svolgere come sempre le nostre azioni abituali. La vita è noiosa così. Chi vive di una vita senza alti e bassi non vive una vita vera, recita. Recita una vita perfetta e non osa mai scoprire la vita oltre le mura di casa propria. Un esempio di persona così? Mio madre. Okay ora vi starete chiedendo da dove spunta questa tizia qui, mi sembra normale no? Non ho mai parlato della mia famiglia.

Mia madre ha un carattere da non far invidiare nessuno. Lei vive di dolcezza, secondo me una essere una donna troppo dolce o generosa non va bene, perché poi la gente si approfitta di te e poi vuole vivere al sicuro. Non c'è nessuno per cui possa almeno per una volta, lasciar perdere queste regole. Almeno questo è quello che pensavo.

Mia madre mi ha chiamata stamattina dicendomi che mi sarebbe venuta a trovare qui a Los Angeles insieme a mio padre. Ero praticamente rimasta pietrificata da questa sua decisione. Per colpa sua da piccola, la mia famiglia non è mai riuscita a fare delle vacanze fuori dal mio paese. E poi aggiungendo il fatto che ho avuto il cancro, mia madre è diventata sempre più chiusa e possessiva nei miei confronti, non voleva che facessi questo o quest'altro. Per fortuna mio padre non è mai stato una persona del genere. Molto spesso si faceva comandare da mia madre, ma solo per delle cose insignificanti. Infatti se non fosse stato per mio padre io non sarei qui a scoprire come sia il mondo.

Quando stavo in ospedale ho sempre voluto scoprire il mondo, ma preferivo non immaginare come fosse, perché sapevo che se mi fossi fatta dei pregiudizi e poi il mondo non fosse stato così come me lo immaginavo ci sarei rimasta male.

- Quindi i tuoi ti vengono a trovare?- chiede felice Lucas.

Lui ha conosciuto i miei genitori e sono sempre andati d'accordo. I miei erano felici che io avessi trovato un amico come lui e quando avevo detto loro che vivevo da lui sono stati molto contenti che eravamo riusciti a riconciliarci. Soltanto che loro non sanno che non abbiamo più lo stesso rapporto. Ora siamo più distaccati e un po' a disagio. Entrambi siamo cambiati molto, ma spero che con un po' di tempo il rapporto di una volta ritorni.

- Si, i miei sono felici di poterti rivedere- affermo.

- La cosa è reciproca-

Cade il silenzio e il disagio si fa risentire.

- Senti Lucas, si vede che c'è disagio tra noi due. A me manca  il rapporto che avevamo un tempo. Mi sentivo veramente molto bene con te, ma poi sei dovuto partire e mi hai lasciata sola senza amici. Sapevo che non era colpa tua ma ce l' avevo veramente tanto con te, non mi hai più contattato e pensavo non volessi più avere a che fare con una come me. - dico abbassando la testa.

- Brook, io non pensavo che tu la pensassi in questo modo. Non volevo farti star male per la mia partenza e riguardo al non contattarti pensavo che lasciandoti dello spazio saresti andata avanti e avresti trovato qualcuno in grado di non lasciarti mai sola. Ce l'avevo tanto con me stesso per averti lasciata sola. Sapevo che tu avevi pochi amici veri di cui ti fidavi e dato che io ero uno dei pochi, mi sono sentito un traditore. Avevo tradito la tua amicizia e non me lo sarei mai perdonato. Poi quel giorno in cui ti sei messa a ridere come una matta nell'aereo quando ti avevo detto che mi chiamavo Lucas De Rosa, non capivo il motivo del perché tu ridevi al mio nome dato che non mi conoscevi. Poi quando mi sono accorto che eri Brooklyn Smith, quella Brooklyn Smith, la mia scimmietta personale, ricordi?- annuisco, arrossendo leggermente, ricordando il suo vizio di chiamarmi scimmietta personale perché mi arrampicavo su di lui. -Ho sentito come se Dio mi avesse dato una seconda possibilità di ricreare la nostra amicizia. Solo che il tuo modo di vestirti, il tuo modo di truccarti, il tuo carattere, erano così diversi da quelli di una volta che mi hanno veramente sconvolto. Non eri più la Brooklyn Smith che conoscevo, non eri più la mia scimmietta personale, eri diventata quasi una sconosciuta per me. Non dico che nemmeno io sia lo stesso di prima, ma guarda te, sembri una persona totalmente diversa. Poi quando mi hai detto di Olympia ero sia felice che triste che tu eri riuscita a trovare una persona che non ti avesse lasciata sola. Ma poi hai detto che è morta di cancro e che pure tu ce l'avevi avuto. Allora lì sì che mi sono sentito male. Io non c'ero per te quando più ne avevi bisogno. Ti era morta la tua migliore amica, e non oso immaginare come si ci possa sentire. Mi sono sentito così in colpa che non sono più riuscirti a guardarti in faccia. Mi dispiace Brook, mi dispiace così tanto.- dice ormai piangendo. Lo accolgo tra le mie braccia unendoci in un abbraccio infinito.

Grazie a OlympiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora