capitolo 17

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"Costruire la fiducia..."

- Impossible, Shontelle.



Scarlett's pov.


Tornai a casa.
Non risposi al messaggio di Harry, mentre mi limitai a rispondere con un 'non so' alla domanda di Sasha.
Davvero non sapevo cosa fare.
Lei mi fece promettere di dirle subito cosa avrei fatto quella sera. E io le risposi che l'avrei fatto. Dovevo accontentarla.

Quando aprii la porta di casa, il mio sguardo cadde a terra.
C'era un bigliettino poco distante dall'entrata.
Ripiegato e col mio nome scritto sopra.
Mia madre non c'era, come al solito.
Gettai il borsone a terra e aprii il biglietto.

Kids in love kiss each other 

standing against the doors of the night

people who go point at them

but kids in love

are not there for anybody

and if something is shivering in the night

it's not them but their shadow

to make people who go angry

to make rage contempt envy laugh,

kids in love are not there for anybody.

They are something else far farther than the night,

higher than the day

in the blinding light of their first love.

-Jacques Prevert.



Rilessi quella poesia una, due, tre volte.
Sorrisi, non riuscendo davvero a capire chi era in grado di essere così dannatamente romantico.
Harry? No, lui non faceva queste cose.
Lui le ragazze se le scopava solo, o le illudeva per poi ferirle, nel mio caso.
Ma un briciolo di speranza si ripose nella parte più remota della mia mente.
Presi il cellulare e risposi al suo messaggio, inviando un semplice 'okay'.
Corsi in camera, sorridendo come una deficiente, e tenendo stretto al petto il foglio di carta bianca
. Per la prima volta non avevo voglia di studiare.
E questa cosa, poco dopo, mi accorsi che non era per niente positiva.
Riposi il bigliettino in un cassetto, e iniziai a prendere i libri per studiare.
Trascorsi due buone ore, fin quando lo squillare del mio cellulare attirò la mia attenzione.


'Pronto? Scarlett?' era Sasha.


'Hey, dimmi tutto' risposi tranquillamente.


'Cosa farai stasera?' chiese, curiosa.


'Vado' mi limitai a rispondere.


'Vuoi che io venga con Simon? Magari mi dici il nome del locale, e faremmo sembrare tutto una casualità' mi propose.


'No, Sasha, non preoccuparti' scossi la testa come se lei potesse vedermi' me la caverò da sola'


'Sicura?' chiese ancora.


'Si' risposi, e terminai la telefonata.



Mancava un'ora all'appuntamento con Harry.
Andai in bagno, feci una doccia veloce, per poi iniziare a rovistare tra i miei abiti nell'armadio.
Non feci neanche caso a quello che indossai, era tardi, dovevo sbrigarmi.
Asciugai i capelli, lasciandoli liberi di andare dove volessero, sulle mie spalle e dietro la mia schiena.
Mancava qualche minuto. E infatti la puntualità di Harry si dimostrò impressionante.

Il campanello suonò, ben due volte.
Corsi di sotto, ancora con i piedi scalzi.
Aprii la porta e mi ritrovai un Harry sorridende, con lo sguardo lussorioso che osservava il mio corpo dai piedi sino alla testa.
Chiusi la porta alle mie spalle, sentendo il suo pesante respiro iniziare ad accelelrarsi.

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