capitolo 27

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"Ho sentito quello che hai detto..."

- Nothing's impossible, Depeche Mode.

Zayn's pov.

Scarlett era tornata la ragazza semplice e pacata di prima.

Sempre insultata e derisa, ma questa volta non si faceva poi tanti problemi per le parole che le persone le gettavano addosso.

Lei soffriva per altro.

Lei soffriva per Harry. 

Era tanto che la stavo osservando da lontano.

Quando si trovava sulla stessa strada di Harry, si girava e camminava nella direzione opposta.

Quando incontrava lo sguardo di Harry, i suoi occhi si riempivano frettolosamente di lacrime e voltava la testa.

Quando sentiva solo la voce di Harry scuoteva il viso e iniziava a camminare velocemente.

Lo sapevo perchè stranamente non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso. 

E forse il riccio lo notò.

Non avevo intenzione di avvicinarmi a lui e chiedergli scusa per quello che era successo due giorni fa alla festa di Alley.

Ero ubriaco, non rispondevo delle mie azioni, non ricordavo le parole che avevo detto.

La mia mente era riuscita soltanto a conservare le immagini di me e Scarlett distesi sopra un letto, l'uno sopra l'altra, il suo tocco sul mio corpo, la pelle d'oca che si formava quando le sfioravo il viso.

Quando la campanella suonò l'intervallo, mi allontanai dal resto del gruppo, anche per la presenza di Perrie.

Le sue parole mi rimbombavano ancora nelle orecchie, non riuscivo a dimenticare la notte insonne passata a ricordare ogni tratto del suo viso che si contraeva mentre annunciava la fine della nostra relazione.

Notai Scarlett ferma al suo armadietto, impegnata a prendere i libri per l'ora successiva.

Un jeans le ricopriva le gambe perfetta, una larga maglia a mezze maniche nascondeva il fisico mozzafiato, e i capelli erano disordinatamente raccolti in un'alta coda di cavallo.

Posizionò meglio gli occhiali sul naso, e sorrisi osservando i suoi movimenti impacciati.

'Hey Stevens' sussurrai, avvicinandomi a lei, che sussultò sentendo la mia voce.

'Malik' il suo sguardo percorse tutto il mio corpo, le sue guance si tinsero di rosso e si guardò intorno.

Gli occhi erano arrossati, gonfi e ancora lucidi.

Non ero l'unico a soffrire per amore in quel periodo.

'Oggi c'è una partita di calcio' la informai.

'Oh, e allora?' chiese, continuando a frugare nel suo armadietto.

'Mi chiedevo se volessi venire' mi avvicinai 'magari, a fare il tifo per me' le sorrisi, e lei ricambiò.

Continuò a riordinare il suo armadietto, per poi voltarsi di scatto e liberarsi di quelle lenti orrende.

Il blu dei suoi occhi si scontrò con il mio misero color nocciola.

'Non so se sia il caso' spiegò, abbassando lo sguardo.

'Per Harry?' chiesi, esitante.

'Si' ammise.

'Beh, tu sei lì per me. Avvertirò io i ragazzi' le spiegai, tranquillo.

'E Louis?' domandò, preoccupata.

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