capitolo 6

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"Non c’è più niente da dire..."

- Impossible, Shontelle.

Harry's pov.

Oggi il Boston College ha organizzato una sorta di gita in giro per Manchester. Per prepararci psicologicamente al viaggio di fine anno, forse.  

Ma a differenza di quello, quest'oggi avrebbero partecipato gli studenti che frequentavano gli ultimi due anni di college.

Come se nessuno di noi non avesse mai visto Manchester.

E' passato un mese dall'ultimo incontro con Scarlett, alla piscina.

Non l'avevo più vista, se non per i giochetti e gli insulti che mi ritrovo a farle con il resto del gruppo. Mi ero deciso ormai.

Dovevo lasciar perdere con lei.

Non era il mio tipo, non lo sarebbe mai stato.

Ecco perchè adesso sto con Brooke. La rossa del ballo di primavera.

Fisicamente mi attraeva, ma riguardo ai sentimenti, era solo una da scopare.

Dovevo divertirmi a quell'età, no? Dovevo smettere di pensare a quella cosa assurda tra me e Scarlett.

Che poi non c'era stato mai niente.

Almeno per lei, che continuava ad odiarmi, ovviamente.

***

Eravamo tutti in fila, aspettando di poter salire sull'autobus.

La mia classe e la sua, essendo dello stesso corso e avendo gli stessi accompagnatori, erano state raggruppate in un unico veicolo. Così anche per il resto dei partecipanti.

Essendo solo alcuni del nostro gruppo nella stessa classe, gli sfigati che salirono per primi lasciarono liberi a noi, ovviamente, gli ultimi posti.

Io, Louis, Niall e Perrie li occupammo avidamente.

Eravamo i sovrani di quella massa di adolescenti, ancora quasi tutti in preda agli ormoni sballati.

Durante il viaggio per Manchester non avrei potuto concludere nulla con Brooke, visto che lei era della stessa classe di Eleanor, Danielle e Zayn. Peccato.

Sotto gli occhi indiscreti dei professori e dei loro inutili alunni forse avremmo potuto scambiare qualche effusione.

Sentii una risata a me nota. Era Sasha, la migliore amica di Scarlett.

Sorrideva e continuava a guardare Simon, che la teneva per mano.

Stronzo. Lei era così bella e lui solo un montato.

Sentii una fitta al cuore quando scrutai Scarlett salire sull'autobus, salutare educatamente il professore, abbassando lo sguardo. Quant'era timida.

M'irriggidii quando mi accorsi che teneva per mano qualcuno.

Un ragazzo.

Si sederono l'uno vicino all'altra e continuarono a parlare tranquillamente.

Sembravano in sintonia.

A differenza delle poche conversazioni che avevamo avuto, noi due.

Noi.

Due.

Perchè stavo usando quella parole? Ero io e Scarlett.

Io e lei.

Non noi.

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