capitolo 4

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"Digli tutto ciò che so adesso..."

Scarlett's pov.

Il giorno dopo decisi di non andare a scuola. La notte era stata lunga ed estenuante, anche se non avevo minimamente ballato o toccato alcolici.

Comunicai la decisione a mia madre, e lei non obbiettò. Immaginava che sarei tornata tardi.

Fortunatamente ieri sera era davvero a letto al mio rientro, quindi non mi ha vista ne sentita.

Erano le dieci, e avevo una voglia matta di nuotare. Il nuoto era il mio sport. Avevo un legame d'amore con l'acqua.

Il colpo di fulmine è arrivato sui dodici anni per merito di mia madre.

Durante quella fase della mia crescita avevo un'amica che si chiamava Molly.

Molly Jones, l'attuale "superfiga" del Boston College.

Era una ragazzina esile a quel tempo, pacata. E ci andavo molto d'accordo.

Un giorno andai a casa sua per i compiti, eravamo in classe insieme. La trovai con una sua amica del corso di danza.

Stavano parlando del saggio di fine anno e sul letto era posata una gonnellina rosa di tulle. Il tipico tutù.

Senza pensare la presi e iniziai ad osservarla meravigliata. Poi le domandai se potevo provare ad indossarla.

L'amichetta mi sorrise perfidamente.

Iniziò a ridere e riprendendosi la gonna tra le mani mi rispose che gliel'avrei allargata se l'avessi provata.

Mi vergognai tantissimo

Non avevo mai pensato a Molly e a me come a ''quella magra e quella grassa'', eravamo solo amiche, avevamo dodici anni, che importanza aveva il nostro aspetto?

Quando tornai a casa iniziai a piangere.

Da quel giorno ero ufficialmente grassa ai miei occhi.

Quando mia madre mi soggerì il nuoto, m'infastidii all'idea di mostrarmi in costume, ma poi, disperata, accettai.

Tralasciai quel brutto ricordo della mia adolescenza alle spalle.

Avevo superato la fase degli ormoni sballati, e adesso stavo bene col mio corpo.

Ero anche più magra di Molly, alquanto formosa.

Tirai fuori dal mio armadio un borsone e iniziai a gettarci alla rinfusa una cuffia, degli occhialini, un costume, l'asciugamano e il ricambio.

Mi vestii il più semplicemente possibile. Come sempre del resto.

Indossai un paio di pantaloncini di jeans, e una canotta blu. Lasciai i capelli mossi sciolti, ma portai un polsino con me, legandolo al polso.

Stavo per avviarmi, ma prima avvertii mia madre che non ero a casa, e che sarei tornata verso l'ora di pranzo.

Mi meravigliai quando aprii la porta e mi ritrovai Harry dinanzi.

Non lo lasciai entrare, chiusi la porta di scatto e lo trascinai fuori dal vialetto di casa mia.

Quando fummo abbastanza lontani, mi voltai.

'Che ci fai qui?' dissi, a denti stretti.

'Non sapevo cosa fare così-' rispose, ma terminai la frase io per lui.

'Così sei venuto ad infastidirmi' sbottai, iniziando a camminare.

Lui iniziò a ridere, per poi infilare le mani in tasca.

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