Dedico il capitolo a lacrime_di_diamante (grazie di seguire la mia storia e di commentarlaa, mi dispiace averti dedicato un capitolo un po' più noioso degli altri, significa che te ne dedicherò un'altro, magari più avanti💗)
30/03/12
Caro diario,
È passata una settimana da quando siamo andate in quel palazzo per puro caso e sempre per puro caso quel palazzo era di George Clooney. I nostri genitori per fortuna non se la sono presa tanto, a parte la madre di Brook, a volte penso che dovrebbe lasciare più spazio libero alla figlia. Infondo non ha più tre anni e la responsabilità se la sa prendere. Purtroppo ognuno ha un proprio modo di educare i figli e sicuramente io non posso intromettermi in cose che non mi riguardano, ma non posso negare che se potessi migliorare questo difetto della madre, beh non esiterei a farlo. Con questo punto fisso in testa mi diressi in camera di Brooklyn ed entrai senza bussare.
Lei saltò in piedi appena la salutai e ciò mi fece ridere. Le dissi che volevo risolvere una faccenda con i nostri genitori quindi di chiamarli e farli venire qui. Mentre lei chiamava i suoi io chiamai i miei. In meno di dieci minuti entrambi i genitori erano qui. Così iniziai il mio discorso filosofico.
- Noi due abbiamo intenzione di vivere. Ma ci sono casi in cui questo cancro al cervello possa espandersi e ucciderci, ecco in quel caso entrambe vogliamo andarcene via avendo vissuto tante avventure. Questo però voi non ce lo state permettendo proprio al cento percento. Come la settimana scorsa siamo scappate e voi al nostro ritorno ci avete proibito di vederci per due interi giorni. Questo potrei pure capirlo, insomma sarete stati molto preoccupati e noi non vi abbiamo lasciato nemmeno un messaggio di dove saremmo andate. Ora la domanda è: se noi vi avvisassimo, voi ce lo lascereste fare?- finí il mi discorso e vidi i nostri genitori riflettere. Dopo qualche minuto li vidi annuire col capo in segno di consenso.
A quel punto Brooklyn li mise alla prova chiedendo loro di chiedere il permesso all'ospedale di farci uscire per farci uscire dall'ospedale e andare al parco divertimenti di Rainbow. Dopo altri minuti di riflessione ci diedero il permesso e iniziammo a prepararci per la nostra uscita.Presi uno zainetto con un panino, dell'acqua,un cambio e un po' di soldi e aspettai che Brooklyn si preparasse. Una volta pronta salutammo Lara, la nostra infermiera preferita e ci incamminammo verso una fermata dove un pullman ci avrebbe portate direttamente a Rainbow. Mi eccitai molto nel pullman perchè quella sarebbe stata la prima volta ad andare in un parco avventura, non vedevo l'ora di salire sulle montagne russe e di divertirmi come non mai.
Quando ci accorgemmo che il pullman stava rallentando entrambe ci voltammo a guardare fuori dal finestrino e un'enorme scritta "valmontone" ci apparve. Non riuscivo proprio a stare seduta per quanta adrenalina avessi nel corpo e appena il pullman si fermò, presi il braccio di Brooklyn e la trascinai fuori dal pullman, ero stata così veloce che colsi di sorpresa Brook e lei appena fuori cadde e io scoppiai a ridere.
Una cosa fermó tutta quell'adrenalina che avevo nel corpo: le montagne russe. Ero così eccitata all'idea di salirci ma appena le vidi per poco non mi prese un' infarto, erano enormi e alte e io non ci sarei mai salita sopra. Brook sembrò capire il motivo del mio improvviso silenzio e se ne uscì con un: - noi lo faremo- e ciò non aiutò molto a calmare la mia paura.
Questa volta fu Brook a trascinarmi a fare la fila per le montagne russe che scoprì che si chiamavano Shock e ciò fece iniziare le mie paranoie. "E se cado?" "E se la cintura non funziona?" " E se un pezzo della ferrovia si rompe e noi precipitiamo a testa in giù?" "E se mi si stacca la testa per quanto è veloce?" Insomma possiamo dire che me la feci letteralmente sotto.
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Grazie a Olympia
FanfictionBrooklyn Smith, questo è il suo nome. Olympia Cowel, sua migliore amica. La loro amicizia nacque in un luogo che nessuno oserebbe mai immaginare: un'ospedale. Entrambe con la stessa malattia, ma solo Brooklyn riuscirà a cavarsela. Purtroppo la mor...