Capitolo 11

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NICOLE
Una delle innumerevoli cose che mi fa incazzare è il fatto che, in determinati momenti, non siamo padroni di noi stessi. Certe volte diventiamo tutto ciò che non vorremmo mai essere, ma non possiamo farci niente.
Giorgio quando era ragazzino soffriva di frequenti attacchi di panico, che, fortunatamente, col tempo sono diminuiti sempre più, mentre io non ho mai avuto un vero e proprio attacco di panico, erano più crisi d'ansia, con sintomi molto più leggeri rispetto a quelli di Giorgio. Forse l'unico che può essere definito come tale è quello che ho avuto quando pensavo che Giorgio mi tradusse, più di un anno fa.
Quando non convivi con questo tipo di situazioni è ancora peggio, non sai come affrontarle, e nemmeno le persone che ti stanno vicino lo sanno; certo, anche quando ci convivi non sai come affrontarle, ma sei più preparata psicologicamente.
Oggi sono rientrata prima di Giorgio a casa, visto che lui è ancora in studio. Oggi a lavoro è stato una merd: un cliente mi ha fatto dannare per cercare una vecchia pratica e ha avuto anche il coraggio di darmi della incompetente, quando poi invece si era sbagliato a dirmi il cognome del soggetto in questione; che imbecille! Ho dovuto fare appello a tutta la mia buona volontà per non mettergli le mani addosso, cosa che avrei fatto, visto il mio brutto carattere.
Appena rientro a casa mi tolgo le scarpe e mi butto a peso morto sul divano; prendo dal tavolino da fumo di fronte a me il pacchetto di sigarette nel quale teniamo le canne già pronte e me ne accendo una, giusto per rilassarmi un po'. Accendo la  TV, ma non c'è niente e alla fine mi ritrovo a guardare un film d'amore: si chiama gli ostacoli del cuore, non l'ho mai visto, ma non c'è niente di meglio; nel mentre mi fumo un'altra canna. Il film parla di due ragazzi di 18 anni che si incontrano l'ultimo giorno di scuola e si innamorano; la notte della loro prima notte d'amore il protagonista muore in un incidente stradale, lasciando così sola la sua fidanzata, che per altro è rimasta incinta. Non appena finisce quella scena sento il mio cuore battere sempre più forte; mi ricorda troppo ciò che è successo a Vittorio. Il cuore mi batte sempre più forte, sembra quasi voler uscire fuori dal mio corpo; questa morsa che sento nel petto mi impedisce di respirare, così mi metto a sedere e cerco di fare dei respiri profondi, ma senza riuscirci. Lancio il mozzicone nel posacenere e inizio a tremare. Mi sento come se stessi per soffocare, come se qualcuno mi tenesse la testa sott'acqua.
< Amore, sono a casa!>, urla Giorgio aprendo la porta; vorrei rispondergli, magari chiedergli aiuto, ma non mi sento più aria nei polmoni.
Giorgio poggia, come sempre, le chiavi sul mobile all'entrata e viene in sala; come mi vede rimane sbalordito.
< Oh cazzo>, sussurra per poi corrermi incontro e abbracciarmi.
< Cerca di fare respiri profondi>, mi consiglia accarezzando dolcemente la mia schiena.
< Non...non ci riesco>, riesco a dire con un filo di voce. Rimane in silenzio qualche secondo poi riprende a parlare, o meglio, inizia a cantare. Inizialmente mi domando perché lo stia facendo, ma poi la mia attenzione viene completamente spostata sula canzone. Deve essere nuova, non l'ho mai sentita.
< Stenditi di fianco a me, condividiamo insieme il sole,
mano nella mano nel deserto io e te,
ma basta un tuo sorriso e all'improvviso piove, io lo chi sei tu sei splendida come il tuo nome, tu sei un bagliore nel lume della mia ragione,
certezze non ne ho, ma una cosa io la so: ci sarò quando cadrai, ci sarai quando cadrò!
Sei la standing ovation al mio gran debutto, è sempre bello pure quando è brutto, amarti forte oltre il dolore,
perchè tu se l'amore, l'amore, l'amore nonostante tutto!>. Non so come, ma sentire Giorgio cantare mi fa sempre calmare, e ha funzionato anche adesso, difatti riprendo man di mano a respirare regolarmente. Ha cantato per circa 40 secondi, ma sono bastati per tranquillizzarmi, hanno funzionato meglio di qualsiasi medicina che avessi mai potuto prendere. Sicuramente il mix di stress, canne e il ricordo di ciò che è successo qualche giorno fa hanno generato questo attacco d'ansia.
Mi accarezza i capelli e la schiena ancora un po', poi mi lascia un bacio sulla guancia.
< Stai bene?>, domanda mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e rivolgendomi uno dei suoi sorrisi più belli. Annuisco e gli do un tenero bacio a stampo.
< Grazie>.
< Ma figurati, amore. Non ho fatto nulla>.
< Era nuova la canzone o sono stupida io e non me la ricordo?>.
< No, no, è nuova. Volevo fartela sentire mentre la registravo, ma ho trovato che questo fosse il momento migliore>, ammette ed io mi sento sollevata. Come potrei non ricordarmi una canzone del mio fidanzato? Le so tutte a memoria.
< Me la canti tutta?>. Annuisce e me la canta dall'inizio; lo guardo cantare e gesticolare con le gambe incrociate e un sorrisone stampato sulla faccia, e non posso fare a meno di sorridere di rimando. Adoro sentirlo cantare, o meglio rappare, si vede proprio che ama farlo e che ciò lo rende felice. E, come ho sempre detto, se lui è felice, lo sono anche io.
< Allora, cosa ne pensi?>, incalza curioso.
<È...>, inizio a dire, ma mi interrompe.
< Una merda? Lo sapevo, non ti piace, non è nel tuo genere>, inizia a dire parlando velocemente, come suo solito fare.
<Stavo per dire che è meravigliosa, ma se vuoi posso dirti che è una merda>, rispondo sorridendo.
< No, ma meglio!>. Mi abbraccia; dopo un po' sento il suo stomaco brontolare, così rompo l'abbraccio.
< MC Donald?>, propongo, visto che non ho voglia di cucinare.
< MC Donald>, conferma sorridente.

SPAZIO AUTRICE
Oooooookay, il capitolo è una merda.
Dato che sono un indecisa del cazzo cambio idea sui capitoli tipo 19 volte al giorno; avevo già scritto qualche giorno fa fino al capitolo 15, ma adesso li sto cambiando tutti, perciò scusate se ritardo un po' con gli aggiornamenti.

Sorreggimi se cado~ MostroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora