Capitolo 33

1.8K 103 18
                                    

La sveglia interruppe come sempre il mio meraviglioso sogno.
Mi alzai per disperazione dato che oltre alla sveglia, a far casino c'erano i miei. Stavano litigando per non so che cosa. Molto probabilmente per il tostapane. È sempre colpa sua. Oppure per colpa di Anna. Anna e il tostapane sono in competizione.
Oggi è il 10 Agosto.
Non c'è aria di scuola o di compiti dato che è agosto e per cui si prospetta un giorno magnifico e senza impegni!
La notte di san lorenzo. O almeno, in Italia lo era.
Da piccola, la notte del 10 Agosto, mi mettevo sempre a guardare le stelle. Era diventata quasi un'usanza di famiglia. È la notte delle stelle cadenti e dei desideri.
Prendevamo quattro sedie e ci mettevamo sempre a guardare in alto alla ricerca di qualche costellazione e soprattutto delle stelle cadenti. Io e Anna facevamo anche la gara a chi trovava più costellazioni o a chi aveva espresso più desideri. Quando stavamo in Italia lo facevamo sempre, ogni anno. Poi ci siamo trasferiti a New York e questa usanza sparì. Forse perché io e Anna eravamo cresciute, le cose sono cambiate, non avevamo più molto tempo.
Sinceramente è un peccato che sia finita questa ricorrenza. Mi era sempre piaciuta. Da piccola non vedevo l'ora che arrivasse questo giorno.
In quell'istante mi venne un'idea magnifica in mente!
Mi sentivo molto 'genio incompreso' in quel momento. Per quale assurdo motivo nessuno mi aveva mai dato un premio per l'intelligenza? O almeno per le mie idee geniali! Proprio non capisco.

"MAMMAAAAAAA" -urlai dalla porta di camera.
Dato che non dava segni di vita decisi di raccogliere tutta le mie forze mattutine e di usarle per scendere le scale.
Scesi fino in cucina.
Come avevo detto la colpa era del tostapane. Mio padre si era scordato una fetta e l'aveva fatta bruciare e la mamma ha sempre odiato i toast bruciati. Anche perché poi deve ripulire tutto e la cucina era invasa dal fumo.
"Mamma mi aiuti a fare una cosa?" -chiesi prendendo uno dei toast che erano sul tavolo.
"Che cosa tesoro?" -disse prendendo quattro bicchieri.
"Vorrei comprare delle stelle" -affermai.
Lei mi guardò stranita.
"Non vere.. Ovviamente." -aggiunsi subito dopo.
"E a cosa ti servirebbero?" -chiese subito.
Aaah, questa donna. Non si fa mai gli affari suoi.
"Mi servono per una cosa."
"Ah, stasera andate a cena fuori?" - chiesi facendo gli occhi dolci.
"Amoreee, Nostra figlia ci sta cacciando di casa!" -disse lei richiamando l'attenzione di mio padre.
"Dai mamma! Ti prego! Non farò nulla di male, lo giuro" -dissi incrociando le mani in segno di preghiera.
"Mmmh.. E va bene!" -disse sbuffando.
"Tra un'ora ti porto al negozio, muoviti" -aggiunse subito dopo.
Esultai internamente.
"Grazie ma', sei la migliore" -dissi dandole un bacio sulla guancia e correndo di sopra entusiasta.
Tra i vari premi che avrei dovuto ricevere ci sarebbe sicuramente stato anche quello per la mia inimmaginabile capacità di convincere le persone. Sono troppo brava, nulla da aggiungere.
Andai in camera di Anna e dopo averla abbracciata e ovviamente svegliata la informai dei miei programmi.
"Cara mia, stasera vai fuori"
"Tranquilla, sono con le mie amiche" -disse lei.
Uh, perfetto.
"Ora smamma dal mio letto" -aggiunse sbuffando.
Stranamente non ero ancora inciampata in un problema. Gli intoppi erano sempre stati il mio forte. C'era sempre qualcosa che non andava alla fine. Ma la giornata non era ancora finita.. Anzi, era appena iniziata e quindi non era ancora detta l'ultima parola.

Feci una doccia, mi vestii velocemente e corsi giù. Mia madre mi stava aspettando in macchina.
Dopo qualche minuto ci fermammo e parcheggiammo in un parcheggio pieno di macchine. Trovare posto ci risultò difficile ma dopo aver fatto il giro tre volte, la grazia divina fece andare via una macchina lasciando il posto a noi.
• Da Polly&Ben•
Così si chiamava il negozio.
Appena entrammo una signora dai capelli bianchi (molto probabilmente Polly) ci chiese se avevamo bisogno d'aiuto. Mia madre si informò subito se aveva delle lucine a forma di stella da mettere sul soffitto di una stanza. La signora, gentilissima, mi fece andare nel magazzino per scegliere le dimensioni e il numero delle stelle (lucine), il colore del filo e poi mi consigliò un nastro adesivo adatto invece di farmi usare i chiodi e una carta blu scuro tendente al nero per fare il cielo.
Presi tutto il necessario e dopo aver lasciato mia mamma alla cassa a pagare andai a sistemare le cose nel bagagliaio della macchina.
Arrivò giusto in tempo, proprio appena chiusi lo sportello.
"Hai fatto bene a comprare le lucine. Qua in America non è periodo di stelle cadenti".
Mi ha presa per scema? Ovviamente mi ero informata. Internet a che serve sennò?

FALTERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora