capitolo 24

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"Per un tradimento è la cosa peggiore..."

- Impossible, Shontelle.

Zayn's pov.

'Ti stavi annoiando?' ringhiai contro il suo collo, mentre la conducevo verso la prima camera da letto vuota.

'Si' sussurrò, portando le mani sul mio collo.

'Menomale che sono arrivato io' ammiccai, bloccando il suo corpo contro il muro.

'Malik, non so se-' la baciai, senza pensare alle conseguenze.

'Sta zitta Stevens' ringhiai, ancora con le mie labbra attaccate alle sue.

Mentre la tenevo ferma per i fianchi, guardavo a destra e a sinistra.

Quello stronzo di Alley aveva una casa abbastanza grande, e io e Scarlett non sembravamo gli unici disperati in cerca di una stanza tranquilla in cui scopare.

Ma adesso che ci penso: perchè lei si stava lasciando andare? Perchè non si divincolava dalla mia presa?

'Stevens' riportai il mio sguardo sul suo viso.

'Mmh?' le sue labbra s'incresparono.

'Perchè lo stai facendo?' scostai una ciocca ribelle dalla sau fronte.

'Non lo so, d-devo dimenticare quello che è successo. E tu?' chiese, puntando il blu immenso dei suoi occhi sul mio volto.

'Devo dimenticare Perrie' ammisi, abbassando lo sguardo.

'Mi faccio schifo' sbottò all'improvviso.

'Ti senti in colpa? Cioè, non vuoi più-' mi bloccò.

'No, non per quello che stiamo facendo. Sto cercando di reprimere il dolore attraverso il sesso e non so se sia una cosa positi-' fui io a bloccarla questa volta, baciandola di nuovo.

Avidamente la mia lingua iniziò ad esplorare ogni angolo della sua bocca, e lei mi lasciò fare.

Sospirò quando passai a torturare il suo collo.

Lasciai qualche morso esattamente dietro l'orecchio, mentre scendevo la lunghezza lasciando una scia di baci, e bagnando l'incavo con la lingua.

La mia mano finì nel suo interno coscia.

Sobbalzò mentre iniziai a massaggiare la pelle scoperta dai pantaloncini.

Le sua mani finirono sulle mie spalle, e sentii le unghie attraversare la mia pelle, anche se protetta dallo strato di tessuto della maglia.

Quando sfiorai la sua intimità, ansimò e bloccò il percorso della mia mano.

Capii che non era a sua agio.

Se le sue labbra non emettevano alcune parola, i suoi occhi dicevano tutto.

Camminai furiosamente verso la prima porta sulla sinistra del lungo corridoio che avevamo imboccato.

La aprii, e per mia fortuna era vuota. Non c'era nessuno, se non noi due mano nella mano.

Mano nella mano. 

Io e la Stevens.

Da non credere, vero? 

Chiusi a chiave la porta alle mie spalle, osservando l'ondulare dei suoi capelli lungo la schiena.

Soffermai il mio sguardo sul sedere sodo, raccolto perfettamente dallo strato di jeans dei pantaloncini.

Il top lasciava intravedere la pelle poco abbronzata.

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