cap.12

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"Costruire la fiducia..."

- Impossible, Shontelle.



Harry's pov.


Mi odiavo. Tanto.
Non riuscivo a guardarla neanche in viso.
Il livido ormai era lì, sulla sua delicatissima guancia.
E la causa di quel dolore ero stato io. Lurido bastardo.

Perchè avevo quei maledetti sensi di colpa che mi torturavano lo stomaco?
Perchè mi infuriavo quando qualcuno le stava vicino? Quando la toccavano?
Ed ero arrabbiato anche con me stesso ovviamente. E
forse lei se n'è accorta.
Si è accorta che io sono cambiato.
Che qualcosa è cambiato. Cosa?
Non saprei dirlo.

Quando le dissi che era perfetta ai miei occhi, notai la confusione nei suoi. Era normale.
Prima facevo lo stronzo, e poi sembravo dolce nei suoi confronti.
Sembravo? Ero dolce nei suoi confronti.
E morivo dalla voglia di sfiorare le sue labbra con le mie, ma mi soffermai sulla sua guancia dolorante.
Quando la mia bocca entrò in contatto con la sua pelle livida, lei trattenne il respiro per qualche secondo.
Quando mi allontanai da lei, mi ringraziò del complimento.
Perchè non si era opposta?
Perchè non aveva iniziato ad implorarmi di lasciarla andare?
Era diversa.


'D-dove stiamo andando?' chiese lei, esitante, sistemandosi sul seggiolino.


'Non te lo dico' risposi io, osservando la sua reazione.


Mi stupii quando la vidi rivolgermi un sorriso.
E la causa di quel sorriso adesso ero io.
Ero il bene e il male.
Stavo impazzendo.
Non potevo continuare a restare in silenzio.
Dovevo sbloccare quella situazione.


'Cosa vorresti fare dopo il college?' chiesi, guardandola per un attimo,e  poi puntando lo sguardo di nuovo sulla strada.


Lei sbattè forte le palpebre degli occhi, e spalancò la bocca.
Forse non credeva sul serio che a me interessasse qualcosa del suo futuro. O anche del suo presente e del suo passato.


'Mi piacerebbe studiare per diventare una giornalista, o un avvocato, o un medico..' ammise, gesticolando con le mani.


'Hai le idee chiare' dissi, scherzosamente.


Lei sorrise di nuovo alle mie parole.
Mi sentii sollevato.
Non le facevo più paura.

Arrivamo al parco.
Quella sera a Boston avevano organizzato una serata di beneficenza, e io volevo farla divertire.
Volevo eliminare dalla sua testa l'Harry cattivo e malsano.
Parcheggiai, e quando scesi, la raggiunsi velocemente, camminando al suo fianco verso l'entrata.
Lei mi sorrise debolmente, per poi passare una mano tra le punte delle ciocche ribelli.
Aveva tentato di piastrarli, ma sembravano peggio dei miei.


'Mi piacciono i tuoi capelli' le sussurrai, non appena ttraversammo l'entrata del parco.


'Grazie' disse, sottovoce.


Feci scendere una mano lungo il suo braccio, e intrecciai le dita della mia mano con le sue.
Lei cessò di camminare, puntanto lo sguardo prima sulle nostre mani intrecciate e poi portandolo sul mio viso.


'Ti prego' disse, senza fiato quasi 'non illudermi' confessò.


Illuderla? No, come potrei?
Dopo essermi opposto al gruppo, dopo averle implorato di baciarmi, dopo averla invitata ad un appuntamento, credeva ancora che io potessi ferirla?
Evidentemente si, quando scossi la testa e lei mi guardò confusa.


'Sei la persona più bella che io abbia mai conosciuto, non ti lascerei andare' ammisi, avvicinandomi al suo volto.


Lei iniziò a fissare le mie labbra, come se quelle parole le avesse pronunciato qualcun'altro e non io.
Mi stupii quando lei intrecciò le sue braccia intorno al mio collo e mi strinsi contro il suo esile petto, abbracciandomi affettuosamente.
Oh Scarlett.
Solo una ragazza era stata in grado di cambiarmi. E un anno fa lei mi ha lasciato.
Non farlo anche tu, ti prego.
Non lasciarmi.

Credo di aver pensato ad alta voce, perchè lei mi abbracciò più forte e iniziò a sussurrare qualcosa nel mio orecchio.

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