capitolo 29

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"Anche le stelle sembrano più brillanti stanotte..."

- Nothing's impossible, Depeche Mode.

Scarlett's pov.

Lui si avvicinò a me, con passo sicuro.

Lo avevo aspettato per oltre dieci minuti, ma ne era valsa la pena.

Era bellissimo, e mi chiedevo ancora come io potessi interessare ad uno come lui.

Il sole del tramonto stava affondando nell'acqua salata del mare, e gli ultimi suoi raggi colpirono i capelli scuri di Malik, che si tolse gli occhiali da sola una volta raggiunto la staccionata di legno sulla quale ero seduta, chissà in quale modo.

'Stevens' sorrise, mostrando ancora una volta il bianco perfetto dei suoi denti.

'Malik, allora: dove si va?' incalzai.

Erano le nove passate, e la spiaggia di Boston era deserta.

Il tempo era magnifico, alcune nuvole bianche punterellavano il cielo qua e là, stranamente ancora azzurro.

Tornai a guardare Zayn che non aveva ancora risposto.

Posai lo sguardo sul suo corpo: la maglietta nera ricadeva perfettamente su tutti i muscoli della sua schiena e del suo addome, i jeans stretti erano leggermente abbassati.

C'era qualcosa di diverso in lui: niente ciuffo, niente sorriso malizioso.

Forse era quello il vero Zayn Malik.

'Zayn' lo incitai a rispondere.

'Scusa, ero rimasto a-' sospirò 'non riesco davvero a capire come cavolo non mi sia mai accorto di quanto tu sia carina' ammise, abbassando lo sguardo.

Potei giurare che le sue guance si tinsero di rosso, per l'imbarazzo.

Cercai di trattenere una risata per non metterlo a disagio.

'Dovrei fare un nuovo tatuaggio' ammise, aspettando una mia risposta.

'Beh, andiamo allora?' non era proprio l'appuntamento che mi sarei aspettata, ma in fondo sapevo che Malik nno era uno di quei ragazzi sdolcinati.

Scesi dal legno che chissà con quale sforzo mi stava reggendo.

Urtai il petto di Zayn, la sua vicinanza mi fece sobbalzare.

I miei piedi non riuscirono a toccare terra: Zayn mi sollevò, avvicinando il mio corpo al suo pericolosamente.

Mi teneva stretta per la vite, e sentivo il suo respiro caldo sul mio viso.

I nostri occhi si incrociarono per qualche secondo.

'Mi piace il tuo cappello' disse, soffiando sulle mie labbra.

'G-grazie' troppo vicini, non riuscivo a trovare il respiro neanche per sussurrare qualche parola.

'Devo per forza lasciarti scendere?' chiese, sorridendo.

'Se vuoi che questa serata continui' ricambiai il sorriso.

I miei peidi finalmente toccarono l'asfalto della strada, cosparso da qualche mucchietto di sabbia qua e là.

Iniziai a camminare, mentre lui continuava a guardare il cappello che stavo insossando.

Era un semplicissimo berretto azzuro, ricamato a mano.

Nulla di particolare.

'Se vuoi te lo regalo' sbottai, guardandolo in viso, continuando a camminare.

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