capitolo 18

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"Le promesse vuote si consumeranno..."

- Impossibie, Shontelle.


Scarlett's pov.



Lo stavo facendo.
Stavo baciando di nuovo Harry.
E non riuscivo a respligerlo.
Le mie mani avrebbero tanto voluto tirare indietro il suo viso, per concludere quello che avevamo iniziato.
La sua mano intrecciò i miei capelli, scendendo sino alle punte.
Sussultai quando iniziò a stringere dolcemente il seno destro.
Dovevo fermare tutto quello.


'Harry' soffiai, sulle sue labbra.


'Hum' mugugnò, volendo continuare.


'Non stasera, non qui' affermai decisa.


'Perchè?' chiese, distaccandosi di scatto, con un'espressione confusa sul viso.


Perchè?
Perchè lo stavo respingendo?
Ormai il patto era stato stipulato.
Saremmo stati insieme, di nascosto.
Lo accettavo? Dovevo, ormai l'avevo fatto.
E poi non mi dispiaceva più di tanto. 
Allora perchè non riuscivo a sentirmi a mio agio ancora con lui?
Avevo paura che mi ferisse? Si, probabile.
Ma avevo una voglia matta di baciarlo, di toccarlo e questa cosa, secondo la mia mente, era sbagliata.
Il mio cuore diceva tutt'altro.


'Ormai sei mia, Scarlett' ringhiò, contro il mio collo.


Ecco, lui e i suoi continui sbalzi d'umore.
Dolcissimo, aggressivo, confuso, possessivo.
Strano, strano davvero il mio Harry.
Il mio Harry. 
Ma cosa stavo farfugliando attraverso questi stupidi pensieri?
Io non ero sua e lui non era mio.


'No' ribbattei, togliendomelo di dosso.


'Non fare la difficilè' sbottò, avvicinandosi al mio orecchio 'abbiamo fatto l'amore oggi, te ne sei dimenticata?' chiese, con quella voce roca.


L'amore.
Non aveva detto sesso. 

Aveva detto amore.
Ma per fare l'amore due persone dovevano essere coinvolte emotivamente e fisicamente in un modo tale da pensare che il resto del mondo non esistesse quando stavano insieme.
E in questo caso non era così.
Eravamo entrambi sempre sull'attenti, a causa di Louis e del resto del gruppo.
Potevamo vederci solo quando Brooke non aveva bisogno di rapporti sessuali.
E questa cosa, anche se non doveva interessarmi, m'infastidiva da morire.


'Non l'ho dimenticato' sussurrai, a mia volta, nel suo orecchio.


'Bene' continuò, avvicinando di nuovo le sue labbra alle mie.


Scostai ancora una volta la sua mano dal mio seno.
Lui sbuffò, continuando a non capire.
Io non mi fidavo di lui.
Del suo comportamento, del suo umore in continuo cambiamento.
Poteva essere tutto un gioco.
Tutto. 
 

'I-io non mi fido' ammisi, mentre lui continuava a baciare l'incavo del mio collo, ora scoperto.


'Hum?' chiese.


'Non mi fido' mi bloccai 'di te'.


Si alzò svogliatamente, riportando i suoi capelli al giusto ordine, nervosamente.
Mi penetrò con lo sguardo, cercando forse di capire se quello che avevo detto era la verità.
Scosse la testa.


'Perchè?' chiese lui, non capendo.


'Sei così strano quando ti trovi in mia presenza' dissi, ricomponendomi 'hai dei continui sbalzi d'umore.. E poi non so nulla di te' abbassai lo sguardo, iniziando a torturare le mie mani.


'Vuoi conoscermi meglio?' chiese, curvando la testa verso sinistra.


'Devo, o le cose non cambieranno' affermai, decisa.

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