Capitolo 24

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GIORGIO
Lo psicologo ha riscontrato in Nicole un lieve disturbo post-traumatico da stress, una cosa abbastanza comune tra chi è stato coinvolto in un incidente stradale. In teoria, questo disturbo andrebbe curato con l'ausilio di uno psicologo, ma lei non ne vuole sapere.
"Non sono una bambina, posso gestire da sola i miei problemi", ripete ogni qualvolta qualcuno cerca di convincerla. Se non ci sono riuscito io, non ci riuscirà nessuno.
Oggi, finalmente, può tornare a casa; il dottore le ha raccomandato di non fare sport e di non affaticarsi troppo, per via del trauma cranico.
Usciamo dall'ospedale e raggiungiamo la mia auto, apro il bagagliaio e ci poso all'interno il borsone di Nicole, mentre lei rimane ferma immobile a qualche passo di distanza.
< Che fai, non sali?>, Chiedo girando la testa per guardarla in faccia. Sembra spaventata.
< Ehm, s-sí>, balbetta per poi fare qualche passo insicuro verso l'auto. Chiudo lo sportello del bagagliaio e mi avvicino a lei.
Mi fa strano vederla così insicura, sembra quasi intimorita dall'auto e, forse, dopo quello che le è successo lo è davvero.
La abbraccio da dietro posando le mani sui suoi fianchi e la testa nell'incavo del collo. Gira la testa di lato per guardarmi e mi rivolge un sorriso mentre mi guarda la bocca. Sorrido anche io e ci avviciniamo per darci un lungo e passionale bacio. Concludiamo il bacio con due piccoli baci a stampo. Vado ad aprirle la portiera e mi atteggio da autista, togliendomi anche un ipotetico cappello e facendole cenno di entrare.
Mi guarda e sorride, poi entra. Faccio il giro dell'auto e mi siedo al posto del guidatore. La vedo che agita velocemente una gamba e si passa la lingua tra le labbra: è nervosa.
Prendo la sua mano e me la porto alle labbra, lascio un bacio e smette di muovere la gamba.
Metto in moto l'auto e parto, guidando il più attentamente possibile.
< Mi piace riuscire a tranquillizzarti>, ammetto sorridendole.
< Sei l'unico che ci riesce, sei meglio di una medicina>.
< Ne sono felice>. Prende il telefono e ci nazzica un po', la vedo con la coda dell'occhio.
Solo ora mi rendo conto che tra poco raggiungeremo l'incrocio nel quale ha avuto l'incidente, e non c'è modo di evitarlo. Sta per alzare lo sguardo e siamo quasi arrivati all'incrocio; guai in arrivo.
Alza lo sguardo e appena si accorge che è quell'incrocio inizia a tremare.
< Giorgio, per favore, non passare di lì>.
< Lo so amore, ma non si può evitare>.
<Giorgio ti prego>, mi chiede con voce tremante; sembra quasi stia piangendo. Mi volto per vederla ma sul suo volto non c'è traccia di una lacrima.
< Guarda la strada cazzo!>, urla impaurita indicando la strada davanti a me. Freno bruscamente, dato che sono proprio dietro a una fila di macchine ferme a causa del semaforo rosso.
< Sei un cretino!>, sbraita lei sbattendo la mano sul cruscotto.
< Scusami, mi ero distratto!>.
< E s'è visto!>, urla ancora. Poggia i gomiti sulle ginocchia e si piega in avanti, mette le mani fra i capelli mentre quest'ultimi le ricoprono tutto il viso. Continua a tremare.
Le metto una mano sulla coscia ma me la leva bruscamente; devo trovare un modo per farla calmare.
Lei disse che quando cantavo la tranquillizzavo, perciò decido di cantarle qualcosa. Passo ad appello tutte le mie canzoni e ne cerco una abbastanza tranquilla tra le sue preferite, la prima che mi viene in mente è mondo cane. Per tranquillizzarla non posso di certo cantarle qualcosa come orchidea!
Come sempre senza il beat, inizio a cantare la canzone che ho scelto. Sento che la canticchia anche lei sottovoce e piano piano inizia a calmarsi.
< Grazie>, dice tornando a poggiare la schiena sullo schienale del sedile; si allunga e mi stampa un bacio sulla guancia.
< Hai un effetto magico su di me>, continua sorridendo.
< È la forza dell' ammmore!>, rispondo facendo una voce stupida, che provoca una sua risata che riecheggia in tutto l'abitacolo.

NICOLE
Arriviamo a casa verso le 19, è quasi ora di cena e per ringraziare Giorgio per tutto ciò che ha fatto e che fa per me ho deciso che gli cucinerò uno dei sui piatti preferiti: le lasagne. So che non è un ringraziamento alla pari di ciò che lui ha fatto per me, ma è un inizio.
< Amore, cosa vuoi per cena?>, chiede dirigendosi verso la cucina.
< Fermo!>, urlo facendogli segno con la mano di bloccarsi, e così fa. Mi guarda non capendo cosa voglia fare. Mi avvicino a lui, lo prendo per mano e lo trascino in sala; lo faccio fermare davanti al divano, lo spingo giù mettendo le mani sulle sue spalle e lo faccio sedere.
< Adesso tu stai qui e fai quello che ti pare: ascolta la musica, guarda la TV, gioca all'xbox, fai quello che ti pare, cucino io>.
< Il dottore ha detto non devi affaticarti>, dice facendo per alzarsi, ma lo ributto giù.
< Non mi affatico per cucinare Gio', tranquillo. Ti faccio le lasagne, va bene?>.
< Nooo, ti preeeego, insegnami a farle>, mi supplica congiungendo le mani a mo' di preghiera e facendo il labbrino.
< Okay, andiamo>, dico facendogli segno con la testa di seguirmi in cucina. Gli spiego un po' cosa dobbiamo fare e poi ci mettiamo a lavoro.
Mentre giro la besciamella lui si mette dietro di me, poggia la mano sulla mia e mi aiuta a girarla. Mi piego un po' di lato, apro il cassetto ed estraggo due cucchiaini con i quali prelevo un po' di besciamella.
< Assaggiamola>. Gliene porgo uno sorridente, mi poggio al bancone della cucina, mentre lui rimane di fronte a me.
< Madooo', che buona!>, esclama facendo una faccia entusiasta. Fa per rinfilare il cucchiaino nella pentola, ma glielo impedisco.
< Sudicio! Se la vuoi riprendere ne prendi un altro o sciacqui quello!>, lo rimprovero.
< Ohhh, quante storie!>. Si avvicina a me con fare sexy; inizia a baciarmi il collo, poi risale fin dietro l'orecchio lasciando piccoli ed umidi baci. Si stacca e mi guarda dritto negli occhi; penso che mi stia per baciare, invece mi passa l'indice, completamente sporco di besciamella, sul naso.
< Stronzo!>, urlo sorridendo. Prendo con l'indice della besciamella che ha sporcato il bordo della pentola e gli lascio una striscia di besciamella sulla guancia.
< Non dovevi farlo!>, grida a sua volta sorridendo. Prende dal ripiano una bottiglietta d'acqua morde il fondo, bucandolo, ed inizia a schizzarmi con l'acqua; corro intorno per la cucina con Giorgio che mi segue e mi schizza, ma ben presto devo fermarmi perché mi sento svenire. Vedo tutto a pallini bianchi e neri.
< Tutto bene?>, domanda Giorgio preoccupato.
< Sì, tranquillo, solo che mi gira la testa>, lo rassicuro. Si allontana un attimo e torna subito dopo con un bicchiere d'acqua tra le mani.
< Acqua e zucchero>, dice sorridente. Lo ringrazio ricambiando il sorriso e prendo un bel sorso d'acqua, ma gliela sputo in faccia. Giorgio ha la faccia e i capelli fradici ed ha un' espressione sbalordita sul volto.
< C'hai messo il sale, imbecille!>, lo ammonisco ridendo.
< Cazzo, scusa>, dice scoppiando a ridere. La sua bellissima risata rieccheggia per tutta la stanza mentre vado a prendergli uno straccio per pulirsi e asciugarsi; glielo tiro e lui lo prende al volo.
< Mi passi lo scottex? È dietro di te>, chiedo.
< A che ti serve?>, domanda a sua volta.
< Per pulirmi il naso dalla besciamella>.
< Ci penso io>. Si avvicina a me e lo guardo confusa, cisto che non capisco cosa voglia fare. Mi guarda negli occhi per qualche secondo e poi mi lecca via la besciamella dal naso.
< Dài, ma che cazzo sei, un cane?>, chiedo ridendo e scansandolo.
< Penso proprio che dopo dovremmo lavarci la faccia>, scherza attirandomi a lui. Mi lascia un casto bacio sulle labbra che poi approfondiamo facendo incrociate le nostre lingue.
< Se andate avanti con questo passo la lasagna la mangiamo a colazione>, scherza Tommaso entrando in cucina e facendoci sobbalzare entrambi. Io e Giorgio ridiamo e poi ci stacchiamo, mentre Tommaso prende una birra dal frigo ed esce.
< E muovetevi che c'ho fame!>, urla mentre sale le scale.
Finiamo di preparare la lasagna e la informiamo.
< Ottimo lavoro>, dico alzando il braccio per farmi dare il cinque. Lui batte la mano con la mia e poi mi stampa un bacio sulle labbra.
< E adesso andiamo a lavarci, marsc'!>, scherzo indicando la porta e spingendolo da dietro.
< Sissignora!>, urla lui a sua volta imitando il saluto militare.

SPAZIO AUTRICE
Vabbe dài, un capitolo un po' cazzaro alla fine ci sta 😂.
Fatemi sapereeee.

Sorreggimi se cado~ MostroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora