capitolo 33

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" Voglio solo stare con te..."

 

- Nothing's impossible, Depeche Mode.

Scarlett's pov.

Eravamo a casa sua. La madre non c'era, e questo non fece altro che aumentare il mio nervosismo.

Le mani mi sudavano, mentre con un gesto veloce catturò il cappello che stavo indossando per gettarlo all'aria.

I suoi piedi scalzi toccavano il freddo pavimento.

Il contrasto tra il bianco delle mattonelle e la sua abbronzatura era abbastanza visibile.

Mantenni lo sguardo basso, ancora insicura su quello che stavo per fare. Afferrò il mio polso, trascinandomi al piano di sopra.

Da quanto non entravo nella sua stanza, in cui l'odore di nicotina non mancava mai?

Mi guardai intorno, per capire se qualcosa fosse cambiato.

Uno strano profumo femminile impregnava le coperte.

Sospirai, tirando i capelli mori dietro l'orecchio.

Sapevo a chi apparteneva quella fragranza. 

Sentii la chiave della stanza girare nella serratura.

Ero in trappola.

E non sapevo se sorridere o urlare per scappare via.

Mi voltai, ma restai a fissare le scarpe, che si piegavano ai lati mentre mi dondolavo sui piedi.

I capelli ricaddero lunghi dinanzi al viso, impedendomi di osservare Harry avvicinarsi sempre più.

Potevo sentirlo comunque: potevo sentire il suo respiro affannato, il petto alzarsi e abbassarsi, le gocce di sudore scendere lungo le sue spalle, l'incresparsi delle labbra in un sorriso.

Alzai lo sguardo, quando i suoi piedi sfiorarono i miei.

Lui mi attirò a se.

Le nostre gambe si intrecciarono, i fitti capelli erano incastrati tra i nostri petti. La sua mano calda si appoggiò sul basso della mia schiena.

Le mie dita si poggiarono esitanti sulla base del suo collo accaldato.

Lui sorrise, mostrando le fossette ai lati delle labbra.

Instintivamente lasciai un bacio su una di esse, e lui ne approfittò, per stringermi ancora a se e lasciare un casto bacio sulla mia bocca già troppo arrossata.  

Le sue labbra piene premettero in un punto appena sotto il mio orecchio, mordendo e succhiando avidamente la pelle d'oca che si era formata al tocco delle sue mani.

I suoi capelli ricci mi provocarono il solletico sulla guancia e non potei trattenere una risatina.

Il dolore acuto s'intensificò, quando i suoi denti affondarono nella mia pelle.

Sussultai, portando le mie mani dal suo collo ai suoi capelli, tirando leggermente i ricci ribelli.

Ringhiò contro quella parte del mio corpo che sembrava volesse mangiare.

Soddisfatto di ciò che stava facendo, si allontanò, osservando il punto da cui le sue labbra si erano appena distaccate.

Non avevo il coraggio di sfiorare il punto dolente, così mi limitai a serrare gli occhi quando soffiò sul mio collo.

Una scia di baci fu lasciata sul mio viso.

Le sue gambe iniziarono a muoversi in avanti, il suo bacino urtò il mio, e sorrise maliziosamente quando anch'io mi accorsi del rossore che stava assumendo la mia faccia.

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